LA SPIGOLATRICE DESNUDA: IL PROBLEMA E’ IL CULO DI UNA STATUA O COME CI HANNO RACCONTATO LA STORIA?
«Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Me ne andava al mattino a spigolare quando ho visto una barca in mezzo al mare:
era una barca che andava a vapore, e alzava una bandiera tricolore.
All’isola di Ponza si è fermata, è stata un poco e poi si è ritornata;
s’è ritornata ed è venuta a terra; sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!…
La recente inaugurazione a Sapri di una statua bronzea dedicata alla famosa “spigolatrice”, citata nella poesia di Luigi Mercatini sulla fallita insurrezione popolare tentata da Carlo Pisacane nel 1857, ha scatenato polemiche sulla stampa e sui social. Motivo del contendere la raffigurazione della spigolatrice di Sapri in abiti succinti e trasparenti, che ne mettono in evidenza le forme e in particolare i glutei scolpiti… Una immagine ritenuta sessista e fuori luogo.
Ora è ovvio che una lavoratrice dei campi nel 1857, nella Campania borbonica, non andava certo a lavorare con gli abiti bagnati o trasparenti e senza mutande… Ma nel bailamme mediatico che si è scatenato tutti si sono soffermati sul culo in bella mostra della figura scolpita dall’artista Emanuele Stifano, e nessuno o pochissimi sulla storia che ci sta dietro. Cioè su quella spedizione certo velleitaria, ma anche antesignana di ciò che verrà dopo, tentata da Carlo Pisacane, uno dei giovanissimi eroi della Repubblica Romana, che più dei garibaldini della spedizione dei Mille di 3 anni dopo, provò a mettere in pratica una delle primissime “insurrezioni socialiste” della storia.
La vicenda mi ha fatto tornare alla memoria un episodio. Era il 1976, a Chiusi al Festival della Gioventù Comunista che quell’anno propose anche un concerto di Tony Esposito, venne proiettato un film, uscito da poco nelle sale: “Quanto è bello lu murire acciso”, di Ennio Lorenzini. Titolo tratto da una canzone popolare rielaborata da Roberto De Simone, il guru del folk revival napoletano che negli anni ’70 fece riscoprire molte cose…
Quel film raccontava appunto l’impresa di Carlo Pisacane organizzata alla maniera mazziniana, badando cioè più all’entusiasmo patriottico e all’ideale che ad una severa preparazione. Imbarcatosi a Genova con ventiquattro volontari con lo scopo di avviare una rivolta, anzi una “rivoluzione” dei contadini meridionali, fece dirottare la nave, diretta a Tunisi all’isola di Ponza dove liberò 300 detenuti e si rifornì di armi.
Dopo lo sbarco a Sapri, Pisacane si rese subito conto del mancato aiuto dei liberali napoletani che non vollero avere a che fare con quella spedizione mista con ergastolani che i contadini temevano come una banda di briganti e dai contorni un po’ troppo socialisteggianti negli intenti…
Nonostante tutto Pisacane volle proseguire nell’impresa, convinto che sarebbe bastato accendere la scintilla perché la rivoluzione divampasse in tutto il Sud d’Italia. Furono invece proprio i contadini ad attaccare e costringere alla fuga i congiurati che vennero circondati presi a fucilate e forconate.. Venticinque di loro finirono massacrati. Gli altri, per un totale di 150, vennero catturati e consegnati ai gendarmi.
Così come la Repubblica Romana del 1849 fu repressa nel sangue dai francesi chiamati dal Papa, anche la spedizione romantica e idealistica di Pisacane di 8 anni dopo finì male. Come quella dell’anarchico Giulio Manieri a Città ella Pieve, nel film San Michele aveva un gallo, dei fratelli Taviani, che hanno affrontato lo stesso argomento anche con Allonsanfàn del ’74.
