IL SUDAMERICA IN SUBBUGLIO, NE PARLIAMO CON LA PITTRICE ITALO-ARGENTINA SILVANA CHIOZZA

lunedì 23rd, dicembre 2019 / 11:33
IL SUDAMERICA IN SUBBUGLIO, NE PARLIAMO CON LA PITTRICE ITALO-ARGENTINA SILVANA CHIOZZA
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CETONA – Certo dall’atmosfera della Boca a Buenos Aires a Cetona ci deve essere una certa differenza. Ma a Cetona, si sa. c’è tanta gente di mondo. E’ un microcosmo, Cetona, in cui si possono incontrare persone provenienti da altri mondi. Silvana Chiozza, per esempio.  Una bella signora, elegante e gentilissima nei modi, che ha una casa con affaccio sulla piazza. Viene, appunto da Buenos Aires, Argentina. E’ un’artista plastica, come dicono gli argentini. In italiano: pittrice. Ma è mezza italiana e mezza argentina. Doppio passaporto. Doppia nazionalità,e probabilmente anche una sensibilità doppia, fatta di italianità (le origini) e di una vita vissuta per lunghi anni di là dell’Atlantico, tra i portenos, con in sottofondo il ritmo strascicato, un po’ triste e malinconico dei tanghi di Piazzolla e di Gardel, ma anche il calore di un paese immenso sempre in bilico tra poesia e rivoluzione.. 

Silvana Chiozza anche parla benissimo l’italiano con quel tocco, quasi impercettibile, di spagnolo tipico degli argentini e degli uruguagi, che parlano uno spagnolo diverso dall’originale, abbastanza italianizzato…

Dipinge quadri che vanno dal figurativo all’astratto: paesaggi rarefatti, ma ben riconoscibili, con rimandi alla storia, all’archeologia e anche quadri astratti, questi ultimi senza titolo… colpi di pennello con pochi colori: nero, grigio, rosso e sfumature dei tre. Roba bella che suscita emozione alla vista.

L’abbiamo incontrata a casa sua (bello anche l’appartamento: sobrio, quasi spartano, ma di gran gusto) per parlare di cosa sta succedendo in America Latina. Un continente in ebollizione. Dei suoi quadri parleremo magari in altra occasione, ci ha detto che farà presto una mostra a Città della Pieve. Non la perderemo.

Alla conversazione partecipa anche la sua e nostra amica Aude Bezat Coradini, francese (è piccolo il mondo a Cetona), la quale vede analogie tra certe situazioni in latinoamerica e ciò che sta succedendo in queste settimane in Francia, con scioperi durissimi e città in ginocchio (ma solidali con i manifestanti). I francesi quando ci si mettono sanno fare le rivoluzioni figuriamoci uno sciopero…

Su ciò che sta avvenendo in Cile (rivolte di piazza da mesi, violenze inaudite della polizia, situazioni da stato militarizzato) Silvana Chiozza si limita a dire che in effetti la situazione è preoccupante, ma piuttosto strana, perché il Cile ha una tradizione politica forte, anche a sinistra, ma è la prima volta che si verifica un caos del genere… tanto – dice – che viene il dubbio che le manifestazioni di piazza siano orchestrate e manovrate dall’esterno… 

In Argentina, invece, la situazione non è al livello del Cile, come scontro sociale, ma è comunque “bollente”. Un mese fa le elezioni hanno visto la vittoria del partito peronista di Cristina de Kirchner, contro il presidente uscente Mauricio Macri che aveva defenestrato la dinastia Kirchner  5 anni prima.

Silvana Chiozza ci parla della “grieta” (la crepa, la frattura) che la vittoria della Kirchner ha riaperto. Metà paese è con lei, ma l’altra metà la odia.

Durante i suoi due mandati Cristina Kirchner aveva avviato una politica di welfare spinto, su pensioni, sanità pubblica, trasporti, dando un’impronta molto radicale al suo populismo “diciamo così di sinistra”, favorendo gli strati popolari e anche una certa ripresa economica, “accreditandosi come una sorta di Evita Peron 2.0”, ma allo stesso tempo il suo ‘regime’ – lascia intendere nostra interlocutrice, parlandoci delle cronache dei giornali e delle tv – non si è fatto mancare niente sotto il piano della disinvoltura nella gestione del potere. Che, tradotto, significa  una corruzione dilagante e strutturale, sistemica, naufragata tra scandali, arresti, inchieste… Una sorta di Mani Pulite in Italia, insomma.

