CHIUSI: ACEA, VARIANTE AL PRG, FUTURO DEL PARTITO, IL PD PROVA AD USCIRE DAL PANTANO. PARLA IL CAPOGRUPPO AGOSTINELLI
CHIUSI – Nella seduta di venerdì scorso, il Consiglio comunale ha discusso e votato le numerose osservazioni presentate da cittadini, associazioni e comitati alla Variante Generale al Piano Operativo, adottata il 19.12.2018, che, come è noto, recepiva il famoso “atto di governo” del giugno 2018 con cui veniva vietata a Chiusi la realizzazione di inceneritori, carbonizzatori, termovalorizzatori, discariche e attività insalubri con emissioni nocive, salvo i casi n cui l’impresa dimostrasse di applicare le migliori e più avanzate tecnologie per l’abbattimento delle stesse, finanche alla loro completa eliminazione… Cosa questa peraltro prevista anche nella normativa che regola appunto le attività insalubri. La postilla sembrava fatta apposta per lasciare una possibilità ad impianti tipo quello proposto da Acea, che però tale dimostrazione non l’ha data e alla fine ha preferito ritirare il proprio progetto, piuttosto che vederselo bocciare in sede di Conferenza dei Servizi. Una ritirata strategica che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a gran parte della popolazione di Chiusi e dintorni, preoccupata per le possibili ricadute negative di un impianto del genere. Adesso con le modifiche apportate venerdì dal Consiglio Comunale allo strumento urbanistico, la norma proposta con l’atto di governo del 2018, risulta ancora più stringente e precisa, accogliendo, con ciò, almeno parzialmente, un’osservazione del Comitato Aria.
Inceneritori, carbonizzatori, termovalorizzatori ecc. sono adesso vietati, non solo nelle aree produttive, ma in tutto il territorio comunale, aree agricole comprese. Ma adesso fa riferimento specifico a tutti gli impianti di trattamento rifiuti “al fine di evitare fraintendimenti o interpretazioni”. Un no generalizzato a tutte le attività insalubri di prima classe avrebbe inibito anche l’insediamento di carrozzerie, stalle, officine meccaniche, cosa improponibile. Quanto alla definizione di attività e impianti insalubri la norma approvata dal Comune di Chiusi rimanda al DM 5 settembre 1994.
Mentre su molte osservazioni alla Variante Generale le opposizioni 5 Stelle e Podemos hanno votato contro, questa variazione è stata votata all’unanimità. Quindi se da un lato il Comune accoglie parzialmente una sollecitazione del Comitato, dal’altra le due forze di minoranza che si sono battute a fianco del Comitato, contro il carbonizzatore Acea, riconoscono la bontà di un atto che ha avuto il suo peso nella vicenda e adesso è ulteriormente precisato e reso non più “interpretabile”. Dopo settimane infuocate e mesi di contrapposizione frontale, un segnale di disgelo.
Il neo capogruppo di maggioranza Simone Agostinelli non nasconde una punta di soddisfazione: “Abbiamo voluto dare una maggiore forza all’atto del giugno 2018, ripreso in Variante generale nel dicembre 2018, lo abbiamo fatto accogliendo anche le sollecitazioni dei comitati. Siamo soddisfatti dell’approvazione e del voto unanime. La nostra volontà era già chiara allora e lo è ancora di più oggi. Rimane il problema di capire dove è possibile costruire gli impianti e la nostra variante è anche una provocazione a riguardo, perché la Regione arrivi una volta per tutte ad elaborare una sorta di piano strutturale per gli impianti di smaltimento, così da non far trovare altre amministrazioni locali nella stessa difficoltà che abbiamo avuto noi. Altro problema è comunque quello dello smaltimento dei fanghi ed è auspicabile un confronto aperto per riuscire a trovare soluzioni condivise. Intanto ringrazio gli uffici per il lavoro svolto. E anche il capogruppo uscente Gianluca Annulli che ha svolto bene il suo compito”.
In effetti il Comune di Chiusi è l’unico nel territorio ad avere una norma di divieto così stringente. E così come aveva fatto il sindaco Bettollini in Consigio, anche Agostinelli ribadisce che la norma inserita nel P.O del Comune di Chiusi è una provocazione, un “precedente”, nel senso che se tutti i comuni approvassero una normativa simile a livello nazionale il problema di come e dove trattare i rifiuti che produciamo diverrebbe irrisolvibile. Perché, è ovvio, gli impianti servono e non si può pensare che ogni comune possa avere la sua discarica, il suo inceneritore, il suo carbonizzatore per i fanghi ecc… Servono politiche solidali, di area, quantomeno per ambiti provinciali… E questo sarà tema caldo anche nella campagna elettorale per le regionali di primavera.
