COVID 19, LA BELLEZZA DELLA MAGLIA NERA: IN TOSCANA E UMBRIA TASSO DI LETALITA’ TRA I PIU’ BASSI. E ORA SI ASPETTA LA VOLATA DELLA SCIENZA

COVID 19, LA BELLEZZA DELLA MAGLIA NERA: IN  TOSCANA E UMBRIA TASSO DI LETALITA’ TRA I PIU’ BASSI.  E ORA SI ASPETTA LA VOLATA DELLA SCIENZA
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CHIUSI – Qualche giorno fa, su queste stesse colonne, insieme al’amico e collaboratore Alessandro Lanzani, medico a Milano, riflettevamo su alcuni dati, precisamente quello delle cosiddette “morti in eccesso” rispetto allo stesso period degli anni precedenti e sul tasso di letalità del Covi 19 per fasce di età e sesso.

Ieri è uscita una tabella fornita dal Ministero della salute e aggiornata alle 18 del 4 aprile, relativa al tasso di letalità del virus regione per regione.

Come raccontano le cronache in modo drammatico e inequivocabile, anche la tabella dice che è la Lombardia la Regione con il tasso più alto di mortalità sui contagi, con il 17,6%: un dato impressionante. Al secondo posto le Marche con il 13,2; poi la Liguria con il 12,9. Tutte e tre sopra la media nazionale che è del 12,3%. Seguono Emilia Romagna (12%), Valle d’Aosta (11%) e Piemonte (9%). Il Veneto che è stato tra i primi ad avere una zona rossa è al sest’ultimo posto con il 5,6%.  La Toscana è ancora un gradino sotto con il 5,4%. L’Umbria è ultima in classifica con il 3,4. Ma mai come in questo caso la maglia nera è più importante di quella rosa. E’ bello, in questa classifica essere ultimi. O nelle ultime posizioni.

Toscana e Umbria insomma sembra abbiano reagito (e probabilmente anche agito) meglio di altre regioni. Ovviamente contano anche parametri come la densità di popolazione, forse l’inquinamento e dunque una serie di patologie “endemiche” in certe zone più che in altre. Contano senza dubbio i fattori scatenanti, le scintille che hanno fato deflagrare l’epidemia  (qualcuno ha parlato della partita Atalanta-Valencia giocata a Milano a febbraio, per dire). Ma anche la Campania ha aree a densità di popolazione molto alta, eppure ha un tasso di letalità del 6,6%, la metà delle Marche o della Liguria, un terzo della Lombardia.

Anche in questa tabella si parla dei morti certificati come morti da covid 19 in rapporto ai contagiati certificati da Covid 19, ovvero sul totale delle persone risultate positive. Possono sfuggire dunque tutti i contagiati asintomatici  non “tamponati” così come tutti i decessi (anche quelli avvenuti a casa o nelle Rsa) registrati come decessi per patologie diverse e non come morti per covid 19. Quindi anche questo dato va preso con le molle. Ma la parzialità del dato riguarda tutte le regioni. Qualcuna più, qualcuna meno, magari. Ma tutte.

In ogni caso vedere Toscana e Umbria nella parte bassa della curva ci fa stare – noi che abitiamo e operiamo a cavallo tra le due regioni –  un po’ più tranquilli e ci fa anche dire che la sanità pubblica, tante volte criticata anche nel passato recente in Toscana e Umbria non è delle peggiori, anzi; e ci fa anche dire che se finora abbiamo agito e reagito bene, rispettando le regole e le prescrizioni, bisogna continuare a farlo perché è l’unica arma che abbiamo pr sconfiggere il virus, in attesa che anche la scienza trovi la soluzione. E la troverà. In tutto il mondo si sta lavorando senza sosta per mettere a punto un vaccino e farmaci capaci di fornire risposte efficaci anche in sede di terapia.

l prof. Guido Silvestri, senigalliese, docente alla Emory University di Atlanta e tra i fondatori del Patto per la Scienza, uno tra i medici impegnanti in prima linea negli Stati Uniti per lo studio del Covid-19 scrive: “Ogni giorno che passa aumenta la nostra conoscenza del virus, della malattia e dei meccanismi patogenetici (come anche di quelli protettivi). I test virologici e sierologici per determinare la presenza del virus e lo stato dell’immunità anticorpale diventano sempre più specifici e sensibili. Si sperimentano di continuo nuovi farmaci antivirali (attenzione* a EIDD-2801) ed al contempo farmaci che bloccano la risposta iper-infiammatoria che è alla base delle più gravi complicanze polmonari (attenzione* a baricitinib). Si sviluppano anticorpi monoclonali neutralizzanti per uso terapeutico mentre si studia l’effetto curativo del plasma dei pazienti “guariti”. Diversi candidati vaccini sono testati sui modelli animali e andranno presto in fase clinica. Il tutto mentre i nostri amici rianimatori, infettivologi, pneumologi etc diventano sempre più bravi a gestire le complicanze severe di COVID-19. [*attenzione in senso BUONO, di farmaco promettente.] Lo ripeto come un disco rotto, ma – credetemi – è la pura verità. La presenza della SCIENZA è la vera, grande differenza tra oggi ed il 1348 della morte nera, o il 1630 della peste manzoniana, o il 1918 della influenza Spagnola. La presenza della SCIENZA è il motivo fondamentale per cui SARS-CoV-2 è un virus senza speranza”.

 

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