LE INCOMPIUTE DELLO SCANDALO, IL PATTO TERRITORIALE E LE CAPRIOLE DEI PARTITI

LE INCOMPIUTE  DELLO SCANDALO, IL PATTO TERRITORIALE E LE CAPRIOLE DEI PARTITI
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CHIUSI – Ieri, in conclusione di un articolo sull’incontro Podemos-M5S per la costituzione di un “fronte progressista ed ecologista” in vista delle amministrative chiusine e sull’ipotesi che tale fronte possa comprendere anche il Pd, scrivevamo che “il Pd dovrebbe rinnegare molte delle cose che ha detto e sostenuto, ma anche Podemos e 5 Stelle dovrebbero fare la stessa cosa”. In effetti tutti e tre i soggetti hanno cominciato a farlo. Il Pd per esempio si è rimangiato, nell’ultimo anno, l’appoggio dato negli anni precedenti al sindaco Bettollini, senza mai dire una parola controvento. Ma anche le due forze di opposizione non si sono fatte trovare impreparate nel cambio di linea.

Sul Patto Territoriale e sulla società che lo gestisce (Patto 2000 Srl)per dirne una, 5 anni fa, durante la campagna elettorale comunale del 2016, sia i 5 Stelle che i Podemos erano molto critici sull’argomento. I Podemos fecero addirittura dei video sulle “incompiute dello scandalo” e tra queste figurava il famoso “Centro Merci” mai nato. Un “monumento allo spreco”(una strada urbanizzata che finisce nel nulla, costata 2 milioni e 800 mila euro, finanziata appunto dal Patto Territoriale e mai entrata in funzione).

Un mesetto fa, invece, quando l’Unione dei Comuni si è trovata a votare la “rimessa in bonis” della Società Patto 2000, dopo che era stata messa in liquidazione, Podemos e M5S con un altro documento congiunto hanno criticato il sindaco Bettollini per essersi messo di traverso e per aver fatto mancare la quota di Chiusi alla società di gestione, affermando che in questo modo Chiusi perdeva una opportunità. E’ vero che per le opposizioni chiusine, quando si tratta di attaccare Bettollini, tutto fa brodo, ma la questione è singolare. Perché le parti si sono invertite. E non si capisce bene perché.

Il sindaco di Chiusi ha mantenuto la sua linea, ormai assunta da qualche anno, che era quella della liquidazione della Società Patto 2000, in quanto non più in grado di garantire sostegno all’economia, né tantomeno alle opere pubbliche, con il sospetto latente che alla fine la società Patto 2000 fosse diventata solo un cimitero degli elefanti, cioè un ente utile solo a mantenere lo stipendio ad alcuni ex sindaci (presidente, direttore e funzionario prima della messa in liquidazione erano infatti ex sindaci di Chiusi, San Casciano Bagni e Cetona).  A dire il vero, anche il Pd tra il 2014 e il 2016 ha espresso più volte posizioni critiche e piuttosto tranchant verso la gestione del Patto.

In effetti gli unici progetti pubblici finanziati dal Patto, dal 2000 ad oggi sono stati il suddetto “Centro Intermodale Merci” mai nato per una spesa rimasta improduttiva di 2 milioni e 800 mila euro, a Chiusi e l’Acquario del Trasimeno, anche quello rimasto incompiuto, a Castiglione del Lago, per una spesa di oltre 4 milioni di euro. Due operazioni non proprio edificanti.

Nel 2016-17 il Comune di Chiusi tramite il Patto aveva presentato altri due progetti piuttosto rilevanti, uno riguardante la valorizzazione di una necropoli etrusca e uno riguardante la tutela del Lago, il Patto li aveva approvati e presentati ai ministeri competenti, ma di euro non ne è arrivato nemmeno uno… E i due progetti sono rimasti lettera morta.