Chiusi un impianto che tratta rifiuti non solo locali ce lo ha già, è il depuratore ex Bioecologia, ora di Acea. Quindi la sua parte, diciamo, la sta già facendo, ma anche il futuro di quell’impianto sarà tema caldo nelle prossime settimane e mesi, non solo riguardo all’ammodernamento tecnologico (promesso da Acea), ma anche per ciò che riguarda la tipologia dei “reflui” trattati.
Insomma la norma restrittiva del Comune di Chiusi, dice Agostinelli, “non è una risposta campanilistica, sull’onda della sindrome Nimby (“Not in my back Yard” non nel mio giardino), ma esattamente il contrario, è un monito, un modo per dire o questa questione si affronta seriamente dall’alto, o non se ne esce”. E, ci par di capire, anche un modo per dire che una riflessione ampia su questi temi andrà fatta anche a livello locale e non solo in ambito amministrativo.
Ma Agostinelli e Bettollini un problemino a tal proposito ce l’hanno. Non ci riferiamo al fatto che si sono trovati nel mirino delle critiche e sotto il tiro dei Comitati. Quanto allo stato del loro partito. Il capogruppo anche su questo prova a suonare la carica e ad alzare l’asticella:
“Il partito deve tornare ad essere protagonista del dibattito politico, sia sulle tematiche locali che su quelle nazionali. C’è bisogno di ritrovare quello spirito di appartenenza che ha sempre contraddistinto le forze politiche che sono alla base dell’esperienza fondativa del progetto PD. Rispetto a questo, la fuoriuscita di Matteo Renzi, non ha fatto altro che ridefinire una volta per tutte, la vera natura del nostro partito. Io ho sempre sostenuto che un partito, soprattutto di sinistra, non si possa accontentare solo di avere un leader carismatico, ma debba mettere tutta la sua forza per rispondere alle domande delle persone che vuole rappresentare e noi per molto tempo non siamo stati capaci di farlo. Oggi abbiamo bisogno di compagne e compagni che credono in una sinistra che non abbia paura di governare, che metta alla base della propria azione politica il lavoro, la scuola, la cultura, lo sviluppo economico sempre sempre attento alle tematiche ambientali. Di giovani che ancora credono nella forza propulsiva di un ideale. Se non siamo capaci di fare questo, si perde e l’Umbria ne è la prova”.
Ma al momento tutto questo sembra un “miraggio”. Il Pd a Chiusi è in una condizione a metà tra il Visconte dimezzato e il Cavaliere inesistente, per dirla con Calvino. Simone Agostinelli però si dice fiducioso: “abbiamo lavorato e stiamo lavorando per rimettere in piedi una struttura capace di dire la sua, con un segretario dell’Unione comunale e segretari dei circoli, laddove questi sono venuti meno con la diaspora di Italia Viva, a breve, appena dopo le feste, diciamo metà gennaio, ci saranno novità interessanti. Sono convinto che si possa ripartire e ricominciare a fare politica…”
Nel frattempo, mentre il Pd si riorganizza e gli altri lavorano alla costruzione di una alternativa in vista delle comunali 2021, magari facendo le prove generali alle regionali della prossima primavera, la stessa amministrazione comunale farebbe bene, forse, a fare il punto della situazione sul caso Acea: cioè su come è finita la questione, su cosa resta sul tappeto e sul che fare, adesso che il progetto carbonizzatore è saltato, del depuratore esistente e nel resto di quell’area.
Bettollini ha sempre detto che l’assemblea pubblica l’avrebbe fatta nel momento in cui avesse avuto in mano tutti i pareri di merito, bene, adesso non è più questione di pareri, ma di chiudere un capitolo e aprire quello del dopo.
