REGIONALI E REFERENDUM: GIANI E NO. LE RAGIONI DI DUE VOTI COMPLICATI
CHIUSI – Devo essermi perso qualche passaggio, perché c’è qualcosa che non torna. C’è una regione importante come la Toscana che per la prima volta dal 1970 è politicamente “contendibile” e rischia di passare di mano. Dal centro sinistra alla destra. Non al centro destra, ad una destra fascistoide, razzista omofoba, che propone tre grandi termovalorizzatori, uno per ogni macro-area, come le Asl…
Ci sono le elezioni domenica e lunedì prossimi e c’è il partito di maggioranza, che nella provincia che è stata “la più rossa d’Italia” la chiusura della campagna elettorale con un ex ministro e tutti i candidati del collegio, più una deputata, la farà non in piazza del Campo o che so, in piazza grande a Montepulciano o anche in piazza della stazione a Chiusi Scalo, ma la fa al lago di Chiusi, alle 18. E quanta gente ci sarà mai alle 18 al lago di Chiusi? Certo il lago di Chiusi è un bel posto, ma non è Riccione.
Un tempo, non dico ai tempi del Pci, del Psi e della Dc, ma anche più recentemente, le campagne elettorali i partiti principali le chiudevano nelle piazze principali, c’era la corsa ad accaparrarsi lo spazio e l’orario per il comizio finale, laddove c’era più gente. Anche quella di passaggio. Le campagna elettorale per le regionali toscane del 2020, il Pd di Siena la chiuderà in piena campagna. In un luogo ameno, ma appartato. Dove quando c’è parecchia gente si intravedono 15, 20 persone tra pescatori , runners, bikers e mamme con bambini… Invece di cercare un luogo frequentato o rappresentativo, dove le bandiere le vedono tutti e le voci diffuse dagli amplificatori tutti le sentono, il Pd va a nascondersi in campagna. Va, diciamolo, a fare un pic nic. E in effetti a seguire, dopo la passerella dei candidati è prevista anche la cena, a base di pesce. Che sarà ottima. Le salsicce delle feste de l’Unità sono un lontanissimo e triste ricordo. Ora si vola più in alto.
Vedremo se la scelta del lago sarà per sottolineare la “svolta ecologista” e l’attenzione all’ambiente della coalizione di centro sinistra. Ma ad occhio e croce sembra, nel suo piccolo, anche questo un autogol. Personalmente voterò lo stesso il candidato presidente del Centro sinistra Giani. Il voto di lista invece lo darò, usando il voto disgiunto, a Sì Toscana a Sinistra, sperando che entri in consiglio regionale. Un presidio di sinistra non guasta. Votare il candidato presidente di Sì Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori purtroppo non serve. Potrebbe favorire la vittoria della leghista Ceccardi. La politica è anche compromesso e questo del voto disgiunto, lo ripeto, mi sembra un compromesso onorevole per non far perdere il centro sinistra (e evitare la vittoria della destra) e provare a far entrare Fattori o chi per lui in consiglio regionale.
