CITTA’ DELLA PIEVE: 11 GUARITI SU 21 CASI. A CHIUSI SOLO 1 SU 35 E BETTOLLINI ALZA LA VOCE CON ASL E REGIONE

CITTA’ DELLA PIEVE: 11 GUARITI SU 21 CASI. A CHIUSI SOLO 1 SU 35 E BETTOLLINI ALZA LA VOCE CON ASL E REGIONE
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Buone notizie dal fronte pievese… Nella città del perugino, il sindaco Risini ha annunciato oggi una nuova “guarigione” dal coronavirus. E così salgono a 11 i casi “negativizzati” cioè a tutti gli effetti guariti, con tampone negativo dopo la quarantena e le cure. Quindi oggi, 5 aprile, a Città della Pieve i “guariti sono più dei “positivi” ancora alla prese con il virus, che al momento sono 9.
E in ogni caso 11 persone negativizzate su 21 contagiate (11+9 + 1 decesso) sono una percentuale ragguardevole, più del 50%.
Ieri, a Chiusi invece il sindaco Bettollini, ha alzato la voce con le autorità regionali e della Asl affinché facciano più rapidamente i tamponi di verifica ai cittadini risultati positivi.
Ad oggi, a fronte di 35 casi accertati di positività, solo una persona è avuto la certezza della negativizzazione. Una è deceduta come a Città della Pieve, mentre gli altri 33 sono ancora a tutti gli effetti “contagiati” e in isolamento. Tra questi il consigliere regionale Stefano Scaramelli, che tre giorni fa su facebook ha scritto che lui, sua moglie e sua figlia sono risultati ancora positivi, dopo 25 giorni di lotta con la malattia. Un augurio a tutti  e tre (e agli altri) di uscirne il prima possibile.
Ma come mai a Città della Pieve il decorso della malattia e l’uscita dall’incubo sembrano essere molto più rapidi che a Chiusi? Eppure molti casi sono contemporanei. Probabilmente il problema non è di tipo sanitario, ma piuttosto di procedura e di tempi, che possono variare da Asl ad Asl e da Regione a Regione. Per questo motivo Bettollini  ha chiesto che tutti i soggetti positivi che non accusano più sintomi vengano sottoposti immediatamente o quanto prima al doppio tampone di verifica. “L’attesa crea disagio e scoramento, frustrazione. Non è giusto!” ha tuonato il sindaco di Chiusi.
Il “differenziale” tra Città della Pieve e Chiusi, ovvero 11 negativizzati contro 1  nello stesso arco di tempo, segnala che qualcosa non quadra.
Per carità ogni caso è un caso a sé, ognuno avrà caratteristiche specifiche e diverse dovute alla situazione pregressa della persona, al grado di intensità dell’infezione ecc., ma il gap tra due comuni confinanti è troppo evidente per non saltare all’occhio. La Protezione Civile Nazionale ha fatto sapere che anche allo Spallanzani di Roma il numero dei guariti ha per la prima volta superato quello dei ricoveri. Buon segno.
La Toscana non si è mossa male, il presidente Rossi si è esposto più volte in prima persona, lo ha fatto anche ieri per stoppare i test sierologici presso i laboratori privati e oggi per annunciare la mascherina obbligatoria per uscire di casa non appena le mascherine saranno consegnate ai comuni, si parla di 10 milioni di pezzi da distribuire gratuitamente a tutti i residenti. Comune per Comune. Due iniziative, queste di Rossi, che vanno anche nella direzione di un freno alle “speculazioni che anche in Toscana si sono verificate”. Anche questo è un segnale di attenzione e di rispetto del diritto dei cittadini a non essere presi per il collo in un momento di necessità… Sui tamponi di verifica invece in Toscana si va un po’ a rilento. Ha ragione e ha fatto bene Bettollini ad alzare la voce.
m.l.
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