IL BOOM TURISTICO DI CERTE REALTA’: I COLPI DI CULO DI CITTA’ DELLA PIEVE
CITTA’ DELLA PIEVE – A volte il successo turistico (e mediatico) di un luogo, più che dalle bellezze architettoniche, dalle risorse archeologiche, dai musei e delle pinacoteche dipende da… un colpo di culo. Prendiamo il caso di Città della Pieve, centro storico straordinario, patria di uno dei più grandi pittori del Rinascimento, del quale conserva opere importanti… Ebbene nonostante questo non riusciva a decollare e neanche una grande mostra sul Perugino (il divin pittore di cui sopra) riuscì a smuovere le acque.
Ma laddove non riuscì Pietro Vannucci, riuscirono invece i Carabinieri. No, non quelli veri. Quelli della Fiction di Canale 5… che per anni ha “okkupato” quasi militarmente il centro storico pievese con qualche escursione anche nei paesi limitrofi. D’altra parte nelle varie annate si sono succeduti attori piuttosto famosi: Pino Caruso, Dario Vergassola, Paolo Villaggio, Andrea Roncato, Roberto Farnesi e starlette di richiamo come Martina Colombari, Alessia Marcuzzi, Elisabetta Canalis… A distanza di 20 anni (la prima serie andò in onda nel 2002) c’è ancora gente che cerca il “Bar Pippo” o la “caserma dei Carabinieri”… C’era tutto un turismo, soprattutto domenicale e dei week end, legato alla fiction, indotto dalla notorietà televisiva…
Insomma per Città della Pieve un bel colpo di culo. Un po’ come Don Matteo per Gubbio e poi Spoleto. Sempre in Umbria. Perché il “nazional popolare” sposta le masse, più che le produzioni di nicchia…
Ma la Pieve (come la chiamano i suoi abitanti) deve essere una cittadina fortunata. Perché i colpi di culo non sono finiti con la fine della serie Tv Carabinieri. E per la solita storia che il nazional popolare tira più anche degli Oscar vale la pena segnalare che la presenza e la residenza pievese del premio Oscar Colin Firth ha fatto meno clamore mediatico di un video promozionale della città che circola da qualche settimana. Video girato da Luca Argentero (uno che arrivò con Carabinieri e poi si è innamorato del posto), che non solo alla Pieve ha scelto di viverci, ma la settimana scorsa ci si è pure sposato, arrivando in comune elegantissimo insieme alla sposa Cristina Marino a bordo di una moto con sidecar (foto).
Ovviamente anche il matrimonio di Argentero ha fatto il giro dei social, tutta pubblicità per la città del Perugino…
Così come è tutta pubblicità non prevista e non richiesta quella che i media (anche i grandi media, Ansa in testa) riservano alla cittadina per il fatto che è luogo di residenza, almeno nei week end, del presidente del Consiglio Mario Draghi. Un altro bel colpo di culo, la nomina di Draghi a capo del governo. Perché alla Pieve Draghi ci abitava anche prima, ma a parte noi che lo beccammo alla Conad a comprare gamberoni, nessuno ci aveva fatto mai caso… Adesso ci sono troupe televisive fisse pronte a raccontare ogni movimento del premier, ogni acquisto che fa, ogni pisciatina del suo cane… E intanto la Pieve sta sui media più di Genova, di Palermo, di Bologna o di Bari… Mica poco.
Il Palio (uno dei più belli e suggestivi del centro Italia, con 1.000 figuranti), lo zafferano, i dipinti del Perugino, la struttura architettonica della città, non avevano mai avuto tanta audience, neanche quando è intervenuto uno come Sgarbi… Niente. E’ la Tv la chiave del successo, non c’è niente da fare. La tv, adesso mista ai social, che prima ovviamente non c’erano.
