VOCE DEL VERBO TRADIRE, BELLA “LEZIONE” DI LAVORO CULTURALE A CITTA’ DELLA PIEVE

giovedì 22nd, luglio 2021 / 11:57
VOCE DEL VERBO TRADIRE, BELLA “LEZIONE” DI LAVORO CULTURALE A CITTA’ DELLA PIEVE
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CITTA’ DELLA PIEVE – Ottanta persone, forse più, alla presentazione di un libro, il 21 luglio, di pomeriggio, con 34 gradi all’ombra e di mercoledì sono un fatto straordinario. E’ successo ieri a Città della Pieve, per la presentazione di “Voce del verbo tradire, autore il sottoscritto. Soddisfazione doppia dunque, per me e per primapagina che il libro lo ha editato…

Un bellissimo pomeriggio, di cui ringrazio di cuore gli organizzatori, ovvero la Libera Università di Città della Pieve e l’Associazione Turistica Pro Loco e in particolare i loro presidenti, Lucia Paoletti e Marco Bertozzi, i quali hanno partecipato anche alla discussione insieme alle due prof del “Calvino” Lucia Annunziata e Maria Luisa Meo. Confesso che ero un po’ preoccupato, perché con un desk del genere, tre professoresse di liceo abituate alle interrogazioni più che alle interviste, temevo di ritrovarmi ad una sorta di nuovo esame di maturità, 46 anni dopo quello vero… 

Sono state tutte e tre eccezionali, cogliendo a pieno sia lo spirito complessivo del libro, sia alcune “sfumature” e chiavi di lettura, per esempio il senso di “denuncia” che pervade molti dei 20 racconti, denuncia non solo della tendenza al tradimento, ma anche della tendenza al sopruso, della violenza del più forte nei confronti del più debole, e non di rado di alcuni verso lo Stato e dello Stato verso i cittadini…

Una lettura insomma di “Voce del verbo tradire” non soltanto come una raccolta di storie ignobili piccole e grandi, ma anche come “testo di letteratura civile”, che è anche in qualche modo un riconoscimento all’impegno giornalistico nel territorio. E di questo  ringrazio.

L’esame di maturità a 65 anni è risultato molto piacevole. Perché il dibattito che ne è scaturito è stato a mio avviso interessante (per me sicuramente, spero anche per il pubblico), molto pertinente rispetto ai vari aspetti del libro e anche piuttosto profondo, cosa rara se si guarda per esempio alla politica di questi tempi. E la colpa non è tutta della pandemia. 

E’ stato senza dubbio intrigante e “prova provata” di uno degli assunti del libro, il fatto di ritrovarsi a parlarne in uno dei “luoghi del delitto”, cioè in un luogo teatro dell’epilogo sanguinoso di una delle storie raccontate: quella della Congiura di Magione contro Cesare Borgia, nel 1502, che finì male, malissimo, con il Duca Valentino che fece assassinare  – con l’inganno e il tradimento – chi voleva tradire lui. Due dei protagonisti furono uccisi proprio nella Rocca di Città della Pieve…  Ma se l’iniziativa si fosse tenuta anziché nel cortile della Rocca, a Palazzo della Corgna, sarebbe stata la stessa cosa, perché un altro dei racconti ha come protagonista Ascanio Della Corgna, cioè il costruttore e proprietario di quel Palazzo… Città della Pieve è presente in molte delle venti storie del libro, anche nelle due meno sanguinose e diciamo così, più “leggere” (i “promessi sposi” di Salci e gli “spareggi tarlati” del Chiusi calcio, con un personaggio pievese che fu un assoluto precursore del pallone sponsorizzato).

Città della Pieve così come Chiusi o Cetona o Magione e altre realtà della “terra di mezzo”, una terra che Lucia Annunziata ha definito una sorta di personaggio aggiuntivo del libro,  una terra di mezzo madre capace di divorare i suoi figli, ma anche di proteggerli oltre ogni ragionevole dubbio, pure quando non se lo meritano…

Si è parlato delle storie antiche e del vezzo di raccontarle utilizzando metafore calcistiche o strofe di canzoni, ma anche delle storie più recenti, quelle della seconda parte del libro, che in molti casi hanno come protagonisti positivi o negativi persone che anche molti dei presenti hanno conosciuto, fatti vissuti direttamente, da vicino, come la notte del tentato golpe del ’70 e poi del ’74, la vicenda delle Br di Moiano con la storia di Luigino Scricciolo, caso di malagiustizia durato 20 anni; o la stagione dei sequestri di persona da parte dell’anonima sarda che vide scorrere nella zona fiumi di sangue e di soldi; i delitti di cui si è autoaccusato Angelo Izzo, fascista psicopatico invischiato in mille trame, fino alla morte in carcere di Aldo Bianzino o lo strano e poco probabile suicidio di David Rossi, volato da una finestra della sede centrale del Monte dei Paschi a Siena, come Pinelli dalla questura d Milano…

E’ stata insomma una bella giornata di lavoro culturale quella di ieri a Città della Pieve. Il parterre numeroso, attento e qualificato (tra i presenti la consigliera regionale Simona Meloni, la capogruppo di opposizione Simone Fabbrizzi, i fratelli Enzo e Lorenzo Mancuso, freschi vincitori della Targa Tenco, lo scrittore Massimo Gagliano, l’ex preside del Calvino Biagio Pittaro, l’ex assessore ala cultuta Carmine Pugliese…) per il libro di un giornalista di provincia che non è main stream come Michele Serra o Scanzi è un segnale anche alla politica… Ragionare e disquisire sui caratteri di questa terra a cavallo tra due regioni, delle storie ignobili o scomode che l’hanno attraversata e segnata, in qualche caso “marchiata a fuoco”,  aiuta a capire chi siamo e da dove veniamo, come diceva Gramsci. E forse aiuta anche a capire e farsi un’idea di dove stiamo andando …

Grazie di nuovo, a nome di tutta la redazione di primapagina, a chi ha messo in piedi l’iniziativa, alle prof che hanno tenuto una bella e piacevolissima lezione. Averne di giornate così… Ci vediamo alla prossima.

Marco Lorenzoni

 

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