IL BOMBER SUAREZ E LA CITTADINANZA ITALIANA. NON PER TUTTI E’ COSI’ FACILE OTTENERLA

sabato 19th, settembre 2020 / 12:01
IL BOMBER SUAREZ E LA CITTADINANZA ITALIANA. NON PER TUTTI E’ COSI’ FACILE OTTENERLA
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CHIUSI – Il calciatore Luis Suarez, bomber uruguagio del Barça che sembrava in procinto di approdare alla Juventus,  due giorni fa è atterrato a Perugia e nel capoluogo umbro ha sostenuto e superato l’esame di italiano. Esame necessario, per ottenere la cittadinanza italiana, utile al fine di poter andare a giocare in Italia o in altri campionati europei, non da extracomunitario.  Tutti i giornali e i siti web che parlano di calciomercato hanno sottolineato che adesso Suarez può avere la cittadinanza in tempi brevi, nel giro di qualche settimana…

Ieri sera davanti ad un bar di Chiusi Scalo, quando un cronista della Tv ha dato questa notizia, si è accesa una piccola discussione tra gli avventori che la Tv la guardavano anche molto distrattamente. E’ stata come una scintilla. Sì perché tra gli avventori c’erano un  ragazzo di colore e un paio di cittadini stranieri, operai, uno in una ditta edile e l’altro in una azienda florovivaistica, entrambi slavi e residenti a Chiusi da anni.  Loro la cittadinanza italiana l’hanno chiesta, ma non l’hanno ottenuta in tempi brevi, nel giro di qualche settimana.

A tutti e tre piace il calcio, tutti e tre ritengono Suarez un gran giocatore, ma questa cosa della cittadinanza lampo, li ha fatti alterare, perché loro hanno faticato per ottenerla. Il più anziano dei tre ha sciorinato tutta la trafila che hanno dovuto fare lui, la moglie e il figlio che forse la otterrà a breve perché a luglio ha compiuto 18 anni. Ma è nato all’ospedale di Nottola, appunto 18 anni fa.  L’altro operaio, più giovane,  diceva di essersi sposato con una ragazza italiana, come Suarez, ma anche nel suo caso ottenere la cittadinanza è stato come scalare l’Izoard.

Comprensibile il disappunto. Senza avere nulla di personale contro Luis Suarez. Se mai contro un sistema farraginoso e non uguale per tutti…  Sul fatto che il sistema non fosse uguale per tutti non avevo dubbi, ma il siparietto davanti al bar alla notizia dell’esame sostenuto da Suarez, me lo ha confermato. Mi ha incuriosito e sono andato ad informarmi.

Secondo la legge italiana – si legge nel sito del Ministero dell’Interno –  la cittadinanza italiana si acquista “iure sanguinis”, ovvero se si nasce (o si viene adottati) da cittadini italiani. Si può ottenere anche se si nasce in Italia da genitori apolidi o da genitori ignoti, casi ovviamente molto rari. La cittadinanza può essere richiesta anche dagli stranieri che risiedono in Italia da almeno dieci anni e hanno determinati requisiti, come  avere un lavoro e un reddito o di non avere procedimenti penali a carico. Si può chiedere la cittadinanza anche per matrimonio, come appunto nel caso di Suarez e dell’operaio slavo residente a Chiusi Chi nasce in Italia da genitori stranieri può invece chiedere la cittadinanza al compimento dei 18 anni (ha tempo un anno per effettuare richiesta). Quindi chi nasce in Italia deve aspettare 18 anni prima di avere la cittadinanza.

Poi però è intervenuto il Decreto Sicurezza che ha stretto e maglie e allungato i tempi per ottenerla. Per la verità non esiste una tempistica fissa e stabilita. Prima del decreto sicurezza la conclusione del procedimento di rilascio era prevista entro  730 giorni dalla presentazione della domanda. Un termine massimo di due anni, quindi. Con il decreto sicurezza questo termine massimo è stato spostato a 48 mesi, ovvero 4 anni, raddoppiando il tempo di attesa. Ma dicono le cronache che la media dei tempi per il rilascio della cittadinanza è persino superiore al tetto massimo fissato e spesso sfora i 4 anni diventano anche 5. Sempre in forza del Decreto Sicurezza,  per ottenere la concessione della cittadinanza per matrimonio o per residenza è necessario possedere “un’adeguata conoscenza della lingua italiana, non inferiore al livello B1 del quadro europeo”. Prima del Decreto, il livello richiesto era A1, ben più basso. L’attestazione che certifichi questa “adeguata conoscenza della lingua”, può essere rilasciata dalle scuole (per chi ha frequentato scuole italiane) o attraverso una certificazione degli enti riconosciuti. Che però, sono solamente quattro: tre università per stranieri (Siena, Perugia e Roma Tre) e la società Dante Alighieri. Si possono presentare integrazioni alla domanda, secondo alcune indicazioni delle prefettura e i tempi si allungano ancora…

Tutto ciò se non ti chiami Luis Suarez e non giochi nel Barça, naturalmente. In quest’ultimo caso i tempi si accorciano e puoi diventare cittadino italiano in un baleno.

Ci sono storie di calcio minore che raccontano invece di ragazzi, anche molto talentuosi, che sono arrivati in Italia magari su un barcone e che potrebbero fare la differenza nelle squadre del territorio e invece non possono giocare e nemmeno essere tesserati dalle società di calcio, perché non in possesso dei requisiti richiesti. Il calcio e lo sport in genere potrebbero essere una soluzione (anche dal punto di vista del reddito e dell’integrazione), ma non tutti riescono a trovare la possibilità in tempi ragionevoli. Qualcuno ce la fa, ma magari solo perché qualche procuratore ci ha visto l’affare e ha saputo ungere le ruote giuste. Non può funzionare così.

Italiani brava gente, ma che fatica diventarlo .

M.L.

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