La riprova? dal punto di vista della qualità del prodotto non c’è nemmeno paragone, ma il film dei fratelli Taviani “San Michele aveva un gallo” ambientato a Città della Pieve nell’800 e girato nel 1972, apologo straordinario post sessantottesco, sul conflitto politico-esistenziale tra socialismo utopistico e socialismo scientifico, tra due modi di intendere la rivoluzione, quello anarchico e quello marxista, non ha avuto alcun ritorno mediatico-turistico, a differenza di Carabinieri, fiction di serie B per famiglie nell’era berlusconiana…
Ovviamente, ben vengano i colpi di culo. Giusto anche sfruttarli, per quanto possibile, e Città della Pieve li ha assecondati magistralmente. Ma sarebbe bene discernere, scegliere quantomeno il grano dal loglio, come si suol dire. E avere consapevolezza che la fortuna può anche capitare, ma è una variabile indipendente, un di più… Non fa parte di default della dotazione della casa, come l’argenteria di famiglia o il panorama. Viene e va e non sempre premia il meglio. O rappresenta il meglio che c’è. Il “nazional popolare” non va demonizzato, ci mancherebbe, ce lo ha insegnato Gramsci, ma neanche va preso per oro colato. E al popolo non si possono spacciare fondi di bicchiere per diamanti. Per cui ogni evento, ogni presenza che porti attenzioni va bene, ed è anche bello che qualche “vip” si spenda per favorire o fare promozione al luogo in cui ha scelto di vivere. Argentero per esempio è da encomiare. E da ringraziare. Come lo sono altre presenze rilevanti che però hanno meno esposizione mediatica: penso ai fratelli Mancuso, interpreti eccezionali della musica etnico-popolare.
Perché per esempio, a quasi 50 anni da San Michele aveva un gallo, Città della Pieve non dedica una giornata, una qualche iniziativa a quel film e al regista Paolo Taviani (Vittorio è morto nel 2018)? La domanda la giriamo all’assessore alla cultura.
m.l.
“San Michele aveva un gallo” è uno dei film più noiosi che abbia mai visto sebbene, a quei tempi, non mi sottraessi a massicce dosi di “Corazzate Potemkin”, in nome di una frenesia di sapere che andava ad attingere principalmente a quell’area ideologica e a quel tipo di espressione artistica. Eppure, forse proprio per questo, lo ricordo con grande piacere anche perchè opera di due artisti che ho molto amato, quelli, si, forse non adeguatamente considerati.
Per il Sig. Mancuso. Ha reso molto bene l’idea ed è concepibile che anche quando le cose e l’aria di queste non sia da noi apprezzata per tante ragioni, ma che solo per il fatto di far parte di un tempo da noi vissuto lontano e/o molto lontano,tutto questo lo fa immergere in una saga di ricordi che fà i conti col vissuto e la rende comunque parte del tutto ed anche apprezzabile,anche se spesso diretta logicamente verso ”il personale” degli altri.L’uomo è un animale adattabile e spesso sono anche le condizioni materiali che fanno il modo di pensare(anzi quasi sempre per non dire sempre) e quindi anche di sentire.
Forse il turismo mordi e fuggi serve solo 2 o 3 mesi l’anno,scarsi.Sicuramente la visita alla citta’ deve essere una costante di qualificazione nella qualita’ ed offerta ,ma la vera polpa occupazionale e’ ben altra.Non a caso la Firenze dei Medici divento’ importante perche’ i Medici i capitali li avevano fatti con le banche e gli affari.Poi fortunatamente non si dedicarono alla caccia od ai banchetti,ma investirono sull’arte,quella emergente.Ci vuole un mix per lo sviluppo:idee,capitali,innovazione nella tradizione,servizi,nuove leve,progetti.Insomma un complesso lavoro costante e con visione in lungo ed in largo.Ma questa e’ altra storia…passata.
Caro Sig. Remo, io da anni nel mio piccolo ho cercato di contemplare ciò che lei ha detto nel finale del su intervento,sperando proprio che il fruire di certi mezzi non sia veramente storia ed acqua passata.Credo che ormai sia storia nota a diversi che da qualche anno mi sono proferito ad offrire collaborazione e mostre al Comune ma con pochi e scarni risultati, magari apprezzati lì per lì, ma che non hanno visto una continuità vera nel tempo.Non è la prima volta che prendo iniziative nei riguardi di Città della Pieve perchè sostanzialmente mi considero un figlio del territorio, come era mio padre,mia madre e soprattutto mio zio Solismo Sacco che fu anche Sindaco. La base-e ne ho fatta esposizione forse anche un po’ troppo logorroica a coloro che in questi 10 anni ho contattato-è quella che è contenuta dentro il mio Archivio ” The Face of Asia”(www.thefaceofasia.org)e che ha cessato dopo 10 anni di essere una Onlus poichè i costi e tutto quanto riguardava l’amministrazione dei soggetti d’archivio fotografici e documentaristici,la cui catalogazione e conservazione era a totale mio carico e quindi non più sopportabile dal punto di vista sia