INGHILTERRA-ITALIA: DAL GOL-NON GOL DI HURST ALLA FINALE DI DOMENICA. L’11 LUGLIO PORTA BENE ALL’AZZURRO
Domenica prossima, 11 luglio si giocherà la finale degli Europei di calcio. Inghilterra-Italia. A Wembley. Il tempio del calcio inglese. Con il pubblico. Per gli azzurri sarà dura. Il fattore ambientale gioca contro. E il rigore generoso concesso agli inglesi e trasformato in due tempi da Kane contro la Danimarca in semifinale evoca pure cattivi pensieri. E un ricordo lontano. La nazionale inglese è dal ’66 che non vince più niente, sono 55 anni. Nel ’66 vinse il Mondiale che si giocò in Inghilterra. Finale a Wembley contro la Gemania. Anzi contro la Germania Ovest, perché all’epoca c’era ancora il Muro di Berlino e di Germanie ce n’erano due, quella dell’Ovest e quella dell’Est, comunista. Che poi si dice comunista perché era governata da un regime filosovietico che aveva due simboli: la Trabant una utilitaria talmente brutta che sembrava fatta apposta per essere presa per il culo e la Stasi, la polizia politica che aveva trasformato mezza popolazione in spie… Di comunista aveva poco, salvo il nome.
Quella finale in casa gli inglesi la vinsero 4-2 dopo i tempi supplementari, finiti sul 2-2, con il pareggio dei tedeschi a un minuto dalla fine… Con quella vittoria l’Inghilterra si aggiudicò il mondiale e diventò così la quinta nazionale a conquistare la Coppa Rimet (si chiamava così, allora). Prima avevano vinto due volte l’Italia (1934 e 1938), due volte l’Uruguay (1930 e 1950), due volte il Brasile (1958 e 1962), una volta la Germania (1954). Nel ’66 l’apoteosi del calcio inglese e all’inglese, con il capitano Bobby Moore a dirigere la difesa e il professor Bobby Charlton, che aveva un look da impiegato del catasto, ma col pallone sapeva sempre cosa farci… Dei 4 gol inglesi, 3 li segnò Geoffrey Hurst. Uno, quello del 3-2 che diede di fatto il via alla vittoria dei britannici, è stato per 50 anni il gol-non gol più famoso della storia. L’arbitro lo diede buono, su segnalazione del guardalinee, ma per i più la palla dopo aver battuto sulla parte interna della traversa non era entrata. Oggi, con il Var e la Goal Line Tecnology sarebbe stato molto più semplice e il dubbio sarebbe stato risolto al massino in 5 minuti, non in… 50 anni. Sì, perché solo nel 2017 uno studio di Sky Sport, con l’ausilio delle nuove tecnologie e della realtà virtuale ha risolto l’enigma certificando che il gol-non gol di Hurst in realtà era gol ed era valido.
Quella vicenda lontana e il rigoretto dubbio di ieri contro i danesi fanno venire, come dicevamo, qualche cattivo pensiero, giocandosi la finale degli Europei a Wembley ed essendo il campionato inglese, la famosa Premier League, il campionato più ricco del mondo, dunque potrebbe anche far comodo ai padroni del vapore premiare chi spende e paga di più… Ma gli inglesi sono sportivi, giocano il solito calcio da sempre, da quando lo hanno inventato. Non amano fare troppi calcoli e magheggi che lasciano volentieri a paesi e squadre più… bizantine…
E poi, diciamolo, la finale degli europei si gioca sì a Wembley, nella fossa dei leoni inglesi, ma si gioca l’11 luglio. E l’11 luglio per l’Italia del pallone è festa grande, perché l’11 luglio dell’82 Zoff e compagni vinsero il Mondiale in Spagna sotto gli occhi divertiti e soddisfatti del presidente Pertini e di Re Juan Carlos… Insomma la “cabala” non pende solo dalla parte degli inglesi. Una buona stella ce l’hanno pure gli italiani.
Var e tecnologie avanzate dovrebbero mettere a riparo anche da situazioni spiacevoli e dubbie. Che si giochi a Londra, nello stadio in cui gioca solo la nazionale inglese e nessuna squadra di club, può esaltare i ragazzi di Southgate, ma giocare una finale a Wembley esalta ed esalterebbe chiunque, anche chi gioca nel Sassuolo. E nell’Italia di Mancini ci sono pure giocatori che giocano a Parigi o nel Chelsea proprio a Londra. Non soffriranno il clima… Poi certo, con questa Inghilterra ci sta di perdere. Ma anche contro questa Italia puoi perdere, anche se giochi in casa.
Entrambe le squadre hanno fatto vedere un buon calcio e giocatori capaci si spaccare la partita con una giocata. E’ già molto bello esserci alla finale di Wembley…
m.l.