L’ITALIA AL TEMPO DEL JUKE BOX, SERATA DI MUSICA E NOSTALGIA AL TEATRO DI CITTA’ DELLA PIEVE
Dopo l’Italia e “dintorni” intesi come il Mondo dei giovani del ‘68, messa in scena dai ragazzi del Liceo Calvino e quella dell’America On The Road ad Ottobre, a cura di Primapagina e l’Associazione Turistica Pro Loco Pievese, arriva Sabato 21 Dicembre 2019, sempre al Teatro degli Avvaloranti di Città della Pieve, il racconto in musica di un’altra Italia, quella dei Festival Televisivi, del Cantagiro, del Disco per l’Estate, del Festivalbar, dal titolo emblematico FESTIVAL.
Una generazione che conosceva il primo SOCIAL in assoluto, il Jukebox, dove “un disco 50 Lire e tre dischi Cento Lire”, si incontrava la storia sentimentale di un intera nazione.
Non c’era Facebook,non c’erano ancora le Radio Libere diffuse e la socialità si misurava sul livello delle scelte dei Dischi selezionati nel Jukebox,oggetto di apprezzamenti da parte dagli avventori o da critiche ironiche, insieme ad altri “social” come il biliardino ed il flipper.
C’erano i grandi eventi sia televisivi che intineranti (Il Cantagiro) che univano l’Italia delle Città con l’Italia della provincia.
Ma era il momento della Vera Musica, sia Italiana che straniera,delle “cover” di successi in lingua inglese. Era anche il periodo dei grandi autori ed artisti della musica, compositori e cantanti a tutto Tondo, i Mogol-Battisti, Migliacci, Carosone, Peppino di Capri, i Beatles, Sinatra etc.. tutti interpreti di una Nazione apparentemente “leggera”, forse provinciale, ma animata dalla fiducia verso il futuro, che si ritrovava dopo la guerra, laboriosa, non banale,che guardava in realtà verso l’America e l’Inghilterra.
L’Italia del Miracolo Economico, delle gite al mare, del “fuori porta”con la 600,della televisione di condominio o della Sala al Bar, delle Coppe dei Campioni, dei mitici Quiz Televisivi.
Una musica EVERGREEN,ancora oggi apprezzata e riscoperta anche dalle giovani generazioni.
Un tuffo in quel periodo, rigoramente senza nostalgia, verrà proposto Sabato 21 Dicembre alle ore 21 al Teatro degli Avvaloranti di Città’ della Pieve, con l’Ensemble QUI X CASO presentata dal grande Tony Bani,una dei più importanti presentatori animatori,organizzatore tra l’altro del CantaUmbria in quegli anni.
L’evento è organizzato dalla Pro Loco Pievese ed Inopera Festival,con il patrocinio del Comune di Città della Pieve e della Associazione Pieve Arte Vetrine.
L’ingresso è a libera offerta, l’incasso sarà devoluto alla Casa Protetta-RSA Creusa Brizi Bittoni.
m.b.
Eravamo allora piu’ poveri,ma solidali ed semplci.Solo dalla semplicita’ dei rapporti emerge il meglio di una collettivita’.
Codesta Remo è una visione che può andar bene ed andare anche non bene,se si pensa alle cose scritte nel Post, agli spettacoli, alle canzoni a quel tipo di cultura che iniziava ad essere veicolata nella società ai tempi in cui si fà riferimento.E’ per quella cultura lì che siamo arrivati a questo che siamo oggi, soprattutto in riferimento a come siamo stati assorbiti dai media, dal mondo dei soldi, dall’esteriorità in luogo della sostanza.Non è mica detto che dove c’è più bisogno alberghino le migliori istanze dell’animo umano? Forse ci sembra a noi oggi perchè quello è un mondo ormai lontano ma se penso a quanto abbia inciso quella visione dei tempi che consideriamo sull’accettazione senza colpo ferire delle cose fatue,fragili,della prevalenza dell’effimero sul reale e sull’importante e soprattutto di importanza minima di quest’ultimo ”importante” nella vita quotidiana,quell’escalation l’abbiamo pagata cara e la cambiale a quel modello di sviluppo l’abbiamo pagata oggi e la stiamo pagando.Nell’intervento sul post delle sardine ho letto
un aforisma riferito a quanto diceva Che Guevara che mi sembra che abbia dedicato la propria vita alla rivoluzione ed alla spinta per il cambiamento delle condizioni umane dei ceti più debli e per questo anche più semplici.Che Guevara ha detto che ” un popolo che non sà nè leggere nè scrivere è un popolo facile da ingannare”.Guardi l’italia a tal proposito in confronto alle altre nazioni d’Europa, e guardi soprattutto le nazioni del terzo mondo a chi ed a cosa obbediscono : al sogno di emigrare verso l’occidente consumistico ed alle religioni. Un popolo che viene fuori da una economia legata alla terra e che poi passa all’affermazione di una società industriale ed adesso post-industriale ha compiuto il proprio ciclo esistenziale nella conoscenza di questi tre periodi.Inizialmente le novità attraggono e piace abbracciarvisi e confrontarvisi, ma poi quando avviene la saturazione allora siamo forse spinti a dire il famoso motto ”si stava meglio quando si stava peggio”. Anche lì dipende, perchè il meglio od il peggio diventano misure tutte personali.E’ chiaro che per esempio il grande latifondista oggi probabbilmente sente di stare peggio rispetto ai suoi predecessori latifondisti per un insieme di ragioni storiche di cambiamento della società e sognerebbe di tornare ai bei tempi. Di rimando chi lavorava la terra a capo chino e che abitava poderi dove mancava l’essenziale le condizioni tipiche ed idonee ad una vita decente mancavano e per lui la società industriale e l’emigrazione hanno rappresentato un progresso in molti aspetti della vita.Oggi siamo al punto che quello sviluppo distorto basato sul livello di consumo spesso sottoculturale delle tv spazzatura e di quanto l’aspetto mediatico riesce a conficcare nella testa delle persone facendola da padrone non è più possibile che si espanda all’infinito pena la decadenza del genere umano.E gli ignoranti di ieri che erano persone più semplici ed anche più manovrabili non sono poi tanto diversi a quelli di oggi, anzi forse per certi aspetti quelli di oggi sono peggiori proprio perchè credono di avere diritti senza lottare e che la società glieli debba dare, diversamente diventano distruttivi.Le guerre Remo hanno impedito che si sormontasse la sopportabilità sociale ma sono state instituite dal funzionamento del sistema proprio per difendersi dal cambiamento che la gente richiedeva.Senza una guida le rivoluzioni abortiscono e da quelle sorge il satrapo.Mao tse tung considerato attualmente un satrapo dagli ignoranti laureati che abbondano nei nostri schermi disse che ”senza teoria non c’era rivoluzione”. Il satrapo Mao Tse Tung ha conquistato la cina facendo vedere al proprio popolo che poteva con la lotta affrancarsi dal feudalesimo, mangiare e studiare e costruire un avvenire migliore di quello che se la Cina fosse restata nelle mano di Chang Kai Shek. Difatti l’evoluzione della Cina oggi è in grado di dare dei numeri al mondo occidentale.I cinesi mangiano tutti dal primo all’ultimo, gli Indiani con le centinaia di dei che hanno dentro la testa,contemplano il mondo ma una gran parte fà la fame nel capitalismo.