economico chè di tempo che richiedeva la cosa.Tale Onlus nata per fornire mostre a pubbliche amministrazioni e privati,alla fine del 2019 l’ho chiusa ed ho ripreso il materiale ceduto in comodato gratuito all’Associazione ed adesso chi lo desideri è bene che si frughi un po’ le tasche,chiunque esso sia.Sò bene questi sono tempi che hanno restrizioni economiche da ogni punto di vista si guardino ma che se è vero che di cultura si possa anche vivere, occorrerebbe la volontà di più di un soggetto singolo, specialmente pubblico, che si prendesse la briga ,l’onore e l’onere, di salvaguardare e sviluppare ed amministrare un patrimonio di cui io sono l’unico attualmente a conoscerne il contenuto e la varietà di materie ivi contenute.Senza spocchia nè boria potrebbe essere una istituzione aministrata da più soggetti pubblici anche dei territori confinanti come per esempio quello di Chiusi che si assumessero l’onere ed avessero la lungimiranza della fruizione di tale contenitore.Vi sono migliaia di lastre fotgrafiche dell’italia e del territorio, lastre dei primi fotgrafi che hanno esplorato l’Asia dalla seconda metà dell’ 800 in poi ma anche precedenti, un notevole fondo librario d’epoca di circa un migliaiao di volumi incentrati tutti su viaggi di esplorazione-anche alcuni introvabili- ma anche tanto altro ancora come collezioni,cartografia rara di esplorazione ecc ecc. Personalmente ho una certa età e siccome le cose sopravvivono al nostro arco di vita e si spingono oltre,non vorrei correre il rischio che una volta affidate all’amministrazione di un Comune o di qualsiasi ente pubblico,finissero con il soddisfare gli appetiti privati come spesso succede o di altre associazioni di altro tipo,magari religiose o diverse, oppure ancor più alienati dagli enti pubblici a cui per etica io desidererei cederli, messi all’asta per far soldi e rimpinguare i bilanci per magari asfaltare le strade o simili. Ecco perchè avevo avuto l’intenzione di creare una Onlus quindi senza scopo di lucro e procedere del mio passo per creare ”cultura”.E’ una ambizione che ho sempre avuto perchè oltre ad essere una passione vera, riguarda il lavoro mio di ricerca fatto per 50 lunghi anni ed anche più, il lavoro di mio padre e quello di mio zio e non desidero in alcun modo che chi verrà dopo di me lo possa ritrovare nei mercatini ed il ricavato goduto in soli soldi da chi lo possa ricevere,altrimenti lo avrei già fatto io stesso codesto passo.Mi sembrerebbe una posizione -questa mia- concepibile,che tenga presente il valore sociale delle cose e la cultura che graviti intorno ad esse.Purtroppo sò bene che viviamo momenti dove mancano le sostanze anche per vivere e che diano da campare a gente normale ed ai loro figli e questo dovrebbe essere e rappresentare un impulso a collocare politicamente entro ognuno di noi prima di ogni altra cosa la natura del sistema in cui ci dibattiamo,dal momento che lo vediamo e lo sentiamo indorato tutti i giorni e tutti i giorni in me quando sento tali cose cresce anche un senso di repellenza e di respingimento dall’etica di coloro che oggi sono diventate macchine guidate dalla politica per l’accaparramento di risorse per credere di poter ben figurare nei riguardi dei cittadini.Su tali questioni non bisogna andar molto lontano per rendersene conto,basta vedere con un occhio non viziato dalla faziosità la situazione del nostro paese e pensare alla classe politica che ha governato e che cerca in ogni modo e ad ogni piè sospinto di restare a galla.Purtroppo la storia ha suggellato una cosa che molti dimenticano ed è quella che l’uso delle leggi e delle regole del sistema serve al sistema e non produce alternativa vera al sistema dove si vive. Per produrre alternativa vera c’è bisogno di scossoni forti ma consapevoli allo stesso tempo e che incontrino il favore della gente che non ne può più di vivere nella precarietà che il sistema stesso produce, le cui regole dicono che ancora sarà così,perchè oltre ad aver creato le regole affinchè tutto ritorni controllabile, produce anche la sottocultura mediatica alla quale i poveri( poveri non perchè non abbiano il loro conto in banca)sono sottomessi e che loro stessi ricercano come sfogo alla loro condizione,come il consumismo che avvolge tutto. Mi convinco semprepiù che all’interno di tutto questo meccanismo, di cultura è anche inutile parlarne.C’è solo da dire che la storia nel suo lungo corso,talvolta ha prodotto anche inaspettati cambiamenti ai quali lo stesso sistema non ha potuto mettere le toppe.Mi auguro che con l’onesta politica ed intellettuale che occorra,anche un comune piccolo come Città della Pieve possa dare su questa strada un segno di diversità dal complesso che bolle in pentola, che possa pesare ed essere evidente come ricerca ed anche come vittoria