“LAVORARE E’ UNA PAROLA”, UN LIBRO INTERESSANTE E DA LEGGERE SUL TEMA DEL LAVORO A 50 ANNI DALLO STATUTO

giovedì 06th, agosto 2020 / 17:00
“LAVORARE E’ UNA PAROLA”, UN LIBRO INTERESSANTE E DA LEGGERE SUL TEMA DEL LAVORO A 50 ANNI DALLO STATUTO
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Qualche giorno fa un corriere mi ha recapitato un pacco. Dentro c’era un libro. Titolo “Lavorare è una parola”. Di primo acchitto l’ho interpretato come “già, è una parola trovarne uno…”. Poi sfogliandolo ho capito che il senso di quel titolo poteva essere quello, ma anche un altro. Cioè il lavoro e le dinamiche del lavoro e ciò che ci gira intorno, attraverso l’alfabeto, dalla A alla Z. Ovvero un viaggio tra scritti e testimonianze di figure diverse intorno al tema del lavoro, raccolte da due giornalisti, Altero Frigerio e Roberta Lisi, a 50 anni dallo Statuto dei Lavoratori.

Altero lo conosco da tanto tempo, è lui che me lo ha spedito. E stato giornalista radiofonico e ha diretto per anni “Il Salvagente”,  un periodico sulle buone pratiche alimentari e del consumo, una sorta di “Vangelo” per il bravo e avveduto consumatore… Ci siamo conosciuti ai tempi delle Voci dell’Italietta (il primo tentativo di metter su una rete nazionale delle testate giornalistiche periferiche e autogestite), re incontrati al Premio Penne Pulite di Sarteano curato da Alberto Severi e infine anche a Cronache Italiane, l’ultimo tentativo di rimettere in piedi la rete delle testate locali, promosso da Primapagina con un convegno annuale che si è tenuto a Città della Pieve dal 2007 al 2011. Anche Roberta Lisi viene dal Salvagente… diciamo che entrambi sono una garanzia di informazione ecologica, pulita, consapevole…

E il libro l’ho letto volentieri. Lo consiglio. Perché riporta una ventina di interventi sul tema del lavoro appunto, ma da angolazioni diverse. Si parla del welfare, del jobs act, ma anche delle dinamiche della globalizzazione, del caporalato, del meridione e della “questione sociale”, dell’immigrazione, dello Statuto dei lavoratori e delle normative attuali… E ne esce fuori anche un confronto (impietoso) tra il presente e il passato anche recente, tra il sindacato degli anni ’60-70 e quello di adesso, tra la politica di allora e quella di adesso. 

Tra gli interventi che Frigerio e Lisi hanno messo in fila e raccolto figurano sindacalisti, studiosi di diritto del lavoro, giuristi, esponenti del mondo del volontariato, parlamentari ed ex parlamentari, professori universitari, filosofi ed economisti…

La prefazione è di Enrico Letta, le “conclusioni” invece sono affidate ad una bella e lunga intervista ad Emanuele Macaluso, 96 anni, ex sindacalista e dirigente del Pci prima in Sicilia poi a livello nazionale. Nel mezzo contributi di figure di primo piano come Susanna Camusso, Antonio Pizzinato, Carlo Smuraglia, David Sassoli, ma anche l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, Paola Scarcella della Comunità di Sant’Egidio, Antonio Boccuzzi, ex operaio della Tyssen Krupp scampato al rogo del 2007 e poi diventato deputato del Pd, i giornalisti Michele Mezza e Paolo Borrometi che vive sotto scorta, l’ex sottosegretario Laura Pennacchi e altri docenti e studiosi (Anastasia, Craviolati, De Stefano, Di Cesare, Giannola, Italia, Marcon, Milano, Omizzolo, Raitano, Ranieri, Realfonzo, Treves).

Una raccolta di scritti, recenti, che diventa un vademecum agile, giornalistico, per capire cosa è successo e sta succedendo nel mercato del lavoro e nelle trasformazioni sociali e anche all’interno dei cosiddetti “corpi intermedi”, come il sindacato o l’associazionismo del cosiddetto terzo settore.  Una lettura utile, non pesante su un tema che invece è tutt’altro che leggero. Certo, il punto di vista complessivo è quello della sinistra, una sinistra che si interroga, si cerca e non si (ri)trova. Che sembra aver smarrito i suoi punti cardinali e non riesce ad individuarne altri, quindi naviga a vista, per lo più nella nebbia. E quando si dice sinistra, molti degli interventi lo fanno capire, non si pensa a quella comunista o post comunista e basta, ma a tutta una cultura che ha “elaborato” e ha pesato nel dopoguerra, poi negli anni della ricostruzione e del boom economico, negli anni ’70, con il “sindacato dei consigli” e della democrazia di fabbrica, lo Statuto dei Lavoratori, le nazionalizzazioni ecc. e che ha segnato stagioni di crescita civile e democratica e anche di miglioramento delle condizioni di vita delle classi popolari e che permeava anche l’area socialista e quella cattolica, soprattutto in certe aree del Paese…

Insomma a mio parere un libro interessante e utile, qui ed ora. Ringrazio Altero Frigerio di avermelo mandato. Mi piacerebbe che qualcuno, la Cgil per esempio, lo presentasse anche in zona. Se non lo fa la Cgil o qualcun altro, un pensierino ce lo faremo noi di Primapagina.

Marco Lorenzoni

 

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