DONNA, NERA, FEMMINISTA E COMUNISTA: LA LEZIONE ANTIRAZZISTA DI ANGELA DAVIS ICONA DEGLI ANNI ’70

mercoledì 24th, giugno 2020 / 16:21
DONNA, NERA, FEMMINISTA E COMUNISTA: LA LEZIONE ANTIRAZZISTA DI ANGELA DAVIS ICONA DEGLI ANNI ’70
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“E’ ora di costruire un movimento globale contro il razzismo, dagli Usa all’Italia”. A sostenere questa tesi è Angela Davis. Un’icona delle lotte contro il razzismo e per la giustizia sociale negli Stati Uniti. Il suo cesto di capelli “afro” e quella faccia nera, bella, diventarono un simbolo nei primi anni ’70, come l’immagine di Che Guevara, come il pugno nero guantato di Tommy Smith e John Carlos a Città del Messico, come Muhammad Alì…  E come Martin Luther King e Malcom X. Aveva meno di 30 anni quando nel 1971 Angela Davis fu arrestata in California per il presunto coinvolgimento nel rapimento di un giudice durante un processo contro tre attivisti delle Pantere Nere.

All’epoca Angela Davis era docente universitaria, ma anche comunista, femminista radicale e attivista per i diritti civili in particolare a favore dei neri. Venne accusata di rapimento, cospirazione e omicidio e inserita nella lista dei ricercati più pericolosi degli Stati Uniti. Poteva esserle inflitta anche la pena di morte, dal momento che secondo la legge californiana la sanzione prevista per chi è complice di un reato è pari a quella di chi lo commette. Angela Davis diventò, come dicevamo,  un’icona e tutto il mondo progressista si spese per la sua liberazione: i Rolling Stones le dedicarono la canzone “Sweet Black Angel”, John Lennon e Yoko Ono scrissero per lei “Angela”. In Italia fu, curiosamente, il Quartetto Cetra a intitolarle un brano, “Angela”.

Dopo un lungo processo la Davis venne assolta per insufficienza di prove e scarcerata il 4 giugno 1972. “Se oggi sono libera lo devo alla straordinaria ondata di solidarietà internazionale che sprigionò il mio arresto, devo la mia libertà anche all’Italia, al suo sostegno”,  ha dichiarato in una intervista nei giorni scorsi.

E infatti in Italia nel 1971 l’Udi, Unione donne italiane, picchettò ogni fabbrica di Roma in cui la forza lavoro era prevalentemente femminile consegnando a ciascuna operaia una cartolina. Su un lato c’era una fotografia di una donna nera con i capelli afro, sull’altro un indirizzo: onorevole Moro, ministro degli Esteri. Le volontarie andarono in diverse fabbriche romane e riuscirono a distribuire e a far spedire alle lavoratrici novemila cartoline. Ci furono manifestazioni, meeting, sit-in ovunque. Anche in questa zona, a Chiusi, a Chianciano…

Secondo Angela Davis che oggi ha 76 anni ma non  ha arretrato di un millimetro, “in una società razzista non basta non essere razzisti, bisogna essere antirazzisti e antisessisti”. 

Sono 50 anni che è in prima linea contro il razzismo, contro le discriminazioni, per l’uguaglianza sociale. E la sua è una di quelle facce che non tramontano mai. E’ e resta un poster indelebile, che nessuno potrà mai staccare dalle camerette di chi aveva vent’anni nel ’71 o giù di lì… Ma di quel cesto di capelli e di quel bel volto nero si ricordano anche le donne che di anni nel ’71 ne avevano qualcuno in più di venti e oggi magari ne hanno 85 o 90…

“La nostra compagna nera”, come la chiamavano allora, è ancora in trincea, ancora in prima linea contro il razzismo violento della polizia americana, contro quello subdolo dei bempensanti, contro l’oppressione della donna dovunque e comunque essa si manifesti, contro il modello sociale capitalistico.

Dopo i fatti di Minneapolis e quelli che ne sono seguiti, con le manifestazioni in tutto il mondo, le statue degli schiavisti, dei negrieri, dei colonialisti abbattute o imbrattate, con le donne picchiate in strada, la voce di Angela Davis e quella sua capigliatura tornano ad essere simbolo e richiamo alla giusta rivolta morale e civile.

E proprio oggi arriva la notizia che Alexandria Ocasio Cortez ha vinto le primarie democratiche per il seggio di New York al congresso Usa…  Anche lei è “colored”, progressista e piuttosto radicale. Buon segno. Ci piacciono le donne come Angela Davis e Alexandria Ocasio Cortez. E’ che da noi, purtroppo, oggi non ce ne sono molte come loro sulla piazza…

m.l.

 

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