della ragion pubblica e politica dei ceti che hanno votato tale amministrazione.Ma per far questo occorrono gli esempi visibili, seguiti da persone la cui attendibilità culturale e personale sia di provata efficienza, e soprattutto lontana dalle mire avvelenatrici dei partiti ridotti oggi come sono ridotti, che le vogliono far loro, metterci il cappello e vantarsene verso tutto il resto per poi farne fruire gli uomini che sono alla guida.Sarebbe il contrario di un concetto corretto ed etico di politica di cui oggi nessuno ha più bisogno.E nei confronti della Pandemia -se posso finire questa mia giaculatoria e sfogo – dicono tutti oggi che dovremmo cambiare perchè il mondo non sarà più lo stesso.Dicono questo e dicono così, ma i governi che ci guidano, in cuor loro già sanno che quando si tratta di dare spazio e più risorse a cespiti come ”cultura e sanità” che secondo loro sono settori sostanzialmente improduttivi e secondo il mio avviso invece sono settori da cui dipende l’avvenire e la civiltà di una nazione intera, vediamo che si dispongono a riperpetuare quel principio diabolico riformista tanto caro anche ai settori della sinistra che per anni si sono dibattuti in questa impasse e diatriba(riformatori o riformisti) in un silenzio generale ed assuefazione che hanno all’intorno degli schieramenti che da ”sedicente sinistra” puntellano il governo.A tal proposito è notizia di oggi del discorso che il Ministro degli esteri Di Maio, oltre alle lodi inconcepibili fornite all’Ucraina,il cui governo espresamente fascista e golpista con i soldi degli Stati Uniti ha fornito ben 20 miliardi di sussidi e di armi in funzione anti russa, ha negativamente contestato il fatto che la Crimea, abitata da sempre dal 90% della maggior parte di popolazione russofona, abbia con voto espresso liberamente decretato la sua annessione alla Russia avvenuta due anni or sono circa. Come si vede,la politica atlantica di far scoppiare la Russia e la Cina e creare loro le condizioni perchè deflagrino le loro istituzioni dall’interno e magari anche dall’esterno correre in soccorso militarmente con le truppe della Nato( ….fosse la prima volta che ci provano…) è sempre in auge.A chi diceva tempo fa dalle colonne di questo giormale ”meglio Biden chè Putin” usando tali schemini mentali buoni negli anni ’50 della propagamda della Spes ” Vota Dc perchè in Russia i figli sono dello stato” risposi di attendere le prime mosse dopo l’elezioni di un democratico come Biden e poi di poter parlare.Vediamo infatti il rinforzo dei soldati di stanza in lituania ed in lettonia, la riconferma dei soldati di stanza in Afghanistan, la politica dei membri NATO verso le sanzioni alla Russia,l’insistere con la Cina cercata di sputtanare in tutto il mondo per la possibile insorgenza in loco della pandemia( la commissione ONU non gli è bastata per la quale non ne ha decretato le responsabilità ed era sicuro che cosi fosse che avessero richiesto un altra commissione capitanata e comandata adesso da loro servetti ).Vedere le cose con un occhio del genere significa essere e giustificare quell’aggressione che non è mai cessata verso chi ha impiantato in partenza sistemi politico-sociali diversi e non basta neppure adesso che in quei territori non esiste nè comunismo ma esiste effettivamente il capitalismo, anche quello non tanto soft ma con un controllo sociale non certamente da liberismo).Ecco contro cui si scaglia il governo italiano prigioniero del ricatto dell’appartenenza globale che non ha per motivi di opportunità politica(sbagliata secondo me) mai tagliato il cordone ombelicale con la nazione più potente della terra che ti fa mangiare pane con poco companatico, le cui sorti ed alleanze sono osannate da tutti gli schieramenti della destra, della confindustria, ed anche di tanti ministeri che politicamente sono stati soggetti al ricatto dall’esterno. Negli anni del dopoguerra si è avuto il terrorismo perchè c’era il pericolo che i comunisti condividessero le responsabilità di governo con la DC ed i suoi ramoscelli prezzolati,nella terza repubblica è cambiato ben poco all’italia, di sicuro nella gente è aumentata l’ignoranza politica e l’alienazione ed è quello che corrisponde allo schema di chi ha governato da sempre nonostante ci facciano vedere oggi l’unione concertata da tutti.La democrazia Sig.Remo è una parola vuota, a comiciare proprio da chi sempre la invoca ma per averne visione vera e giusta occorre anche avere memoria, soprattutto storica. A me coloro che si potrebbero senza mezzi discorsi chiamare anche ”servi” non mi sono mai piaciuti perchè le commistioni valoriali si producono maggiormente con l’uso di questi.ed è quello a cui assistiamo sotto òl’egida degli nirreprensibili che hanno ” profili di alta professionalità ed attendibilità….”
