EPIFANIA AMARA: A CITTA’ DELLA PIEVE IL VIRUS CHIUDE IN CASA ANCHE I MAGI DEL PERUGINO

giovedì 06th, gennaio 2022 / 18:23
EPIFANIA AMARA: A CITTA’ DELLA PIEVE IL VIRUS CHIUDE IN CASA ANCHE I MAGI DEL PERUGINO
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CITTA’ DELLA PIEVE – Oggi è l’Epifania. Si celebra l’arrivo dei Magi alla capanna di Betlemme con oro incenso e mirra (che pochi ancora dopo 2022 anni hanno capito cosa sia). In molte città e paesi sono ancora visitabili presepi viventi o a grandezza naturale, alcuni monumentali, altri di varia provenienza e tradizione. In queste ultime settimane hanno spopolato quello di Castiglione del Lago allestito lungo le mura sul percorso da cui si può ammirare l’albero di Natale in acqua più grande del mondo. Un must è anche quello del Terziere Castello a Città della Pieve, visitato pure dal premier Draghi. Sempre suggestivo il presepe vivente di Monteleone d’Orvieto, interessante, per gli amanti del genere il circuito di vari presepi di Sarteano

Ma nel giorno dell’Epifania non si può fare a meno di segnalare la presenza in zona di una delle “adorazioni dei magi” più famose al mondo. Quella dipinta da Pietro Vannucci detto “Il Perugino“, nella sua città natale, che è Città della Pieve. Il dipinto è del 1504 e si trova nell’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi, in corso Pietro Vanucci (manco a dirlo). Si tratta di un affresco di grandi dimensioni (6,5  metri x 7) ed è successivo all’Adorazione dei Magi che lo stesso Perugino dipinse almeno 20 anni prima a Perugia.

L’opera pievese venne eseguita ricorrendo a schemi già consolidati nella pittura dell’artista. Al centro si trova una grande architettura, la capanna, che inquadra le figure principali facendo da tramite con lo sfondo, che come sempre è il classico e dolcissimo paesaggio di colline digradanti punteggiate da alberelli frondosi in cui si scorge anche l’immancabile lago. Quasi un marchio di fabbrica nei dipinti del Perugino.

Fa da perno alla composizione la Madonna col bambino, a cui i magi ai lati offrono doni, circondati dalla moltitudine del corteo esotico dei loro accompagnatori. A destra si vede san Giuseppe e dietro il bue, l’asinello e alcuni pastori. In alto vola un angelo che porta l’annuncio della stella cometa.

Nel giorno dell’epifania una visita al dipinto in questione, per chi abita o si trovasse a passare da queste parti, sarebbe quasi un obbligo. Del resto è il “presepe” più illustre che ci sia, con tutto il rispetto per gli altri. Si tratta di un’opera di un grandissimo artista, figlio illustrissimo di questa terra di mezzo, maestro indiscusso del Rinascimento italiano e di quel genio che fu Raffaello… Purtroppo però, oggi, un cartello affisso sulla porta dell’oratorio di S. Maria dei Bianchi a Città della Pieve, dice che l’opera non è visitabile, causa emergenza covid. Peccato davvero.  Oro, incenso e mirra non sono bastati per evitare anche questa “restrizione”. Sarà per tempi migliori.

Anche l’arte e i Magi debbono inchinarsi a lasciare il passo ad un virus che corre veloce e si incunea ovunque. Da due anni non concede tregua. Oggi, a dire il vero, fa meno paura di un anno fa nonostante il numero crescente di contagi, perché in ospedale ci finiscono in pochi, tra i vaccinati nessuno o quasi. Però dispiace che per colpa di un virus si debba rinunciare ad ammirare un’opera d’arte mirabile di 500 anni fa e ci si debba accontentare di visitare qualche presepe, ammesso che quelli siano aperti.

m.l.

 

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