Ecco, “Quanto è bello lu murire acciso“, Allonsanfàn e “San Michele aveva un gallo” ambientato e girato a Città della Pieve nel ’72 sono tre film di quel filone “politico” che a quel tempo andava di moda e, partendo dal Risorgimento, cercava di ragionare e far ragionare sui tempi del momento, quelli posti dalla grande contestazione del’68, dall’autunno caldo del ’69, sulla dicotomia ancora irrisolta tra democrazia e socialismo, tra anarchismo velleitario e socialismo scientifico, tra via parlamentare e democratica e lotta armata.
Alcuni critici vollero vedere nel film di Lorenzini sull’impresa fallita di Pisacane una metafora sulla fine di Che Guevara in Bolivia “che i rivoluzionari scientifici deplorarono per tanta cecità spontaneistica mentre i libertari ne fecero un mito”. Ma in quel film come in quelli dei Taviani c’è forse anche un altro assunto: quello che il Risorgimento italiano aveva in sé non solo aneliti patriottici, ma anche i germi di una rivolta sociale e politica, aspetto questo che a scuola non ci è stato raccontato. Pisacane fu un esempio tangibile di tutto ciò e infatti di lui si parla poco. Troppo poco.
Il dibattito che si è aperto sulla statua della spigolatrice con il culo velato ma ostentato, ha offuscato ancora una volta il nocciolo della questione spostando l’attenzione sull’immagine sessista o meno… quando invece il nodo è come ci è stato raccontato e insegnato il Risorgimento, come ci è stata raccontata e insegnata l’Unità d’Italia, quanto c’era di rivoluzionario (e non solo di velleitario) nelle idee e nelle iniziative di personaggi come Mazzini e Pisacane.
Nel 1976, anche a Chiusi, i giovani di allora provavano a capire… Quantomeno a interrogarsi proponendo film non proprio di cassetta in contesti di massa…
I giovani di oggi, anche quelli che sono candidati alle elezioni comunali, lo fanno o si fermano a quel culo velato e al giudizio sulla bellezza o bruttezza di quella statua inaugurata a Sapri? Mi piacerebbe saperlo.
Marco Lorenzoni
Non credo che i glutei della statua saprese possano ispirare pensieri profondi sul risorgimento. Diciamo che sono stati esposti -è il caso di dirlo – proprio per fare rumore. L’opera è francamente stantia, non solo per l’ammiccamento da caserma, ma per un iperrealismo ormai sepolto. Brutta come opera d’arte, vorrebbe nascondersi dietro quella nudità in trasparenza che facendo il verso al Sammartino, appunto,sposta tutti i giudizi sul solo aspetto della pruderie. E magari l’hanno anche pagato,lo scultore.
Grande commento Marco
Mi trovi d’accordo Enzo.La gente ragiona sui culi delle statue e ci imbastisce masturbazioni mentali di ogni tipo poi magari non si ricordano più che il sostegno storico ai talebani veniva da lontano per le cedute armi da parte americana da impiegarsi contro i sostenitori di najibullah impiccato in piazza a kabul dalle orde comandate dai preti e dai mullah delle scuole coraniche che cercava di distribuire le terre al popolo ed ai contadini, ed oggi tutti concordi nell’assistenza alle donne della borghesia afgana che-dico giustamente- protestano contro le costrizioni sociali imastite dalla religione.Ma ci sarebbero anche tante altre le cose da dover ricordare al nostro popolo spesso e volutamente senza memoria e senza cultura e quindi predato da pochi furbi sostenuti da chi ne ha l’interesse.Non c’entra nulla col tema e la critica della statua ma la riflessione credo sia d’obbligo ed alla fine credo che sia quella doverosa e che conti e non tanto quella del culo della spigolatrice.
