PATTY SMITH E LE SARDINE, IO STO CON LORO

venerdì 06th, dicembre 2019 / 16:11
PATTY SMITH E LE SARDINE, IO STO CON LORO
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CHIUSI – Già me lo figuro il mio amico Carlo Sacco che scrive “aridagli con ‘sta storia della musica che fa la rivoluzione!” Vabbè, pazienza. Può essere che a canzoni non si fa rivoluzione, come cantava Guccini, ma che una certa musica possa fare da colonna sonora alle rivoluzioni, ai grandi movimenti e sommovimenti di massa questo è innegabile. E’ successo con Verdi nel Risorgimento, è successo coi Creedence, con Bob Dylan, Joan Baez e con John Lennon durante gli anni della guerra del Viet Nam. Con Claudio Lolli negli anni delle stragi di stato in Italia… Springsteen ci ha regalato riflessioni profonde sull’America deindustralizzata,  sulla “rust belt” tra Ohio  e Pennsylvania…

Mercoledì sera a Ravenna, Patti Smith si è presentata sul palco con una sardina cucita sulla giacca. E, a un certo punto, mentre lanciava “Ghost dance”, ha detto: “Saluto Ravenna, saluto le sardine”.  Applausi.

La poetessa del rock era lì per cantare, ed ha cantato. E’ finita come sempre. È finita con “People have the power”. Il popolo ha il potere.

Un messaggio, un endorsment come dicono loro, gli americani, per il movimento che sta riempiendo le piazze di tutta Italia. Questo pomeriggio saranno a Siena, piazza Duomo. “Le cose non saranno mai perfette – ha detto – Ma voi dovete continuare a combattere.” E se lo dice Patti, ci si può anche credere, perché Patti Smith non è una qualunque. Ha 72 anni, i capelli bianchi… bella non è mai stata, neanche a 30 anni, ma le sue canzoni hanno fatto epoca. Non a caso Bob Dylan mandò lei, l’amica di una vita, a ritirare il premio Nobel, lui non aveva tempo e neanche voglia… Patti si dimenticò pure le parole… Aveva poca voglia anche lei di certe cerimonie, lei è di un’altra pasta. Aveva solo fatto un favore ad un amico. Come quando gli ritiri un certificato, un pacco dal corriere o il referto delle analisi… Per cortesia…

Patricia Lee Smith, in arte Patti Smith non è solo una cantante rock, è una poetessa, un’icona di una generazione.

Mi ricordo ancora il concerto che tenne a Firenze nel ’79... Avevo già visto qualcosa di simile, come “ambiente” a Umbria Jazz nel ’76 e ’77 a Castiglione del Lago, Città della Pieve e Perugia…  Ma quel giorno al Campo di Marte l’ambiente di Umbria Jazz era amplificato per 5, 6, 10 volte….  Ebbi timore che la mia amata Viola non avesse più uno stadio in cui giocare per i successivi dieci anni. Fu un concerto memorabile. Con grandissimi problemi logistici per chi come me era in mezzo al prato, stretto peggio che dentro una scatola di sardine (che all’epoca erano solo pescetti sott’olio). Il problema numero uno era quello di dove poter pisciare. Il problema numero due, se trovavi il modo e dove pisciare, era come tornare al punto di partenza, dove ti aspettavano gli amici… Il problema finale fu come uscirne e come camminare sopra un mare di bottiglie, lattine, cartacce, scarpe, magliette, mutande e reggiseni smarriti da chissà chi con un “afrore” di marijuana che superava quello dei gas d scarico della macchine e gli odori delle pizzerie e dei camioncini con il lampredotto…

All’epoca la canzone più nota di Patty era Because the night…

Ci fa piacere che sia ancora al pezzo, che ancora abbia voglia di incitare alla rivoluzione o quantomeno alla “partecipazione di piazza” contro i seminatori di odio e intolleranza… Le sardine dovrebbero essere orgogliose di questa sponsorizzazione.

E’ vero, ‘ste sardine sono ancora un movimento un po’ ibrido e nebuloso, il ragazzo che tutte le sere sta in tv a spiegarci di cosa si tratta, non spiega granché, ma ha una faccia pulita, non dice che non sta né di qua né di là ed è già tanto; dice che le pizze reali sono meglio delle piazze virtuali sui social e non è poco; su alcuni temi (accoglienza, integrazione, dialogo tra generazioni, giudizio sui governi locali a partire dalla sua Emilia Romagna) è stato ed è piuttosto chiaro… su altre questioni un po’ meno, ma non si può chiedere alle sardine, finché sono sardine, di vestire i panni dei delfini o degli squali che sono animali più scafati, più robusti, più abituati al mare aperto…

Per quello che conta, io sto con le sardine, sapendo che non sono solo ragazzini, né tantomeno ragazzini viziati e figli di papà (lo dicevano anche nel ’68 e nel ’77), sapendo che con loro ci sono tanti come me che hanno superato la sessantina e non hanno ancora voglia di ammainare bandiera.

L’endorsement di Patti Smith e di Roger Waters al nuovo movimento che si sta allargando a tutta Europa mi conforta. Di quei due io mi fido. Più che di Zingaretti o di Di Maio. Se Patti e Roger dicono “sardine di tutto il mondo unitevi!” io dico viva le sardine!

Ci sarà tempo e modo per affinarne il pensiero e il messaggio politico, ma oggi – qui e ora – meglio le sardine del resto che passa il convento.

Credo che anche sindaci e assessori da un lato, movimenti tematici (come quelli che si sono mobilitati sul caso Acea o sulla centrale geotermica in val di Paglia) dall’altro, non potranno eludere il problema e dovranno confrontarsi con questo strano vento di mare, nato in una piazza di Bologna…

Giusto, giustissimo che l’inno delle sardine sia Bella Ciao e che il canto simbolo della nostra liberazione risuoni nelle piazze. In certe situazione, credo non ci sia canzone più bella. Ma anche Peopole have the power ha un suo perché. Ed ha un bel sound…

Marco Lorenzoni

 

 

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