Ma chi ha scritto l’articolo definendo certe cose un colpo di culo, non si domanda perché, per esempio per “Carabinieri”, fu scelta Città della Pieve e non Chiusi?
la risposta è scritta nell’articolo. Comunque per lo stesso motivo per cui qualche anno dopo fu scelta Montepulciano )senza successo e non è che Montepulciano sia “inferiore” a Città della Pieve quanto ad appeal) o er il motivo per il quale è stata scelta prima Gubbio e poi Spoleto per Don Matteo… Ma se lei vivesse a Chiusi certe dinamiche e problematiche le avrebbe certamente più chiare… vivendo altrove ci sta che qualcosa le sfugga
X Alessio Rossi. Ma cosa vuole sperare Alessio da un paese in cui un piccolo nucleo di amici storici hanno sempre detto e pensato che non sopportano ” intrusioni” dall’esterno di qualsiasi genere e Chiusi è meglio lasciarlo per loro nella calma e nella tranquillità e nell’attuale stato di effettiva desolazione? La mentalità latente questa è, ed influenza anche gli altri. In località ” Le Torri ,nella parte destra della strada dove confina il Comune di Castiglione del Lago con quello di Chiusi,di fronte all’azienda vivaistica Margheriti ed andando verso Chiusi invece che 16 cartelli stradali fissi nello spazio di 200 metri che indicano ”il buon senso latente di chi decide”, ci dovrebbe essere messo il cartello che c’è all’entrata del Cimitero Monumentale del Verano a Roma dove stà scritto ” quello che noi fummo siete, quello che noi siamo sarete”.Daltronde vede Alessio, le leggi e le disposizioni in italia sono fatte ad uso e consumo delle aziende che producono e non delle persone, e l’apparato le rispetta, ma quelle relative al benessere delle persone e far cambiare modo di pensare ai cittadini nonostante se ne parli sempre, è materia a venire…..ma c’è anche chi li difende e quindi alla fin fine è vero il detto ”chi è causa del proprio mal pianga se stesso”. Questo vuol dire sputare sul piatto e su chiusi? No davvero,
ma chi lo ha amministrato fino ad oggi qualche responsabilità secondo lei e secondo i cittadini che leggono ce l’avrà? A sentir gli interessati ed a leggere il loro giornalino sembrerebbe di no, perchè cola di iniziative.
Alessio, non comprendono nemmeno loro che alla fine cozzano contro un muro che cresce giorno dopo giorno,mattone dopo mattone.Per rendersi conto di questo basta osservare le reazioni interne al partito reggente che ci sono state,dove non sono loro a determinarne il futuro,ma il tempo.Ed allora purtroppo quel motto del Verano non è tanto lontano.Sarebbe bene per tutti poter cercare una alternativa,non facile senz’altro come hanno fatto diversi comuni circonvicini al nostro ma l’ha intuito come viene contrastata dal complesso mediatico tale eventualità ? Ed in tale complesso non ci sono solo partiti politici ma un esteso modo di pensare che comprende associazionismo creato ad hoc, associazionismo parrocchiale, banche, associazioni di commercianti a cui ogni volta si promette lo sviluppo, ma lo sviluppo come sempre ne hanno parlato ed istituito ,cultura, cemento invece di ristrutturazione delle esistenti cubature per dar mano ai professionisti perchè solo quelli in sintonia con tutto questo hanno campato e si sono sviluppati,ieri con i centri commerciali naturali, oggi con le fermate dei Frecciarossa ”grande motivo di aiuto allo sviluppo turistico” e con la programmazione di nuovi centri commerciali per un paese di 8000 anime in regressione. Ma c’è passato mai per la strada che porta al lago e che passa davanti alle tombe etrusche? L’ha notato in quali condizioni siano lasciati i bordi della strada fra erba alta 60 centimetri, le tombe chiuse e per farle visitare a gente di passaggio occorre prenotare al Museo tutta una serie di concatenazioni come mezzi che arrivino fino lì? Ha mai visto le aiuole in Via Leonardo da Vinci lungo il marciapiede in quale stato versano? Poi si viene a parlarte di cultura e di rivitalizzazione delle strutture che abbiamo.Ci vuole coraggio anche a non parlarne.Allora andrebbero secondo lei mandati a casa ? Secondo me si,avendo la consapevolezza che a questo punto al paese serve un grande e necessario scrollone e uno scatto di dignità.Visti