CHIUSI: “POSSIAMO”, POTEVAMO O AVREMMO POTUTO? NON CI SONO PIU’ GLI ANDREA COSTA DI UNA VOLTA
Quando nel 1879 il leader anarchico Andrea Costa (foto) decise di accantonare le prospettive rivoluzionarie e insurrezionali immediate tipiche dell’anarchismo, propugnate fino a quel momento, per puntare al radicamento del movimento socialista tra le masse popolari e abbracciare quindi il parlamentarismo e il socialismo scientifico e addirittura il riformismo, scrisse la famosa “lettera agli amici di Romagna“, cioè ai suoi compagni anarchici, per spiegare la scelta e la nuova linea che aveva deciso di intraprendere.
I Podemos chiusini hanno deciso di accantonare i panni dell’opposizione dura e pura vestiti per 5 anni, dal 2016 ad un mese fa, per allearsi con il partito a cui si opponevano e imboccare così una nuova strada, passando, almeno nelle intenzioni, dal movimentismo di lotta alla più pragmatica azione politica da un’ottica di governo. Ma non hanno scritto niente a nessuno. Non hanno convocato nessuna assemblea pubblica, non hanno informato i propri elettori, neanche quelli che come noi di questo giornale nel 2016 li avevano apertamente e pubblicamente sostenuti.
Un mese e mezzo fa hanno fatto sapere che da un anno circa stavano “trattando” con il Pd, nonostante in Consiglio comunale continuassero a votare contro su tutto. Trattavano il passaggio dai banchi della minoranza a quelli della maggioranza senza però farlo sapere. E’ vero che la pandemia ha reso tutto maledettamente più complicato, ma qualche iniziativa si poteva fare, poi ci sono i social, e le videoconferenze… Niente.
Adesso gli elettori dei Podemos si ritrovano i loro rappresentanti alleati con il Pd e il Pd si ritrova alleato con gli oppositori, ma almeno il Pd sulla questione delle alleanze così come sulla defenestrazione di Bettolini si è contato e scontrato, si è diviso. A sinistra del Pd no, non è successo niente. Contrordine compagni, ora si sta di là, e basta…
E’ evidente che nella scelta operata da Possiamo ha inciso ed è stato determinante proprio l’accantonamento di Bettollini da parte del Pd e la candidatura di Gianluca Sonnini, uno che non è mai stato renziano.
Però Sonnini, che non è stato renziano, è stato vicesindaco di Scaramelli e mai ha detto una parola controvento, neanche quando fu barbaramente fatto fuori dalla sera alla mattina.
I Podemos (ma il discorso vale anche per i 5 Stelle, che hanno fatto la medesima scelta e si sono mossi nella medesima maniera) sono stati fieramente contrari a molte scelte operate dalla maggioranza uscente in questa legislatura e nelle precedenti, come ad esempio lo stadio incompiuto o il Piano Regolatore con la famosa “colata” da 200 mila metri cubi di cemento predisposto da Ceccobao nel 2010 e rilanciato da Scaramelli e adesso si ritrovano alleati e in lista insieme con chi quelle scelte le aveva non solo approvate, ma anche sostenute a suo tempo. Perché Simona Cardaioli, Marco Nasorri, Marco Ciarini, Claudio Del Re e altri c’erano e contavano e dall’interno del Pd auspicavano pure la cementificazione dell’attuale campo sportivo, fortunatamente scongiurata con l’operazione palasport…
Bettolini durante il suo mandato da sindaco, quel Piano lo ha drasticamente e giustamente ridimensionato, ma il Pd ha fatto fuori lui e pure gli assessori della sua giunta. Ai podemos non viene qualche dubbio?
Un anno fa, in occasione delle regionali, Luca Scaramelli & C. fecero legittimamente campagna elettorale per la lista Fattori, i 5 Stelle per Irene Galletti, accusando di collaborazionismo chi proponeva (lo facemmo anche noi) il voto disgiunto Fattori o Galletti come voto di lista e Giani presidente, per evitare una vittoria della destra.
Domenica scorsa sia i 5 Stelle che i Podemos erano al Lago a pranzo con Giani, che nel frattempo deve essere diventato più digeribile anche per chi faceva legittimamente lo schizzinoso in nome dei valori della sinistra e amenità del genere…
Adesso che a Chiusi non c’è più Bettollini, il “sistema Toscana” imperniato sul potere inamovibile del Pd, non è più un “sistema mafioso” (termine usato da esponenti del M5S), evidentemente e anche quello è diventato “digeribile” quanto il pesce di lago sia per i pentastellati che per i Podemos.