Secondo noi, anche per neutralizzare un tam tam social fatto anche di fake news, commenti denigratori e strumentalizzazioni politiche, per uscire dal cono d’ombra in cui oggettivamente si è ritrovata, l’Amministrazione Comunale deve chiudere la partita. Spetta ad essa farlo. Convochi dunque una conferenza pubblica, un bel confronto con i cittadini – ora che lo spettro è stato allontanato e il pericolo è scampato – per spiegare lo stato delle cose e aprire il capitolo sul futuro. Tra l’altro non si tratterebbe di andare a Canossa, di chiedere scusa, come qualcuno, strumentalmente ha più volte ribadito, perché l’Amministrazione andrebbe al confronto con la forza degli atti prodotti, con una proposta ufficiale (il parco fotovoltaic0) per la destinazione dell’area ex centro carni, con uno strumento urbanistico che impone anche alla Regione e ai comuni limitrofi una riflessione di sistema.
Sotto le feste naturalmente no, non è il caso. Ma prima lo fa e meglio è. E se Bettollini, Micheletti e Agostinelli riusciranno ad avere, nell’occasione, le spalle coperte da un Pd rinnovato, rimotivato, con qualche dirigente riconoscibile e parlante, sarà tanto di guadagnato anche per loro. Soprattutto in prospettiva.
Intanto passeranno un Natale e un capodanno più sereni… Come del resto anche il Comitato Aria, che – fanno sapere alcuni esponenti – ha finalmente festeggiato con una cena in un ristorante, la vittoria sul drago Aceo. Ci ha messo un po’ il Comitato a metabolizzare la fine della battaglia, probabilmente ci aveva preso gusto, l’adrenalina dello scontro campale tiene vivi… Ritrovarsi all’improvviso senza più il nemico di fronte e con partiti politici che ti tirano la giacchetta o provano a metterti il cappello, può spiazzare. Ma anche questa è fatta. Il brindisi della vittoria c’è stato. Perché non è vero che non c’era niente da festeggiare.
Il drago si è ritirato nel giorno di Santa Lucia (che non è Lucia Lazzeri Contini, solo omonimia), nel paese di mezzo, in mezzo alle terre di mezzo la gente non respirerà vapori mefitici. Qualcuno avrà acceso o accenderà una candela. Tutti vissero felici e contenti.
Ah adesso si dice che ”non è vero che non c’era niente da festeggiare” mentre prima si è detto -anzi tu stesso lo hai affermato, ”che con o senza i comitati la cosa sarebbe andata a finire nello stesso modo”. Chiedo un minimo di memoria non a te che evidentemente ce l’hai e che fai finta di non averla perchè pensi che così serva evidentemente rigirando le questioni,- anzi sei arrivato fino al punto di dire che non ti spiegavi perchè i comitati non festeggiassero-segno evidente che avresti voluto indirizzare la visione che la pressione dei comitati sarebbe stata solo sul fatto di averla concentrata su Bettollini, poichè i comitati avrebbero così avuto la pressione originaria incentrata verso la giunta e non verso Acea ( codeste sono vecchi metodi di rimaneggiare le cose fino a portarle all’evidenza che si voglia venga accettata per dimostrare l’uso della doppiezza politica).Peccato che tu ne sia stato smentito ed a conclusione di quanto hai scritto nel Post ci sarebbe anche da dire che la guardia il comitato non credo che la possa abbassare, perchè vincere una battaglia non vuol dire vincere la guerra,anche con le varianti incluse.Dico così perchè il discorso mi sembra- e correggimi se sbaglio- di vedere che si stia incamminando verso lidi molto più onnicomprensivi, con forze non guidate localmente, ma guidate da vertici un po’ più in alto che hanno sede in Regione, a cui stà a cuore su tutto e su ogni cosa la priorità dei consensi.Senza di quelli è più difficile far passare le cose e la visione generale futura non depone bene mi sembra al fatto che il re possa essere sempre quello.Lì a tal proposito ci vorrebbe un brindisi dopo il passato pericolo ma oggi come oggi non sò se sarà possibile. La lega insieme ai comitati civici in diversi territori sembrerebbe pronta a recepire ed a mettere in campo la sua forza.Quindi, attenzione che l’uscire dalla porta per rientrare dalla finestra è un fatto politicamente sempre meno valido e semprepiù obsoleto, grazie anche alla stanchezza della gente,che fra l’altro non ne può più di stare sempre sul chi vive per poter parare i colpi. Altra cosa su cui discutere profondamente sarebbe anche quella relativa al programma della Lega che immagina che per