i trascorsi non è facile riuscirci ma credo che sia doveroso fare tale sforzo perchè se è necessario per il nostro paese perchè si possa salvare dal degrado nel quale è caduto, tutto questo rappresenta anche un fatto di dignità e per questo coloro che si ripromettono tale condizione secondo il mio modesto pensiero dovrebbero fare tutti un passo indietro,non abiurare la loro individualità politica ed ideale perchè questo sarebbe impossibile farlo, ma confluire in una lista che raggruppi la maggior parte dei soggetti come espressione di ”civismo” e contribuire a ricostituire una piattaforma da dove poter ripartire,mandando all’opposizione coloro che hanno governato che sicuramente si attaccheranno alla comune diceria che oltre agli errori abbiano fatto anche tante cose buone…questo è quello che vorrebbero far passare nella testa delle persone che spero non ricadano ancora una volta nell’imbraca….ma visto il pregresso, non ci giurerei.Non credo che vi siano molte altre alternative a tale stato di cose.Questo è tutto.
x Marco Lorenzoni.Sulla risposta che hai dato sulle differenze fra Città della Pieve e Montepulciano che sicuramente è plausibile, io credo che occora dire anche un altra cosa che è quella della profonda diversità del carattere degli abitanti di questi due paesi ognuno con i propri trascorsi che ne hanno fatto l’identità.Montepulciano è stata da tantissimo tempo una cittadina di carattere internazionale, per mille motivi dovuti alla posizione, alla produzione vinicola, all’afflusso turistico ed alle sue strutture come cittadina tipica rinascimentale e medioevale ed anche tutto questo ha influito nella formazione del carattere degli abitanti, molto più organicamente paralleli alla senesità ed anche alla fiorentinità andando a guardare secoli addietro.Quindi si tratta di un altro ambiente,molto più calato e tipico di quello che ha rappresentato la toscana nel cuore di quell’italia che grazie soprattutto ai Medici ed i lorenza è partita dal un livello di sviluppo onnicomprensivo superiore a quello di Città della Pieve.E forse tutto questo ha segnato non tanto un motivo di sorpresa nell’accettazione della popolazione come risposta non tanto propriamente pronunciata con forza all’evento dei film.E’ un po’ il carattere toscano, critico e polemico sopra ogni cosa che può aver segnato anche una diversa risposta. A Città della Pieve, di certo più piccola e dipendente fino a qualchje decenni fà dall’attività economica unica dell’agricoltura ben radicata nella vita delle persone, lo scoprirsi borgo medioevale in un lasso di tempo limitato e l’essere proiettata nel complesso mediatico partendo da zero in quanto a popolarità e conoscenza espanse di cui ha potuto fruire invece Montepulciano, all’occhio dei suoi abitanti ha causato un impatto sia sconvolgente sia per certi versi coinvolgente,in quanto la cittadinanza tutta non era abituata al flusso turistico poichè tale flusso era solo in un mese all’anno quando gli emigrati pievesi a roma tornavano d’estate alle loro vecchie case che si erano mantenuti.Sia il fatto delle dimensioni sia la novità e l’attenzione mediatica hanno provocato un flusso costante di persone provenienti dalle città che hanno scelto Città della pieve come ”ben ritiro” permanente, soprattutto negli agriturismi e comperando case in campagna e restaurandole,facendo anche lievitare i prezzi degli immobili, sino per la verità a portare certe strutture esistenti a prezzi da piazza del Duomo a Firenze, cosa questa esagerata e di condizione profittatoria,ma il mercato è il mercato e questo si muove sempre a seconda della domanda e dell’offerta.Mi ricordo un detto di qualcuno che una volta andata via la compagnia che girava ”Carabinieri”fece una battuta nei riguardi ” dell’economia artificilamente pompata” dicendo che ”adesso faremo l’economia con la fagiolina del lago”.Tutti i torti non gli si potevano dare, anche se devo dire che il flusso turistico e le modalità che il Comune ha messo in atto hanno fatto riscoprire Città della Pieve vestita di nuovi panni, il cui confronto con Chiusi non ha nemmeno paragone perchè nulla quello che esiste nella cittadina toscana è