COPIONE CONTRO CANOVACCIO
Il punto alla fine non è l’ambasciata ma l’ambasciatore. Federico Lucia non è un intellettuale, sua moglie men che meno, stanno sempre sui social a dire e fare scemate. Lei ha pure osato posare agli Uffizi davanti alla Primavera del Botticelli, che “metter la Ferragni davanti ha un dipinto così meraviglioso è un insulto”. Invece, mettere un verbo al posto di una preposizione è un vezzo artistico.
Se la lista nera l’avesse letta Cacciari a un Concertone ( mondi paralleli, lo so, ma tant’è), non avremmo visto girare il volto del filosofo duro e puro al posto del famoso ritratto di Che Guevara, che onestamente mi pare un’esagerazione. Ma stiamo messi male e quindi.
Insomma, ha giocato l’effetto sorpresa. Ma guarda te, il rapper marito della biondina ha detto e fatto una cosa intelligente. Anzi, di sinistra. Chi se lo sarebbe mai aspettato ( o creso, direbbe il già citato follower degli Uffizi). Ed ecco Federico Lucia assurto all’Olimpo delle 48 ore, incoronato del basco più simbolico del mondo. Il nuovo maitre a penser della Sinistra, dopo Papa Francesco.
Ovviamente, è quello stesso Federico Lucia che un mese fa, in occasione di Sanremo, transitava negli inferi perchè sua moglie aveva osato ( è una che tiene proprio il vizio) invitare i suoi milioni di followers a votare per il marito.
48 ore di ignominia che Il Fede stroncò con la logica: che deve fare una moglie se non appoggiare il marito? Forse non fu un’affermazione di sinistra, o di particolare levatura, ma gli valse la fine della polemica. Non sarà laureato ad Harvard ma sembra che qualche argomento ce l’abbia.
Ma dicevo dell’effetto sorpresa.
All’indomani della Brexit, su ITV news a Nigel Farage, leader dell’UKIP (UK Independence Party), fu chiesto se poteva garantire, come promesso durante la campagna referendaria, che i 350 milioni di sterline dell’Unione Europea sarebbero stati destinati al sistema sanitario nazionale. Nello sgomento generale, Farage rispose che no, non poteva garantire, e incalzato da una giornalista tanto scioccata quanto incazzata, ammise che quell’affermazione non l’aveva fatta lui personalmente ma il partito e che, sì alla fine, era stato un errore.
Due settimane dopo Farage si dimise. La sua ambizione politica era stata soddisfatta, disse.
Due eventi che in Italia non sarebbero mai potuti accadere. Le dimissioni, lasciamo perdere. L’effetto sorpresa per il semplice motivo che in Italia, se ci sono i politici di mezzo, le luci della ribalta mediatica prediligono il copione alla recitazione a soggetto.
” Dietro quasi tutte le interviste importanti c’è una minuziosa contrattazione. […] Il giornalista sa che, se vuole guadagnarsi una prossima volta, farà bene a girare alla larga dalla domanda-clou, che l’altro non vuol sentirsi fare. Abbonderanno domande frizzanti o persino irriverenti, ma finalizzate a fare titolo, di solito sulla polemica del giorno ” scrive su professionereporter.eu Fabio Martini (2019).
Ma già nel 2016 Michele Fusco scriveva sugli Stati Generali: “non ricordo il giorno in cui il giornalismo si è definitivamente piegato alla politica. […]Un tempo la pratica, invero barbarica, del controllo post-intervista di ciò che il giornalista aveva prodotto era semplicemente inimmaginabile”.
“Quando chiedi un’intervista, subito inizia una trafila patetica. Vogliono sapere che domande farai, si fanno giurare che se pure dovesse venirti un dubbio, certo non oserai manifestarglielo” racconta a IO Donna Lucia Annunziata, che aggiunge ” ma io me ne frego” (2017).
Io aggiungo che anche nel caso della semplice presentazione di un libro, se l’autore è un politico importante, potete star certi che la telefonata per chiedere quali domande intendete fare arriva puntuale come lo schizzo di pomodoro sulla camicia bianca.
Il risultato è un’informazione cauta, pilotata, asservita al potere (e al divismo) politico. La ricerca della verità, prima missione del giornalista, è stroncata dalla stesura di un copione.
Una brutta storia, più volte e da più parti denunciata, ma che fino ad oggi non aveva mai ricevuto la risonanza del Fede o il basco del Che.
Fosse anche per 48 ore solamente
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Sulla questione dell’elenco di cazzate dette dai leghisti sul DL Zan letto da Fedez al concertone del 1 maggio e sulla censura tentata dalla Rai nei suoi confronti si è letto e scritto molto in questi giorni. Alzi la mano chi ha letto qualcosa di meglio di questo articolo. Ringrazio dunque pubblicamente Elda Cannarsa per la sua partecipazione a questa redazione.
Elda !!! Giornalismo alto il tuo!!! Evviva !!!