Nel programma della lista del Centrosinistra per chiusi, alla voce “questione Acea” si legge: “Rapportarsi con Acea e Regione Toscana al fine di trovare la soluzione ottimale nel rispetto dell’interesse della tutela dell’ambiente, del territorio e di chi lo abita”. Nel 2016 i Podemos nel loro programma elettorale, facendo propria una proposta di primapagina, proponevano di realizzare nell’area ex Centro Carni un grande parco fotovoltaico. Adesso quella proposta specifica è sparita, i valorosi Podemos se la sono dimenticata o l’hanno accantonata, dato che non figura più nel nuovo programma elettorale. Qualcuno si è opposto? oppure è stata “cassata” solo perché nel frattempo è stata rilanciata dal sindaco Bettollini e da Primapagina? Chiediamo per un amico. Cosa impedisce ai Podemos di sostenere una soluzione del genere, da proporre ad Acea? Se ce lo faranno sapere gliene saremo grati. Magari prima del 3 ottobre.
Podemos e 5 Stelle erano per la chiusura della Fondazione Orizzonti d’Arte, ci hanno costruito sopra campagne mediatiche, interrogazioni consiliari e iniziative politiche, facendo finta di non sapere che un ente che ha un mutuo da pagare non si può chiudere se non si portano i soldi in banca, uno sull’altro… Adesso nel programma del centro sinistra si legge: “Riorganizzazione e potenziamento della Fondazione Orizzonti d’Arte… rilancio attraverso collaborazioni con altre realtà artistiche…”. Riorganizzazione, potenziamento e rilancio sono il contrario della chiusura. I compagnucci di Possiamo hanno digerito anche questa. Senza colpo ferire. E senza rimpianti per le parole spese in precedenza. Tanto la gente non ha memoria. E poi quelli diventati “governativi” saremmo noi? Va be’ lasciamo perdere. Ci fermiamo qui, più per carità di patria, che per altro.
Non sappiamo come finirà la partita elettorale. Né se la scelta “governativa” di Podemos e 5 Stelle verrà premiata. Una cosa è certa: non ci sono più gli Andrea Costa di una volta. E adesso a livello locale non c’è più nemmeno una sinistra a sinistra del Pd riconoscibile. C’è solo una marmellata informe e impazzita.
Il termine “Podemos” per indicare quelli di Possiamo l’abbiamo coniato noi, con riferimento al movimento di Iglesias in Spagna, ma anche alla traduzione letterale della parola Possiamo. Ora, alla luce della nuova situazione, dal 5 ottobre li chiameremo “Potevamo”. O “Avremmo potuto”…
m.l.
Caro Marco, i tempi cambiano, le situazioni cambiano e pure le persone cambiano. Non siamo più nel 1879, ma neppure nel 2016. Il PD è un partito diverso da quelle elezioni che ci videro contrapposti; è un partito dove è possibile confrontarsi, riflettere, ascoltare, proporre insieme. Abbiamo già scritto un comunicato per spiegare la nostra scelta, evidentemente te lo sei perso. Non abbandoneremo mai la nostra essenza di sinistra, proseguiremo le nostre battaglie, ci faremo rappresentanti dei cittadini all’interno di una coalizione diversa e sperimentale. Cercheremo di portare l’asticella a sinistra, battendoci per l’equità sociale, i diritti, il lavoro e le pari opportunità, partendo dai valori della costituzione e della resistenza.
Pertanto, caro Marco, troviamo assolutamente coerente con il nostro percorso questa scelta, perché non solo ne condividiamo gli obiettivi, ma riteniamo importante, in questo momento storico, riunire la sinistra, compattarla, costruire un progetto unitario che le restituisca vigore, contro una destra che sta dilagando sempre di più, anche sulla scia di quello che sta accadendo in Europa.
Cara Agnese, certo che è un Pd diverso da quello del 2016, ma è molto simile (un po’ troppo a mio avviso) al Pd e ai Ds di prima del 2016 e prima della stagione Renzi-Scaramelli-Bettollini e a me quel partito non piaceva neanche allora… Ritrovarsi a braccetto, dopo anni di opposizione, con “quelli di prima” non mi sembra, in tutta sincerità una grande scelta. Perché la maggior parte delle “scelte scellerate” addebitate alle amministrazioni chiusine (stadio incompiuto, centro merci, pensilona, decentramento delle attività commerciali, tentativi di cementificazione selvaggia, privatizzazioni, arricchimenti personali di esponenti politici ecc..) vengono da quei tempi lì, non dalla stagione renzista… Questa è storia, non è un’opinione… Ed è una storia che ha nomi e cognomi.
Caro Marco, leggo solo ora questo articolo e me ne scuso. Questa volta sottoscrivo tutto quello che hai scritto!!!! Scusa le ripetizioni. Ciao
(ho corretto gli errori)
Abbiamo potuto!!!