mai sato nè valorizzato nè abbellito pensando all’accettabilità di chi venga da fuori.Chi ha conosciuto chiusi 50 anni fà ( ed ho le immagini in archivio che lo dimostrano e che smentiscono ogni tentativo di dimostrare diversamente ma non ci sarebbe bisogno nemmeno delle immagini) vede che Chiusi non è cambiata affatto, anzi le famiglie residenti sono diminuite in gran numero e così i pochi negozi esistenti che via via si sono seccati.Al contrario Città della Pieve 50 anni fa era un luogo dove sia d’estate che d’inverno gli unici avventori erano un ristretto numero di persone che facevano il giro delle mescite ed i negozi erano quasi tuguri poichè il resto della popolazione per la maggior parte era impegnato e dipendeva dal lavoro in agricoltura e derivati. Mi sembra che sulla differenza non si debba pensare nemmeno al paragone, e proprio ”tutto culo” come volgarmente si dice, non sia stato ma soprattutto l’oculatezza delle amministrazioni che il Comune ha avuto fino a circa 20 anni fa.I motivi di tale differenza-mi si lasci dire- se pur profitando di un trend generale favorevole sono stati anche quelli che hanno saputo esprimere i vivai che politicamente hanno inciso nel territorio sulla fornitura di personale politico all’altezza del compito.Negli anni 2000 questa prerogativa è via via andata affievolendosi per poi terminare ma soprattutto le strutture ed il loro rinnovamento a cominciare dalla reggenza Fonti hanno segnato un grande impulso preparando la cittadina ad essere all’altezza degli anni che sarebbero venuti.Purtroppo negli ultimi anni con il variare anche della natura delle amministrazioni tale livello è andato scomparendo e con esso anche il rallentamento del flusso turistico nonostante la rivitalizzazione di molti sedi di contenitori d’arte.Credo che in parte si possa dire che l’impulso dato da quello che è stato definito ”il clan dei Moianesi” tale fatto abbia costituito fondamentalmente un motivo reale di forza e di direzione di sviluppo come poi non è stato raggiunto più da parte dei reggenti lo stesso partito anche proprio dovuto all’involuzione generale che lo ha fagocitato e che ne ha mostrato i limiti proprio prettamente politici più che economici, poichè l’adeguamento di tutta la struttura è avvenuto con la farina che c’era e non con quelle pre-esistenti ed il pane è venuto a seconda di tale farina.Speriamo che l’attuale ” fornaio pievese” si dia una mossa e possa- anche se a fatica- dimostrare le diversità da chi usava il forno precedentemente e che quello futuro chiusino possa essere un altro fornaio,liberato da chi gli vende la farina.
No, Montepulciano è diventata una cittadina internazionale a partite dalla metà degli anni ’70, con il Cantiere. E con il boom del vino. Città della Pieve non lo è mai stata, ha attratto turisti e Vip a partire dai primi anni 2000, Montepulciano ha un turismo internazionale, la Pieve un turismo domenicale. Quasi “autarchico”: umbri, aretini, romani, fiorentini… e naturalmente chiusini, cetonesi, sancascianesi… Molto difficile invece trovare un chiusino un cetonese a Montepulciano… Ovvio che ai fini economici un euro speso da un chiusino o da un cortonese pesa quanto un euro speso da un parigino o da un americano. Ma il ragionamento fatto nell’articolo è diverso e affronta il tema dei “colpi di culo” che, pur assecondati e magari cercati, restano comunque colpi di culo, spesso inusitati…La riprova sta nel fatto che la stessa cosa non ha avuto lo stesso effetto in un luogo o nell’altro…. La fiction Carabinieri a Montepulciano fece flop, per dire… I film girati a Chiusi non hanno portato nessun beneficio né mediatico, né concreto… Il colpo di culo è anche una questione di momenti, di clima… di situazioni favorevoli… Adesso che l’effetto Carabinieri, dopo 20 anni, si è dissolto, anche Città della Pieve stenta a ritrovare una sua nuova dimensione. Fortuna Argentero e Draghi… se no vedevi che lavoro…