ogni comune vi possa essere uno ”smaltitore”, anzi sarcasmo vuole di definirlo così: ”un valorizzatore”….questo cozza contro una visione generale d’insieme che è partorita da studi economici accentratisi nelle regioni ma può anche avere una propria caratteristica identificativa,facilmente sopportabile e meno inquinante forse dei grandi complessi dove arrivano i liquami da tutto un un centro Italia.Qui alla fine si tratta di stabilire un modello di sviluppo e se sia conveniente per la salubrità della vita e per l’economia produrre grandi complessi oppure che ognuno si possa lavare i propri panni sporchi in casa propria in attesa di tecnologie che non siano quelle prospettate fin’ora e cercate di applicare aggirando le volontà della gente. Perchè di questo alla fine si tratta.Quanto al discorso di Simone l’ho risentito più volte e non dice nulla di nuovo secondo me,-e cosa avrebbe potuto dire se non genericamente quello che ha detto ?- perchè se fosse stata applicata la direzione ed il percorso che lui auspica per il futuro, la mia nonna sarebbe un pilota di formula 1 ed invece è su una seggiola a rotelle.Qui si tratta di superare il rischio che il tutto non si trasformi in una politica come era quella della DC che lanciava messaggi a chi più economicamente conveniva invece di pensare a far ragionare la gente in un altro modo perchè tale rischio ormai è ben evidente e sinceramente ancora questi lidi non li vedo dentro a quel partito,ma non li vedo non perchè non li voglia vedere, ma perchè con la materia che ha indosso dalla sua creazione non si può gestire il percorso che Simone auspica, soprattutto perchè tutto quanto dice non dipende direttamente dalla politica localistica ma da quella regionale e soprattutto da quella nazionale. Il vero potere promana da quella, il resto si adatta. Questa è la mia visione.
Carlo, però bisogna che gli articoli tu li legga prima di commentare. Io ho sempre scritto (dopo la ritirata di Acea) che i Comitati e il Popolo del NO avrebbe fatto bene a festeggiare, perché la loro battaglia era vinta. In un modo o nell’altro. L’obiettivo, se quello era l’obiettivo, è stato raggiunto. Mi stupiva che non lo facessero (e ho scritto anche questo). Sono stati esponenti del Comitato a dire che non c’era niente da festeggiare, non io. Ma questa è un’opinione.
Poi io resto convinto che la loro battaglia abbia avuto un peso sul clima generale, e anche sulla decisione di Acea di ritirare il progetto (perché contro il popolo è difficile fare qualsiasi cosa), così come resto convinto che il progetto sarebbe stato probabilmente bocciato, indipendetemente dalle posizioni e dai rilievi dei comitati. Ma questa è acqua passata. Ora c’è da ragionare sul futuro e sul che fare lì, alle Biffe e sul depuratore. E qui, come ho già avuto modo di dire, si parrà la nobilitate di molti. Ho scritto anche che il Comune (ripeto, il Comune non altri) dovrebbe adesso convocare (appena dopo le feste) un confronto pubblico, per chiudere la partita e aprire il capitolo successivo. Spero che lo faccia, per chiudere il cerchio dopo l’inchiesta pubblica (che è cosa diversa dal confronto pubblico politico). Buon Natale.
Non è proprio così Marco, ed io in effetti mi sono stancato del tuo modo di affrontare la realtà, perchè la realtà è semplice non complessa e la si vede complessa se si vogliono intorbidire le acque, e questa è anche politica e la politica come ben s’intende se torna bene ad uno scontenta l’altro.Tu usi un modo di riferirti che è temporalmente diverso a seconda delle situazioni che poi sono passate insieme all’acqua sotto tutti i ponti, difatti le mparole che ho scritto io sono corrispondenti a quello che è stato espresso a tempo.Comunque credimi, io avrò i miei limiti nella logorroicità dei discorsi ma tu non le puoi aggiustare a seconda quanto ti convenga, affiancando le cose e situazioni con discorsi intellegibili e normali( come sono quelli che dici e che anch’io ho detto di poter vagliare cosa farci su quel terreno) con situazioni che secondo il modo di pensare tuo possano togliere il comune da responsabilità politiche sul pregresso.Mi sembra che a questo punto le cose siano chiare e credo che possa valere ampiamente quanto ho scritto nella prima risposta fornita,sia come visione generale politica sia come visione sui fatti e sui contenuti del localismo,anche per il futuro.
