VERSO IL 25 APRILE: UNA INDAGINE SULLA RESISTENZA SILENZIOSA DELLE DONNE CONTADINE IN VALDORCIA E DINTORNI
MONTEPULCIANO – Esce domani, 23 aprile per i tipi di ali&no Editrice e a cura di Silvia Clamandrei, “Resistenza civile e armata in Val D’Orcia. Un’indagine di Judith Pabian sulla costruzione della memoria”. Tema centrale è la memoria, in particolare quella delle tante donne contadine della Val d’Orcia che accolsero, nascosero, nutrirono soldati sbandati, prigionieri in fuga e partigiani, tessendo una rete di solidarietà che fu l’arma vincente della resistenza.
Sulle tracce del memorabile diario Guerra in Val d’Orcia di Iris Origo, un classico sulla resistenza in Toscana, la studiosa australiana Judith Pabian (Università di Canberra) ha fatto base a Montepulciano e nel territorio circostante per indagare con interviste e consultazioni di archivio la costruzione della memoria della battaglia di Monticchiello e il retroterra civile di sostegno alla resistenza armata.
Ospitata e coadiuvata per la consultazione dalla Biblioteca Archivio Piero Calamandrei di Montepulciano, istituzione che custodisce le carte di uno dei comandanti della battaglia, Lidio Bozzini, Judith Pabian ha condotto una serie di interviste nel territorio per verificare la costruzione e stratificazione della memoria nel corso dei decenni, trasmessa attraverso le generazioni, coinvolgendo testimoni sopravvissuti, familiari di partigiani e giovanissimi che serbano quelle memorie attraverso le parole dei nonni, oltre a operatori ed educatori nell’ambito della memoria storica locale, tra i quali Benedetta Origo, Roberto Pagliai e Gianpiero Giglioni.
L’indagine assembla i vari materiali e stimola a verificare la fondatezza delle narrazioni che si sono andate consolidando a partire dai primi documenti del dopoguerra fino alla costruzione dello spettacolo del Teatro povero di Monticchiello Quel 6 aprile che è divenuto il pezzo forte del repertorio di questo paese che si è caratterizzato per una narrazione collettiva della propria memoria.
Pabian, femminista militante nelle battaglie pacifiste, ha voluto evidenziare come dietro la resistenza eroicizzata dei combattenti armati c’è un vasto substrato fatto anche di gesti minimali di cui le donne contadine sono state protagoniste nella Toscana rurale. E le stragi delle popolazioni dei villaggi che hanno marcato a fuoco il territorio toscano miravano proprio a seminare il terrore contro la resistenza civile, soprattutto contadina.
Non furono pochi i casi di contadini trucidati dai nazifascisti perché ritenuti conniventi con i “ribelli” o rei di nascondere i soldati sbandati o disertori… Emblematico il caso di Luigi Perugini e dei suoi due figli Dino e Oreste, che abitavano in un podere vicino a Chiusi Scalo e accusati di aiutare i partigiani furono processati sommariamente e condotti a Chianciano dove furono obbligati a scavarsi la fossa e poi falciati a raffiche di mitra nel piazzale antistante le terme dell’Acquasanta. Piazzale che ancora oggi porta il loro nome. Così come emblematico è il caso del giovane militare sbandato Giuseppe Marino, catturato sempre a Chiusi e impiccato ad un lampione nel cuore di Montepulciano.
«A ottant’anni dalla battaglia di Monticchiello riusciamo forse a rievocarla meglio nel suo retroterra di resistenza quotidiana rurale – scrive nella Prefazione la curatrice del volume, Silvia Calamandrei – e a cogliere il nesso tra quella strage mancata e le tante stragi di civili in Toscana volte a colpire il sostegno popolare alla resistenza. Perché Pabian, con la sua ricerca, avanza delle tesi suggestive, oltre a decostruire le mitizzazioni posteriori: non solo ricostruendo nel dettaglio la battaglia dell’aprile 1944 e la strage mancata del giorno dopo, ma ipotizzando che quella strage mancata abbia potuto innescare i terribili eccidi di massa immediatamente successivi, inducendo Kesselring a indurire i comportamenti delle truppe occupanti contro le popolazioni civili».
Come osserva Alessandro Portelli nella postfazione al volume “è un lavoro sulla memoria della memoria, su come il racconto e il significato di un evento storico cruciale come la battaglia di Monticchiello si evolve a seconda delle funzioni a cui è indirizzato, del tempo in cui è evocato, dello sguardo di chi interroga e scrive. Donna, giovane di spirito, straniera venuta letteralmente dagli antipodi, Judith Pabian impone alle sue fonti e ai suoi lettori un’angolazione diversa da quella abituale. Se a volte questo sguardo laterale e distante può correre il rischio di imprecisioni o errori di prospettiva, tuttavia nel suo insieme ci permette di guardare in modo nuovo, critico ma non antagonista, al modo in cui – non solo a Monticchiello – ci raccontiamo la nostra storia e cerchiamo di dare continuità ai valori che rappresenta”.
Silvia Calamandrei, (1947), Presidente della Biblioteca Archivio Piero Calamandrei di Montepulciano (SI), è la nipote di Piero Calamandrei uno dei padri della Costituzione e figlia di Franco Calamandrei e Maria Teresa Regard, due dei partigiani gappisti che parteciparono all’attentato di via Rasella a Roma. Ha curato molte edizioni e riedizioni di opere e scritture familiari, dai diari di Franco a quelli di Piero all’autobiografia della madre Maria Teresa Regard (ali&no editrice, le farfalle, 2012). Traduttrice dal cinese, inglese e francese, ha pubblicato nel 2021 Attraverso lo specchio – Cina andate e ritorni (Edizioni di Storia e Letteratura), una memoria sulla sua lunga relazione con la Cina, fin dall’infanzia trascorsa a Pechino, e più recentemente Trame di cura. Lea Pimpinelli ed Emilia Baroncelli. Lettere a Colcello ottobre 1943 – maggio 1944 (ali&no editrice, 2022).
Il libro RESISTENZA CIVILE E ARMATA IN VAL D’ORCIA costa € 20,00 ed è disponibile dal 23/4/24 e in pre-ordine: ordini@alienoeditrice.net – www.alienoeditrice.net
Nella foto: “Quel 6 aprile del ’44” messo in scena dal teatro Povero di Monticchiello nell’estate del 1969