Se leggi bene all’inizio del mio ultimo intervento ho detto che Montepulciano si differenzia soprattutto perchè ha un turismo internazionale che città della Pieve non ha.Lo pensavo e l’ho scritto.Perchè Argentero e Draghi davvero credi che alla fine facciano l’economia? Parti sempre da situazioni normali e non da un ipotetico moltiplicatore al quale si affibbia importanza perchè i media dicono che uno di questi VIP abiti Città della Pieve.Ma veramente si crede che uno scelga di comperarsi una casa o di venire in vacanza perchè a Città della Pieve abbia una casa Argentero o Draghi? Ma tu ci abiteresti per solo questo? Io credo di no e probabilmente ci abiteresti per dove e come Città della Pieve è collocata, per la sua animazione,per la sua campagna ed anche per la gente che non è refrattaria all’accoglienza e che non mugugna quando vede i turisti e che pensa che sarebbe meglio che andassero da altre parti perchè rompono i cosiddetti c….Questi discorsi che rivelano cosa abbiano in testa chi li faccia sono discorsi normali nel 2021? Ma poi di cosa si sta a discutere? Basta scendere fuori casa , scendere a Chiusi e vedere ciò che uno abbia a disposizione,e ti parla uno che sta molto in casa in questi ultimi anni.Come diceva qualcuno: ” il pieno di votame” e le ragioni di come sono le cose esistono e spesso il culo non esiste ma quel culo che intendi va anche saputo costruire.Cosa hanno costruito coloro che hanno governato Chiusi negli ultimi anni il Tria Turris ed i Ruzzi? Ma per tutto c’è un tempo,tranne che per il Palio di Siena, ma siamo a Siena e non certo a Chiusi,dove le tanto sbandierate contrade è roba che esiste da trent’anni e totalmente inventata e si appoggia sul nulla.Anche questo ti sembra un fatto educativo per i giovani e per i ragazzi nel 2021 ? Difendiamo il difendibile non l’indifendibile per partito preso,che fra l’altro nulla crea e nulla porta a Chiusi, ma infatti la prova si vede.Ci sono situazioni delle quali si possono fare interpretazioni ma esistono anche le fotografie della realtà dalle quali è piuttosto difficile poter prescindere.
Grazie sig. Carlo Sacco.
Diego
Carlo, in un altro articolo ho scritto di Chiusi, in questo di Città della Pieve, in uno che farò prossimamente magari parlerò anche di Montepulciano. Cercherei di stare al tema. Domanda: ma secondo te come mai alla Pieve sono tutti stracontenti che Argentero ha fatto un video promozionale sulla città e che si è sposato con molto clamore mediatico a Città della Pieve? Solo perché è un ragazzo simpatico? E’ vero che la festa popolare di Chiusi è nata dal nulla nel 1980… ma anche il palio di Città della Pieve, certamente più suggestivo, più bello a vedersi, più coinvolgente è stato inventato dal nulla nel 1974, solo sei anni prima, da Mario Barzanti, non risale al medioevo… Qui il link dell’articolo su Chiusi (e non mi pare che abbia difeso Chiusi e denigrato la Pieve, chi ci ha letto questo ha letto male o non ha letto): https://www.primapaginachiusi.it/2021/06/chiusi-lappeal-turistico-che-decolla/
Guarda proprio ora
Il concetto che un euro speso qui da un chiusino un cortonese o un parigino ha lo stesso valore è una cazzata solenne.
Perché uno dei tre vale di più? Il turismo pievese è fatto quasi esclusivamente di chiusini, cortonesi, aretini, romani… Non di americani, giapponesi, russi o australiani… e nemmeno di milanesi o siciliani… E comunque se Chiusi, per fare un esempio si riempisse di visitatori dei dintorni (pievesi, cetonesi, poliziani, castiglionesi, aretini e cortonesi..) come succedeva fino agli anni ’80, se questi affollassero bar e ristoranti, e la città diventasse meta del turismo domenicale e del week end, io ne sarei felice. Come se arrivassero frotte di veneziani, di milanesi o di tedeschi e americani, non di meno… Ciò vorrebbe dire che Chiusi è tornata ad essere attrattiva e punto di riferimento nel territorio. Un tempo lo era, adesso no. Città della Pieve un tempo (fino agli anni 80-primi ’90) non attraeva nessuno pur essendo anche allora un centro storico strepitoso con opere d’arte immense, da qualche tempo attrae un po’ di più, perché ha lavorato bene per questo obiettivo ed ha avuto qualche colpo di culo (che ha assecondato e sfruttato). Per più di un decennio sono stati molti di più i visitatori che chiedevano “dov’è il bar Pippo” di quelli che chiedevano dell’Adorazione di Magi del Perugino… Chissà come mai.