Non solo: ultimamente, anche i soci privati della società Patto 2000, ovvero banche e associazioni di categoria, si sono tirati indietro, vendendo le proprie quote. E’ rimasta solo la Camera di Commercio di Arezzo e Siena, con il presidente Massimo Guasconi, però indagato per questioni legate al riciclaggio e autosospeso dall’incarico.

Quando il Patto Territoriale VATO (Valdichiana, Amiata, Trasimeno, Orvietano) venne istituito nel 2000, come primapagina salutammo l’evento come un fatto positivo e come il riconoscimento che l’intuizione di 10 anni prima di questo giornale di mettere insieme Umbria e Toscana aveva una sua validità. Oggi, a distanza di 20 anni e alla luce dei fatti possiamo dire che qualcuno ci ha creduto di più e qualcun altro di meno, ma alla fine i risultati sono stati scarsi assai. E in qualche caso siamo in presenza di scandali veri e propri. Il Centro Merci fantasma di Chiusi e l’Acquario castiglionese sono due scandali. Per il resto di fuffa ne è girata tanta, di soldi meno, anche se ai privati qualcosa è arrivato e il plafond di fondi gestito non è di poco conto. Quanto però tutto ciò abbia fruttato in termini di sviluppo e occupazione è un mistero.

Adesso che i Podemos e i 5 Stelle chiusini difendano la Società Patto 2000, fa sorridere. E fa pensare che sia – come dicevamo – solo l’ennesimo pretesto per fare guerra a Bettollini e magari per fare un favore a distanza al presidente Marco Ciarini, che – questo non è un mistero – da qualche mese è in contatto soprattutto con Possiamo e sembrava addirittura potesse essere lui il candidato a sindaco proposto per il “fronte progressista” affrancato dal bettollinismo.

Nel loro documento le due forze di opposizione, parlando di programmi e priorità citano temi quali “il Carbonizzatore, il Lago di Chiusi, l’inquinamento dell’area della Biffe, il controllo delle aziende insalubri” da affrontare secondo “una visione ‘integralmente ambientalista’ per far sì che il territorio rappresenti l’orgoglio e lo stato di benessere di coloro che ci vivono, l’aspirazione di chi vi potrebbe ritornare o ci si potrebbe trasferire”. 

Non dicono, però se pensano anche al Patto Territoriale come strumento per intervenire su quei temi. 

Non citano neanche di striscio la proposta avanzata dal sindaco ad Acea di realizzare un grande parco fotovoltaico nell’area ex centro carni, al posto del carbonizzatore bocciato. Eppure l’idea del parco energetico nell’area ex centro carni era contenuta nel programma dei Podemos del 2016. 

Non dicono se i due progetti rimasti lettera morta su lago ed Etruschi, debbano essere rilanciati o abbandonati. Nè cosa fare del centro merci fantasma. Magari approfondiranno più avanti.

Per ora il documento è generico assai e pieno di… dimenticanze. Ci sarà tempo per riempire i buchi, ma la memoria è importante. Sempre. Se non ci si ricorda cosa si è detto in precedenza si rischia di andare a sbattere.

Quanto alla rimessa in bonis della Società Patto 2000, avvenuta a metà marzo, va anche detto che ciò è stato giustificato per consentire alla struttura di partecipare ad un bando previsto in un decreto del Governo Conte e firmato dal ministro Gualtieri, che però era già scaduto il 26 febbraio. E Gualtieri non è più ministro. Il Governo è cambiato.  In ogni caso il bando prevedeva il finanziamento di un solo e unico progetto. Bettollini ha votato contro perché i termini erano scaduti e perché a suo giudizio non valeva la pena rimettere in piedi una struttura costosa e già in liquidazione per niente, o al massimo per un solo progetto, sempre ammesso che potesse essere finanziato.

Strana posizione quella assunta da Podemos e M5S che spesso hanno vestito i panni dei fustigatori e dei paladini del rigore nella spesa, dell’oculatezza e della trasparenza. “Segui i soldi” dicevano i 5 Stelle. In questo caso, quali?

m.l.

 

nella foto di copertina: il centro merci fantasma.

 

 

 

 

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