E’ MORTO KURT HAMRIN, UN “UCCELLINO” ALLERGICO ALLA GABBIA

domenica 04th, febbraio 2024 / 15:19
E’ MORTO KURT HAMRIN, UN “UCCELLINO” ALLERGICO ALLA GABBIA
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E’ morto Kurt Hamrin. Ai giovani di oggi questo nome dirà poco o niente. Per me è stato il primo grande giocatore conosciuto. Se ho cominciato a tifare per la Viola, tra i 7 e i 10 anni è perché nella Fiorentina giocava Kurt Hamrin. Nome che qualcuno da queste parti pronunciava con una b in più “Hàmbrin”…

All’epoca il calcio si vedeva poco in Tv, non come adesso. Mezza partita la domenica pomeriggio alle 19, poi qualche breve spezzone la sera alla Domenica Sportiva… Io neanche ce l’avevo il televisore a casa. Arrivò un po’ dopo…

In quella Fiorentina, insieme ad Hamrin c’erano ancora Albertosi, Robottti e Castelletti, Gonfiantini, Guarnacci, Marchesi, Pirovano, Maschio, uno dei tre “angeli con la faccia sporca” (gli altri due erano Sivori e Angelillo, Juve e Inter)… poi Brizi, Ferrante, Brugnera… Poco dopo arrivarono Bertini, De Sisti, Rogora… e i più giovani Merlo e Chiarugi aggregati dalla giovanile.

Hamrin giocava con il 7 sulla maglia, lo chiamavano “uccellino”, perché volava leggero sulla destra, ma in area era micidiale. Dribbling, finte, tunnel, velocità di tocco e tiro secco di destro e di sinistro… A noi ragazzini degli anni’60, che cominciavamo a dare calci ad un pallone nel cortile delle case popolari, piaceva “Hàmbrin” perché segnava, ovviamente, ma anche perché giocava come avremmo voluto giocare tutti, scartando gli avversari come birilli per poi metterla dentro con un tocco assassino. O una “rasoiata” in diagonale.

La Fiorentina di quegli anni era abbastanza forte; con Hamrin vinse, se non ricordo male, la Coppa delle Coppe, la Coppa Italia e qualche altro torneo. Il campionato no, lo vinse dopo, nel ’68-69, quando lo svedese era già andato via, a vincere con il Milan: Campionato e Coppa dei Campioni…

Ci piaceva Hamrin perché era un po’ anarchico. Un “uccellino” allergico alla gabbia e difficile da ingabbiare. Uno di quei giocatori capaci di fare la differenza da soli, ma se li lasci giocare come sanno e come vogliono. Quelli forti all’epoca giocavano coi calzettoni abbassati, “a bracarella”, diceva qualcuno: Hamrin, Sivori, Corso, Domenghini, Mazzola, Chiarugi… Una specie di marchio di fabbrica delle ali e dei fantasisti, un segno distintivo.

Classe 1934, Hamrin se ne è andato oggi alla soglia dei 90 anni. Era rimasto a vivere a Firenze. Ha allenato i ragazzini della Settignanese fino alla vecchiaia. Un grandissimo giocatore con 191 gol in serie A, uno ogni due partite giocate… E non era un centravanti.

Oggi uno come Kurt Hamrin probabilmente farebbe fatica e segnerebbe di meno, perché nel calcio non solo più veloce, ma anche più fisico di adesso, dove centimetri e kg contano più della fantasia e della classe, gli “uccellini” avrebbero vita dura. Hamrin è della generazione di Garrincha. La Viola lo prese per sostituire Julinho con il quale aveva vinto lo scudetto nel ’56 ed era considerato un fenomeno.. Julinho era un fenomeno, ma Kurt Hamrin, l’uccellino venuto dal Nord, forse era meglio. Un diamante che nella storia Viola resterà per sempre… E anche in quella rossonera.

m.l.

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