Carlo, ragionare sul futuro (dell’area industriale e di Chiusi) non significa azzerare o svicolare dalle responsabilità politiche pregresse (se ci sono). Significa solo ragionare sul futuro. Sulle cose da fare. Le responsabilità ognuno le valuterà al momento del voto. Poi, se mi vuoi dire che con l’amministrazione attuale non si può discutere e nemmeno sedersi al tavolo, perché ha responsabilità pregresse, io ti rispondo che non sono d’accordo: 1) perché il Comune è di tutti e va considerato come istitizuzione, al di là delle posizioni del sindaco pro tempore; 2) perché secondo codesta logica non ci sarebbero mai state le conferenze di pace dopo le guerre e nemmeno le coalizioni politiche tra partiti che prima erano schierati su fronti opposti. Eppure capita: pensa ai tuoi amici 5 Stelle e al Pd. Succede, Carlino, di doversi sedere al tavolo con chi si è sbeffeggiato fino a dieci minuti prima… e di farci pure il governo insieme. Pensa te… (detto questo, nella vicenda specifica, Bettolini ha forse fatto degli errori di approccio e di comunicazione, ma gli atti del Comune parlano chiaro e non mi sembrano così deleteri.. Tutt’altro).
Quelli che ha fatto non sono errori di approccio o di comunicazione, sono errori concettuali, perchè non stiamo parlando di bambini di quinta classe elementare.Il non voler nemmero degnarsi di rispondere ai cittadini che hanno depositato 2500 firme non è un errore d’approccio o di comunicazione come dici tu- e lo vedono tutti che non lo è stato-ma è stato compiuto sentendosi forte delle proprie ragioni o di quelle che lui credeva le proprie ragioni,perchè ormai quasi tutti sono abituati a non chiedersi il perchè delle cose e ad accettare ciò che altri decidono e quando gli altri ti portano il piatto in tavola che non hai ordinato,cerchi di fartelo piacere anche se non ti piace e per fartelo piacere ti arrabatti anche a dire che non ci siano pericoli,quando poi i pericoli c’erano e lo abbiamo sentito,tant’evvero che è stato detto basta così. Ed allora cos’è questo un errore di comunicazione o di approccio ? Per me e per come penso è un errore politico prima di tutto e che poi evidenzia anche una impreparazione perchè errori ed impreparazione vanno di pari passo a casa mia,tant’evvero che ha chiesto scusa e cosa poteva fare insistere perchè tu gli hai tessuto intorno un velo di illibatezza sia prima che dopo gli interventi strappalacrime del suo pigmalione fiorentino ? Non ci sono difese, è una insufficienza politica ed è chiaro che è così.Solo a chi non vuol vederla e a chi non ha memoria e che continua a ragionare per tifo non appare così. Guarda tu invece quanti errori hai fatto nel prendere le sue difese,cercando di sminuire non evidenziandole le sue insufficienze e mettendo pesi del tutto inopportuni sull’operato degli altri. Marchino, capita anche questo,ma capita se ci si intigna a dire che c’era il verde al posto del rosso ed i cocci dei vetri sono ai bordi della strada messi lì a testimoniare, ed anche se l’atmosfera si è avvelenata a tal punto che si è passati col rosso dicendo che era verde poi è difficile che si rassereni e che circoli aria pulita e fresca nelle stanze della politica.E’ difficile poi pretenderlo perchè sarebbe anche una presa di culo.Ma è il discorso del cacciatore di frodo sorpreso col cervo in spalla che nega davanti alla guardia forestale che tante volte abbiamo fatto.Ed in tal caso il cacciatore di frodo non è il Bettollini aggobbito sotto il peso dell’animale ma di chi spererebbe che la gente non vedesse che il trasportato sia il cervo, perchè alla fine quello che importa è che la gente capisca che non c’è stata nessuna infrazione .E’ una bella storia codesta ! E da come vanno le cose in italia stai a vedere che il cacciatore non paga nemmeno la sanzione (politica s’intende) della forestale.Poi per risponderti al fatto dei governi, se fosse stato per me si sarebbe andati gia da subito alle elezioni.Questo per dirti che con tale alleanza di governo personalmente io non sono affatto daccordo.Ma questo l’avevo
gia detto dalle colonne del tuo giornale spiegandone anche il perchè.