E infatti io con questo articolo, nel mio piccolo, ho provato a spostare il tiro, dal culo alla storia…
Infatti, condivido la tua parte finale del Post e non credo di esagerare quando in tante miei interventi ho definito molti giovani di oggi ventenni, trentenni e quarantenni degli OGM.Anche a noi ormai settantenni a scuola la storia non l’hanno insegnata soprattutto dal punto di vista della critica sociale ma dopo di noi quando appena eravamo divenuti adulti ed anche dopo, il mondo imparò a criticare gli avvenimenti perchè furono poste all’osservazione sia il confronto chè la critica e questo rappresentò una conquista non solo per la sinistra ma per tutti e si schiusero sipari da dove la gente capì che veniva da un mondo dove si era subita la turlupinatura e dove pesava ancora la cultura clerico-fascista che teneva a parlare della libertà ma ne rifuggiva negli atti quando questa veniva reclamata e l’occupazione dello Stato da parte dei partiti governativi era marcata ferocemente e difesa con ogni mezzo sia consentito sia non consentito.Oggi, in questo falso paradiso ”liberale” la cultura è l’ultima cosa che venga perorata e soprattutto conseguentemente la sua lettura e la sua diffusione e con lei logicamente anche gli aspetti critici.Marco, dispiace dirlo ma è proprio da parte di chi si dovrebe ribellare e sentire un moto interiore di ribellione su questi temi che vi è l’accettazione più acritica di quanto viene propinato dal mondo mediatico e dall’informazione. Si potrebbero chiamare benissimo ” i nuovi liberi schiavi” e credo che non si esageri.La punta di questa piramide sociale internazionale come esempio globale sono gli Stati Uniti d’America dove ogni cosa ed ogni moto si manifesta prima di ogni altra zona del mondo prima di essere spinta alla conquista dello stesso mondo,dove la globalizzazione non solo economica ma anche delle menti e delle pulsioni individuali che diventano sociali,imperversa facendo il bello e cattivo tempo e disegnando sempre nuovi schemi di vita che appaiono sempre più funzionali e moderni, tecnologici al punto che quasi sempre si possono applicare agli individui ed alle loro pulsioni,ai loro interessi, ai loro consumi.Relegati in soffitta gli ideali anche da parte dei sindacati per esempio, restano solo politiche che rifuggono dall’introduzione di miglioramenti normativi che vengono concessi solo nella misura in cui in quattro e quattrotto verranno riassorbiti e si deve ancora stare a sentire da parte di chi si dice ”sinistra” i discorsi dell’assicurazione del benessere della gente. ”Il secolo di ricreazione è finito, tutti in ginocchio” ordinò il diavolo a coloro che erano nella mer…. fino al collo e che oggi sono coloro che accettano tutto senza organizzarsi e senza ribellarsi. Vuol dire che la mano di bianco che è passata su di loro ha plasmato sia le coscenze ma anche i pensieri critici che sono scomparsi e domandiamoci il perchè ed a quale cosa tale fatto sia finalizzato, e molti di questi giornalmente ci fanno le lezioni di moralità, in televisione, nei giornali ed anche nel paese nostro.Si è perso ogni misura del vivere e soprattutto nel riconoscere che accettando tutto a capo basso senza distinzione e senza critica si diviene appunto degli OGM che vuol dire ” Organismi Geneticamente Modificati”, modificati per l’accettazione a quanto ci sia ordinato da chi siede sopra di noi ricevendo l’illusione di poter contribuire alla lotta per la libertà.Essere in tal modo vuol dire che quasi sempre si accettino anche i prodotti della defecazione umana e si possano scambiare per libertà e progresso…e tutto questo cosa vuoi che possa poter scuotere la gente in un mondo siffatto? Meraviglia solo chi crede alle streghe.Ma è la sinistra che ha portato e veicolato questo e le sue istanze critiche oppure i gangli di quel sistema nel quale siamo tutti immersi e che risponde al nome valoriale ed etico di ”capitalismo” per il quale oggi