Quanto al referendum, sono orientato a votare NO. Perché mi sembra che anche stavolta, come fece Renzi nel 2016, i partiti della coalizione di governo stanno provando a trasformare il referendum in un plebiscito a favore del governo e dei partiti che lo sostengono, scozzando le carte anche al loro interno. Trattandosi invece di riforma costituzionale le vicende ordinarie dei partiti dovrebbero starne fuori. In secondo luogo ho l’impressione che il taglio lineare dei parlamentari tagli la rappresentanza (e quindi la democrazia) ma non intacchi minimamente il potere decisionale delle segreterie di partito. Mi sembra che anche questa riforma vada nella medesima direzione della riduzione degli organi elettivi, come è successo con le province, per le quelli è stato eliminato solo il voto dei cittadini… Riducendo il numero dei parlamentari si ridurranno anche le possibilità di eleggere dei rappresentanti per le zone periferiche e per le minoranze. E invece ridurre il potere della casta, il taglio lineare, la renderà più forte e sempre più “ristretta”, come un club del golf… D’altra parte l’inventore dei 5 Stelle Casaleggio teorizzava l’inutilità del parlamento e la tendenza a farne a meno nell’arco di qualche anno… Io sono stato comunista, del Pci, e ricordo che allora – anni ’70-80 – anche nel Pci si discuteva e c’era chi propugnava la necessità di una taglio dei parlamentari, ma quella posizione derivava dalla nascita delle Regioni e del Parlamento europeo, che avevano aumentato e trasferito il potere legislativo in altre sedi, oltre al parlamento nazionale. Insomma il Sì, oggi mi sembra una concessione tardiva e parziale all’antipolitica, all’antiparlamentarismo, al populismo…
Tra i fautori e sostenitori del No ci sono anche personaggi che non mi piacciono e ai quali non affiderei nemmeno il gettone del carrello della spesa, ma anche il “fronte del Sì” quanto a compagnia (tra Salvini, Meloni e Di Maio) non è messo molto meglio, dal mio punto di vista. Riconosco che mandare a casa un po’ di fannulloni che siedono in Senato e alla Camera e sono lì per grazia ricevuta o per motivi incoffessabili, sarebbe anche cosa buona e giusta, e non demonizzo chi fa campagna per il sì, ma la il miglioramento della classe politica e del funzionamento delle istituzioni non può avvenire a mio modestissimo parere, con scorciatoie di questo tipo.
m.l.
Casaleggio padre prima, Casaleggio figlio ora, entrambi lavorano al cambio di Costituzione. Ne vorrebbero costruire una che assomiglia molto a quella per la quale lavorò anche Licio Gelli. Lui non badò a spese, come si dice e ne fece di tutti i colori, soprattutto il colore rosso sangue, per raggiungere l’ambito traguardo. Insomma la democrazia rappresentativa parlamentare, per questi signori deve scomparire, meglio una cosa che assomiglia alla Repubblica putiniana. Anch’io voterò NO. Mi grideranno che sono a favore della Casta. Personalmente ho sempre combattuto i privilegi che la Casta politica, ma anche burocratica, nel corso dei decenni si è regalati. Se oggi tira un vento pericolosissimo per la tenuta democratica, che va sotto il logo dell’antipolitica, lo si deve proprio alle degenerazioni vere e proprie che le classi dirigenti di questo tribolato Paese, hanno generato. Ma sono ben consapevole, che la riduzione dei parlamentari e senatori, non rappresenta certo quella riforma istituzionale che da troppo tempo l’Italia aspetta. Bisognava cancellare il Senato e puntare dritto al monocameralismo. Quella di una unica Camera parlamentare, non sembri un’idea bizzarra. Il Senato nasce nella Costituente, dopo lunghe discussioni. Anche a quel tempo si parlava di un’unica Camera. Il Senato con età diversificata per il diritto di voto, nasce come forma istituzionale provvisoria. Il Fascismo era appena tramontato e la paura di un suo ritorno era piuttosto diffusa in tutti gli animi, non solo in quello dei politici. Si optò, ripeto in via transitoria, anche per il Senato. Poi gli interessi politici e non solo, che si costituirono subito attorno ad esso, hanno fatto si che da transitorio divenisse fisso. Il Referendum che volle Renzi, proprio qui toppò: non si cancellava il senato, lo si trasformava certo, ma in una direzione che rappresentava obbiettivamente una fotocopia incomprensibile, visto che già c’era la Conferenza Stato Regioni. Ecco io ritengo che se si fosse ragionato per questa riforma istituzionale, partendo dalle discussioni della Costituente, si sarebbe approdato a tutt’altro genere di riforma. Questa sì vera, non la patacca populista carica di pericoli per la Democrazia, che si propone di votare a questo referendum.
