LA STRAGE DI BOLOGNA FU FINANZIATA E ORGANIZZATA DALLA P2, DA PEZZI DEI SERVIZI SEGRETI E ESPONENTI DEL MSI. LA PROCURA APRE UN NUOVO SCENARIO

mercoledì 12th, febbraio 2020 / 18:45
LA STRAGE DI BOLOGNA FU FINANZIATA E ORGANIZZATA DALLA P2, DA PEZZI DEI SERVIZI SEGRETI E ESPONENTI DEL MSI. LA PROCURA APRE UN NUOVO SCENARIO
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In tanti lo hanno sempre pensato. C’era chi lo gridava nei cortei e alle manifestazioni. Anche alle commemorazioni delle vittime di quella strage, ogni 2 di agosto, dal 1980 in poi.  Parliamo della strage alla stazione di Bologna. E del “filo nero” che unisce i sicari neofascisti, ad ambienti dei servizi segreti e alla Loggia P2 di Licio Gelli. Adesso a sostenerlo non sono più solo i parenti di quei morti o qualche “estremista di sinistra”. Lo sostiene la Procura di Bologna che ha chiuso l’ultima inchiesta sulla bomba alla stazione del 1980. Secondo i magistrati bolognesi fui la Loggia P2 ad organizzare e finanziare la strage. Ma dietro alla bomba che fece 85 morti e 200 feriti c’erano anche altre “menti nere”: il braccio destro di Gelli, Umberto Ortolani, il Capo dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno Federico Umberto D’Amato e il senatore del Msi e piduista Mario Tedeschi.

La notifica degli atti della Procura avviene ad un mese di distanza dalla condanna all’ergastolo di Gilberto Cavallini, esponente dei NAR, ovvero dell’organizzazione eversiva di estrema destra di cui facevano parte anche Giusva Fioravanti e Francesca Mambro.  I 4 personaggi citati in precedenza sono tutti riconducibili alla Loggia segreta Propaganda 2 e sono tutti morti da tempo. Sarebbero, secondo la Procura bolognese i mandanti -finanziatori e i mandanti-organizzatori della strage. Ma nel registro degli indagati la Procura ga scritto anche un altro nome, quello di Paolo Bellini, altro ex terrorista nero, di Avanguardia Nazionale, ritenuto esecutore materiale, in concorso con i 4 estremisti neri già condannati: Fioravanti, Mambro, Ciavardini e, appunto Cavallini. I primi tre sono stati riconosciuti colpevoli in via definitiva, Cavallini solo in primo grado. Ma con loro avrebbero agito anche altre persone. Nell’avviso di conclusioni indagini, infatti, si legge che Bellini è indagato “con altre persone da identificare“. Poi ci sono i “depistatori”, quelli cioè che avrebbero depistato le indagini: l’ex generale del Sisde Quintino Spella e l’ex carabiniere Piergiorgio Segatel. Mentre tale  Domenico Catracchia deve rispondere di false informazioni al pm. Particolare inquietante: Catracchia è l’amministratore del condominio di via Gradoli a Roma. Dove vivevano i brigatisti rossi del sequestro Moro.

Lo scenario ipotizzato dalla Procura di Bologna inserisce dunque la strage del 2 agosto nel pieno della Strategia della tensione.  Così come Piazza Fontana, le bombe sui treni e a Brescia… L’avviso di conclusione indagini è di solito il prologo al rinvio a giudizio. C’è dunque la speranza che la strage possa trovare non solo i colpevoli materiali, ma anche i mandanti. Certo il provvedimento arriva a 40 anni di distanza dalla bomba. “Forse se ne potevano risparmiare una decina” ha commentato Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione familiari delle vittime, che si aspettava l’addebito a Paolo Bellini, ma riguardo al coinvolgimento di Gelli, Ortolani, D’Amato e Tedeschi dice: “questa è una novità assoluta che potrebbe cambiare la storia di questo Paese. Gelli, per la verità, era stato già condannato come depistatore dell’attentato, mentre il suo braccio destro Ortolani era stato prosciolto. Accusato di essere stato al centro degli intrighi finanziari della loggia, Ortolani si era rifugiato a San Paolo e il Brasile si era sempre rifiutato di arrestarlo perché cittadino brasiliano. Nel 1996, nel processo sulla loggia P2, venne assolto dall’accusa di cospirazione politica contro i poteri dello Stato. Nel 1998 la Cassazione lo ha condannato in via definitiva a 12 anni per il crac del Banco Ambrosiano. Adesso Gelli e Ortolani vengono considerati mandanti-finanziatori della strage. Il potentissimo D’Amato, ex agente anglo americano, regista delle principali trame occulte italiane, è invece accusato di essere mandante-organizzatore dell’attentato: uomo dei mille misteri, anche D’Amato era iscritto alla P2. Così come anche Tedeschi, storico direttore de Il Borghese e senatore del Movimento sociale Italiano.

Nell’atto della procura generale di Bologna, però, ci sono, come dicevamo,  altri quattro indagati. I depistatori. Tra cui l’amministratore del condominio di via Gradoli, dove si trovava la ‘prigione del popolo’ in cui fu tenuto Aldo Moro. Nella stessa strada nel 1981 anche i Nar avevano due covi. Tutti riconducibili alla stessa agenzia immobiliare. Insomma i terroristi neri e rossi avevano lo stesso padrone di casa…

Il Nar Bellini era stato indagato e prosciolto nel 1992 sulla base di un alibi. Proscioglimento però subito dopo annullato, perché in un video amatoriale girato da un cittadino tedesco negli attimi precedenti la strage nel quale compare un uomo coi baffi che si aggira vicino al primo binario. E quell’uomo somiglia fortemente alle foto segnaletiche di Bellini. Non solo: anche l’ex capo di Ordine Nuovo, Maggi, ora deceduto, in una intercettazione ambientale riferiva a figlio che la strage di Bologna era riconducibile alla Banda Fioravanti e che la bomba era stata portata alla stazione da un “aviere”.

Bellini era conosciuto per la sua passione per il volo e aveva il brevetto di pilota. Lo stesso Bellini,he oggi ha 66 anni è considerato una sorta di “primula nera” dell’eversione di destra per una serie di arresti evitati, ma condannato per vari omicidi, compreso quello del militante di Lotta Continua Alceste Campanile, è diventato un “collaboratore di giustizia” in relazione alla trattativa Stato-Mafia. Di sicuro frequentò anche ambienti vicini a Cosa Nostra.

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