E poi Silvana Chiozza  ci spiega come Mauricio Macri, populista pure lui, ma di area liberal moderata, di centro destra, 5 anni fa vinse su quello. Proponendosi cioè come un “cambio” rispetto al sistema familistico della Kirchner. Sembrava  la fine di una dinasty familiare, e un nuovo inizio…

Macri non ha smantellato il welfare, perché avrebbe perso voti e consenso, ma non è riuscito a riequilibrare i conti dello Stato, il debito pubblico è cresciuto, il calo dei prezzi dei prodotti agricoli che l’Argentina esporta ha fatto il resto…  E così, a novembre il presidente Macri ha perso le elezioni, e alla presidenza è salito il peronista Fernandez, stesso partito, ma nessuna parentela con Cristina Fernandez Kirchner, che adesso è vice presidente. “Chiaro però – aggiunge Silvana Chiozza – che Cristina  Kirchner ha scelto lei di essere vicepresidente e ha scelto lei Fernandez come presidente. Una cosa che non ha precedenti, in Argentina almeno. Questo le ha consentito di prendere voti dai moderati, ma anche poter avere dal nuovo presidente una sorta di salvacondotto per tutte le cause giudiziali che ha in corso… Dai pochi primi passi del nuovo governo già traspare che è e ancora lei quella che comanda”. 

Una vittoria questa del duo Kirchner-Fernandez vista come un segnale contro le politiche neoliberiste… Non a caso il nuovo governo ha subito strizzato l’occhio a Maduro (Venezuela) e ha accolto Evo Morales in fuga dalla Bolivia dopo il colpo di Stato dei giorni scorsi…

Nelle parole di Silvana Chiozza cogliamo, senza che lei lo dichiari, una maggiore simpatia per Macri ( “E’ stato demonizzato, presentato come un continuatore della dittatura militare degli anni ’70, ma non era così”…) rispetto alla Kirchner, donna forte, ma evidentemente a capo di un potere dinastico, appoggiato da lobbies fortissime e beneficiate dal governo. A proposito di lobbies, Silvana Chiozza non nasconde il timore che in Argentina, come in altri Paesi latinoamericani, a determinare la politica e i governi siano soprattutto ambienti legati al narcotraffico… Perché quelli sono gli ambienti in cui girano più soldi in sudamerica.

Silvana Chiozza è una signora benestante, un’artista. Non fa politica attiva, ma – par di capire – non ama la politica populista sia quando si ammanta di ideologismo di sinistra,  sia quando, al contrario, veste i panni del cattivo, di destra, come Bolsonaro in Brasile…

Vede un’America latina di fronte al bivio tra una visione del mondo filo Usa (“Macri, in questo senso era molto in linea con Trump”, dice) e una visione socialisteggiante e antiamericana che potrebbe spostarla verso l’egida russa o cinese… Con la Cina che sta investendo molto, come in Africa, anche nell’America del Sud…

Un’America del sud in grande subbuglio. Anche in Uruguay c’è stato di recente un cambio di governo. A novembre ha vinto il centro destra dopo 15 anni di governo di sinistra (con personaggi come Mujica,  Tabarez Vasquez, Huidobro che hanno portato il Paese ad essere quello con il reddito pro capite più alto sotto al confine Usa-Messico)… In Cile è caos e guerriglia urbana, in Bolivia un colpo di Stato, come ai vecchi tempi, ha rovesciato Evo Morales di cui l’Economist scriveva: “A differenza di altri leader latino americani con tendenze all’autoritarismo, Evo Morales ha dominato il suo paese più con il consenso che con la coercizione». In Argentina il populismo di sinistra è tornato al potere. Ma – questo lo diciamo noi, non Silvana Chiozza – se la sinistra è rappresentata da figure come Cristina de Kirchner, qualche perplessità ci assale.

Rispetto all’Italia, l’Argentina e il sudamerica sono un altro mondo.. In quei Paesi vigono logiche diverse, per noi difficilmente comprensibili, almeno così a pelle. Ma a guardar bene, se analizziamo le posizioni politiche di certi leader politici sudamericani, dell’una e dell’altra sponda, e quelle dei leader italiani, ci accorgeremo che quei paesi sono per noi alla fine del mondo,  ma non sono poi così lontani. E non solo per una questione di lingua o di radici.

Marco Lorenzoni

*Nella foto di copertina: Silvana Chiozza davanti ad alcuni suoi quadri

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