esiste una specie di vergogna storica quasi a parlarne in tali termini, un termine che qualifica con assoluta precisione lo status di tante persone di quelle fasce sociali di cui si parlava prima e che si chiama col nome di ”analfabetismo funzionale”. Andatevelo a vedere su Google cosa significa se non lo sapete o non lo si comprenda.Da lì il fatto di essere ”liberi schiavi o schiavi che si sentono liberi” che poi alla fine è la stessa cosa e lo stesso concetto.E ancora ci sono nei nostri paraggi persone che pensano alla sinistra al centro ed alla destra non vedendo che tutte queste categorie sono state cancellate con una gomma talmente robusta ed inscalfibile che è la società costruita sulla ragione del profitto e che per secoli ce l’ha fatto apparire eterno e legato all’uomo ed alle sue manifestazioni in modo da servire da riparo ad ogni tentativo di cambiamento ed anche in modo da poter lavorare per rendere i cambiamenti impossibili. I cani, cari cittadini di Chiusi vanno sciolti, perchè se vengono legati producono cose delle quali avete visto i tentativi di imposizione,ma anche di altro che può essere ancora peggiore.E se non ci credete pensate al fatto che i vostri figli, anche se appartenenti a famiglie abbienti e senza problemi economici oggi, domani scomparsi i genitori vi rischiano di andare ad abitare sotto i ponti come si fà già nelle città degli Stati Uniti d’America dove vi sono 60 milioni di poveri.E’ la prima volta dove nel nostro emisfero sicuramente i figli staranno peggio dei loro genitori se continua tale andazzo. Può essere questo il sistema che vi hanno chiesto per decadi intere di difendere e di non cambiare? C’è chi dice che l’equilibrio sia quello di poter amministrare le diversità ma sono solo frasi sensa senso, senza riferimento alcuno,che vengono sfornate da chi ha interesse a perpetuare questo sistema che ci sta portando alla rovina perchè fà formare inevitabilmente le classi sociali in un mondo dove le risorse sono limitate per natura ed anche per il modo con il quale sono state sfruttate da chi ne ha saputo approfittare.E mica penserete di scamparla perchè abitate a Chiusi in una società siffatta ?O non vi interessa perchè voi a quel tempo non ci sarete più ? Basta sentire e leggere anche ciò che viene fuori dalla sinistra a sinistra della nuova democrazia cristiana :”i tempi cambiano e con essi cambiano anche gli uomini e le loro idee”.Fino a qui posso condividere, il difficile viene dopo quando si dovrà andare ad opporsi a tutti quei tentativi di prevalere e di decisione presi dalla politica contro la gente,perchè questo avverrà non solo a Chiusi nei tempi prossimi, è inevitabile.Solo allora si vedrà chi sia autorizzato a fregiarsi dell’appellativo di sinistra,abitando in casa di chi si era contestato fosse tutt’altro che un benefattore dell’umanità quando tutti potevano vedere che non lo era,tranne coloro che ricevevano speranza di alloggio, di vettovaglie e di considerazione.
Oddio, personalmente non credo che l’arte illumini le coscienze: considerata la sua natura polisemica, ognuno ci trova un segno di ciò che è già. Magari, l’arte l’aiuta a sistemare meglio la percezione di sé, a portarla alla superficie. Nel caso di quella statua, c’è il richiamo a un trito statuto femminile (più che di seduzione, parlerei qui di adescamento 🙂 ) fatto di corpo atletico, rigorosamente glabro, esposizione vetrinistica delle “grazie”, incedere televisivo, insomma il dover essere del femminino porno contemporaneo, appena appena imbellettato da citazioni del settecento partenopeo. Una pura schifezza, che non ha altre ambizioni se non la propria autoreferenzialità. Per questo dubito che possa suggerire alcunché che vada oltre la sua inane presenza. E sospettare secondo fini nella committenza (che chissà cosa vorrebbe nascondere) a mio parere significa cercare ciò che non c’è. Lasciamo che lordi solo la piazza di Sapri, ch’è anche troppo 🙂