CHIUSI E L’APPEAL TURISTICO CHE NON DECOLLA: LA CURA DEI DETTAGLI E L’ATTEGGIAMENTO DEI GIOCATORI…

lunedì 07th, giugno 2021 / 14:59
CHIUSI E L’APPEAL TURISTICO CHE NON DECOLLA: LA CURA DEI DETTAGLI E L’ATTEGGIAMENTO DEI GIOCATORI…
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CHIUSI – Da oggi coprifuoco meno stringente, si può fare mezzanotte… L’ Umbria è addirittura zona bianca e il coprifuoco non ce lo ha più. Si avvicina l’estate e anche il ritorno ad una certa normalità. I paesi e le città turistiche tornano ad animarsi. Chi più chi meno ovviamente. Chiusi non è ancora tra i… più. Non perché le manchi il fisico, o non abbia le risorse per attrarre visitatori, ma perché stenta ad accreditarsi come una cittadina da vivere e da vedere…

Eppure l’offerta anche dal punto di vista della ristorazione, che è una delle molle del turismo, almeno quello domenicale e dei week end, del turismo di prossimità, anche, non è male. Nel centro storico li “punti ristoro” sono diversi e tutti di una certa qualità, alcuni rinnovati da pochissimo… Nonostante questo però Chiusi stenta a decollare. E vedere gente di Città della Pieve, Castiglione del Lago, Cetona, Chianciano, Montepulciano nei bar e ristoranti chiusini è raro. E’ più facile vedere dei chiusini seduti al tavolo nei paesi limitrofi. Ma questa è storia vecchia. L’erba del vicino è sempre più verde. Ma è anche cosa strana. E non si spiega con la maggiore propensione e muoversi dei chiusini, rispetto agli abitanti dei paesi limitrofi. E’ che Chiusi non riesce a diventare “trendy”, di moda, non riesce a entrare nei circuiti della “movida”…

Però ci sono anche dei dettagli che una città che aspira (e ne avrebbe ben donde, direbbe Pizzul) a diventare e a consolidarsi come meta turistica dovrebbe curare di più. Lo sappiamo anche noi che è difficile, che se non c’è gente in giro, tenere aperto un bar è solo un costo… ma è anche il serpente che si morde la coda. Se il bar è chiuso la gente non circola o circola di meno… E vedere dei bar (peraltro belli e storici e centrali) chiusi alle 8 di sera, è un pugno nello stomaco… Così come ritrovarsi a mangiare nel gazebo di una pizzeria con le auto che ti passano e ti parcheggiano a due metri non è il massimo della goduria.

Dalla settimana prossima la piazza del Comune verrà chiusa alle auto, la sera, come nel 2020, e questa è una buona notizia. Sarà tutta un’altra cosa. Ne godranno i locali, ma anche i cittadini e chi si siederà a mangiare o a bere una birra… E se almeno nei tre mesi d’estate i bar rimanessero tutti aperti la sera e si inventassero magari qualcosa per “movimentare” le serate e attrarre gente, chissà, forse un po’ di movimento, se non proprio di movida, si comincerebbe a vedere..

Quanto ai dettagli da evitare, segnaliamo le auto parcheggiate in via Porsenna (ma perché?) e addirittura nella piazzetta dell’Olivazzo, uno degli angoli più suggestivi della città, punto panoramico eccezionale. L’Olivazzo pieno di auto non si può vedere… Almeno non prima delle 24,00. Quando la gente esce dai ristoranti e fa una passeggiata per ammirare le bellezze della città, non può ritrovarsi in un… posteggio. Già gli alberi capitozzati stile Robespierre gridano vendetta, poi anche le auto… No, non si può. Una soluzione andrà trovata.