Francia, Spagna, Inghilterra, Germania hanno un quasi uguale numero di parlamentari, molto inferiori ai nostri attuali. Sono paesi che stanno andando verso lo stato autoritario in seno all’Europa? Certo che no ! Fra l’altro trovo inutile ripensare al latte versato delle riforme abortite se furono poste dagli stessi partiti che raccolsero il No. Un altra cosa: mi sembra che esista in campo politico da parte dei partiti minori una totale avversione verso i cinque stelle ai qualsi si addebitano cose che ormai fanno parte di una litania di gente che ha campato sempre sopra le righe della politica con accordi, accordicchi, momentanei sprazzi presi a pretesto per averte una prebenda elettorale, una percentuale di rappresentanza quando esisteva un partito di maggioranza relativa che da una parte delegava a partiti come il PSI una fetta di seggi e di incarichi maggiore di gran lunga al peso elettorale ede anche una marea di partitini che rappresentano solo loro stessi ( Calenda, il PCI di Rizzo,La Bonino, quelli che soffrono del principio di non essere rappresentati e che non perdono ma9i occasione di richiamarsi alla Costituzione, guarda caso poi se gli dai la mancetta elettorale si chetano quando arrivano a far parte del governo 9.In questo PD e DC si sono rassomigliati, basta guardare anche in occasione delle regionali i partiti che votan per il NO, senza tanto fare elocubrazioni socio politiche: PSI, Radicali, il partito di calenda, molti di Italia Viva che non vedono l’ora,paritucoli che raprresentano solo i loro leader come i due partiti comunisti(ma dove si è visto mai in politica che si presentino due partiti comunisti? io non l’ho mai visto).Ecco, non considero nemmeno il costo irrisorio senz’altro della non riduzione dei parlamentari,ma a chi sbraida da tempo che occorre ridurre il pasto a chi ha la pancia piena ed è abituato come i vari Casini (te li raccomando…)ad essere in un modo poi razzolare in un altro,credo sia ora che questi signori di libertyà a scapito di tanti altri se ne abbiano presa da molto tempo proprio troppa.E se tale libertà di essere tali come sono e come sono stati e come vorrebbero continuare ad essere viene limitata da una bella volontà della gente, tanto danno alle libertà di tutti io credo che non verrà fatto.Basta vedere chi è che vota No e chi vota SI per giudicare in quale repubblica partitocratica viviamo. Casaleggio lasciamolo stare d informo che anche una riflessione ulteriore dovrebbe essere fatta ed è quella che l’attuale governo PD e Cinque Stelle ha potuto esserci perchè sono stati i Cinque Stelle a dire SI a tale maggioranza, e che da tanti ” esacerbati contro di loro elettori di sinistra” se ne sono dimenticati subito. Se fossimo andati alle elezioni Salvini oggi governerebbe l’Italia,capito cari strateghi politici di questo paio di…..che urlate tanto !! ??.Sarebbe bene riportarvi alla realtà tante volte quando parlate di giravolte….altro che il presidenzialismo sanguinario di Gelli…..
Carlo, i governo Pd-M5S è nato perché i 5S hanno detto sì. Vero, ma la proposta la fece Renzi, non Zingaretti, Quindi anche i 5 Stelle hanno detto sì ad uno che vituperavano… E’ la politica e a me non dispiace che sia andata così, perché questo governo è meglio di quello dei 5S con Salvini e anche meglio di un Salvini-Meloni. Così come Giani, con tutti i difetti, è meglio della Ceccardi. Secondo me. Secondo te non so… ma ognuno è libero di votare come crede. E i Tafazzi fanno parte del gioco
MARCO MI LASCIANO PERPLESSO LE TUE AFFERMAZIONI SU GIANI E CECCARDI !
MA,PER CONOSCERLI COSÌ PROFONDAMENTE BENE,QUANTE VOLTE SEI ANDATO A PRANZO CON GIANI O, A LETTO CON LA CECCARDI ?
QUANDO FU ELETTO OBAMA ,TUTTI DISSERO ” L’ UOMO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO ” ! NESSUNO LO CONOSCEVA,O ALMENO LO CONOSCEVANO IN POCHI ! GLI FU DATO IL PREMIO NOBEL PER LA PACE MA INIZIÒ LA BELLEZZA DI 5 GUERRE E,INSIEME ALLA FENOMENALE CLINTON, A CARLÒ , E NAPOLITANO, CREARONO IL CASINO IN CUI SIAMO OGGI CON LA LIBIA (GHEDDAFI LO AFFERMÒ DIVERSE VOLTE: SENZA DI ME SARETE INVASI !) E LA SIRIA !
PRIMA SI PARLARE CERCA DI FARE UNA KYC !