Certo, i residenti spingono e fanno pressioni per avere il posto auto sotto casa, comprensibile, ma abitare nei punti chiave di un centro storico comporta vantaggi (la bellezza, la suggestione…) e anche degli svantaggi (la scomodità) e tutto non si può avere…  Un compromesso potrebbe essere quello di consentire la sosta solo da mezzanotte alle 9,00 di mattina e lasciare la piazzetta libera durante le ore “turistiche”.

Quando nei programmi elettorali si parla di rilancio turistico, e lo fanno tutti, da questi dettagli non si può prescindere, sono piccole cose che non possono essere ignorate, perché alla fine fanno la differenza. Il leader dei Podemos Luca Scaramelli abita proprio all’Olivazzo, potrebbe dare lui qualche indicazione in proposito.

La pubblica amministrazione poco può fare per accrescere e migliorare la qualità dell’offerta nel campo dell’accoglienza, quella attiene agli operatori, ma può regolamentare i posteggi. E decidere come si potano gli alberi. Deve avere anche la forza e l’autorevolezza per dire qualche no… anche se ciò può comportare qualche voto in meno. La piazzetta dell’Olivazzo – ora piazza Don Mosè Mannelli – non può essere un posteggio. Per nessuna ragione. Anche per rispetto a Don Mosè. E a tutta la città. D’altra parte Chiusi non è New York. Il centro-centro (piazza Duomo, Olivazzo, Piazza XX Settembre..) è raggiungibile dai parcheggi in cinque minuti. Massimo sei. Roba che in città se la sognano.

Essere una città turistica comporta dei sacrifici, forse anche dei disagi, perché il visitatore può anche essere invadente, perché per favorirne l’afflusso e la permanenza i residenti (che però ci guadagnano in quanto cresce il valore dei loro immobili, e se hanno attività possono incassare di più…) devono scansarsi e assecondarli, devono essere gentili anche se gli girano le palle per altri motivi, devono insomma fare di tutto affinché l’ospite si senta a casa sua e stia bene e magari parli bene del luogo e gli faccia pubblicità… Così altri arriveranno. Ma i residenti stessi dovrebbero essere i primi ambasciatori, i primi ad invitare e a favorire l’afflusso anche di gente dai dintorni…

Se invece il residente si mostra scocciato delle presenze aliene, se non vede l’ora che queste se ne vadano, se l’operatore fa il minimo sindacale e talvolta anche meno, difficile che la città possa entrare in un circuito virtuoso, uscendo dall’atavico provincialismo tipico dei piccoli paesi un tempo autarchici, ma ora sempre più dipendenti dai grandi centri commerciali a km di distanza anche per comprare un etto di mortadella…

Sui social c’è chi segnala quotidianamente brutture, cadute di stile, mancate manutenzioni, erba alta e non tagliata, cartelli cadenti. Non solo è legittimo, spesso è anche opera meritoria, ma ci piacerebbe che l’attenzione cadesse anche su altri “dettagli” su cui intervenire e che magari ognuno, per ciò che gli compete, facesse qualcosa per migliorare la situazione. Tornare ad uscire di casa per esempio,  a frequentare le piazze, i bar, i ristoranti e perché no, anche i musei, i percorsi archeologici, quelli naturalistici… C’è gente che pontifica e dispensa improperi a destra e a manca che non la vedi mai, né agli eventi, né semplicemente a prendere un gelato, in teatro o ad una partita… Questo è un cortocircuito.

E’ il segno tangibile di una città che si è persa e stenta a ritrovarsi, una città che vede le pagliuzze e non vede le travi, che cerca il pelo nell’uovo e non si accorge che l’uovo è andato a male, che cerca e aspetta perennemente un nemico come i soldati del Deserto dei Tartari…

Qualcuno tra quelli che maneggiano la politica ha deciso che serve un altro sindaco. Forse bastava un altro clima. Come in una squadra di calcio che non riesce a far risultati, pur avendo una buona rosa, il problema sta nella scarsa cura dei “dettagli” e nell’atteggiamento dei giocatori…

m.l.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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