CITTA’ DELLA PIEVE: RISINI PRESENTA LA SUA SQUADRA, TUTTO SECONDO COPIONE

CITTA’ DELLA PIEVE – Il ribaltone è compiuto,. Da oggi la città del Perugino ha ufficialmente un’amministrazione comunale non più a guida Pd. E’ la prima volta nella storia, dal dopoguerra ad oggi che il partito di maggioranza esce sconfitto dalle elezioni e deve cedere la mano. Per 5 anni, salvo sorprese o incidenti di percorso, Città della Pieve sarà governata da una giunta di…. ex Pd. Ma appoggiata dalla destra.
Il neo sindaco Fausto Risini l’ha presentata oggi, in consiglio comunale. E tutto è andato secondo copione. E secondo quanto avevamo anticipato nei giorni scorsi.
Sabato si è fatto fotografare con la sindaca di Roma Virginia Raggi (M5S) venuta a Città della Pieve a visitare la comunità per tossicodipendenti del Comune di Roma, attiva fin dagli anni ’70 e visitata nel tempo da tutti i sindaci di sinistra e centro sinistra da Vetere a Rutelli a Veltroni…
Ieri sera, invece alla manifestazione di piazza per la fermata del Frecciarossa a Chiusi, Risini si è presentato a braccetto con il senatore leghista Briziarelli che non l’ha mollato un attimo e lo ha marcato stretto per tutta la durata della cerimonia, con Lorenzo Castelletti dietro, ad un passo.
Oggi, in Consiglio lo stesso Risini ha presentato la sua squadra, senza discostarsi nemmeno di un millimetro delle ipotesi che circolavano alla vigilia:
Lucia Fatichenti, vice sindaco e assessore al commercio, alle attività produttive, al turismo e attività ricettive; Michela Nocentini ai servizi sociali e scuola; Luca Marchegiani alla cultura; Lorenzo Castelletti ai Lavori Pubblici, urbanistica e ambiente. Risini si è tenuto per sé le deleghe al bilancio, al personale, allo sport e alle attività industriali.
Capogruppo di maggioranza Andrea Perretti, che era già in consiglio con Pieve di Tutti nella passata legislatura. Per la minoranza di centro sinistra il capogruppo sarà Simona Fabbrizzi.
Quindi nessun colpo di coda, nessuna novità dell’ultim’ora, nessun ripescaggio dalla giunta Sricciolo (ipotesi che circolava nelle ultime ore)…
Dicevamo una giunta di ex Pd, perché Risini è stato segretario del Pds ai tempi di Giovagnola, mentre Michela Nocentini e Lucia Fatichenti sono state anche candidate con il Pd in tempi più recenti. Marchegiani è di area socialista. Castelletti viene dal mondo ex Dc-Margherita, ma è stato fortemente sponsorizzato dalla Lega e dal senatore Briziarelli in persona. Per lui un piccolo problema: è ingegnere, lavora nel campo dell’edilizia e la delega ai lavori pubblici e urbanistica potrebbe metterlo in una situazione di conflitto di interessi. Ma avrà certamente calcolato il rischio e preso le contromisure. Lo avrà fatto anche Risini.
Nella sua prima seduta da sindaco, Fausto Risini è apparso leggermente emozionato, ha tenuto un profilo molto ecumenico e “tecnico”, sottolineando ad ogni passaggio tutte le norme di riferimento. Più da segretario comunale che da sindaco. Ma è comprensibile. La novità è grossa. Le responsabilità pesanti. Di voti ne ha presi tanti, forse anche più del previsto, ma dietro alle spalle non ha granché, di strutturato. Certo ha la Lega che sta conquistando tutta l’Umbria e alle prossime regionali conquisterà, probabilmente anche la Regione, ha i 5 Stelle, i socialisti ex craxiani, la destra-destra di Fratelli d’Italia e Forza Italia, ma nonostante la marcatura stretta di Briziarelli, lui, Risini, prova a mantenere e dare a vedere un profilo civico e non “asservito” ai partiti che lo hanno fatto vincere. Mantenere le distanze e l’autonomia sarà il compito più difficile che ha di fronte. Sul piano programmatico la proposta più forte e rilevante è senza dubbio quella della richiesta di far riaprire a Città della Pieve un ospedale di area disagiata, rilanciando al tempo stesso la battaglia per reinserire l’ospedale unico del Trasimeno nel Piano Sanitario regionale. “Non ci importa dove si farà, basta che si faccia!” ha detto Risini, lasciando intendere che in Regione cambieranno presto gli interlocutori (La Lega al posto del Pd) e quindi potrebbe essere più facile riaprire il discorso…
Per il resto un programma di minima, più che di massima: revisione del contratto per la gestione del ciclo dei rifiuti; adeguamenti delle strutte scolastiche, manutenzioni di parchi e giardini, attenzione alle frazioni puntando su una sempre maggiore integrazione con il centro storico, palestre migliori e più efficienti per le scuole e le attività sportive, rilancio del gioco delle bocce; un comitato scientifico per le celebrazioni del 500enario del Perugino nel 2023. Spazi e attenzioni alle iniziative culturali e alle compagnie teatrali locali; politiche di area sul terreno turistico e non solo.
Niente a che vedere con una rivoluzione e con un cambio di manico epocale. La rivoluzione può attendere. Se ci sarà, avverrà più avanti. Per ora sono cambiati solo gli inquilini di Palazzo Fargna.
Il pubblico presente alla seduta non si è sbilanciato, concedendo forse a Risini & C. il beneficio della prima volta. Cioè un po’ di indulgenza per l’inesperienza e la situazione di assoluta novità in cui egli si è venuto a trovare. Ora comincia l’avventura vera, la navigazione e si capirà se potrà contare su qualche capitano di lungo corso o su flotte con bandiere meno indefinite pronte a intervenire in caso di bisogno.
Fausto Risini non ha fatto lo sborone. Non ha fatto gestacci, non ha urlato “li abbiamo mandati a casa!” come ha fatto qualche suo collega in giro per l’Italia. Si è tenuto basso. E forse ha fatto bene. Sa che per lui non sarà una passeggiata. Entrare da conquistatori nel fortino altrui è una soddisfazione, di sicuro, ma è sempre un’incognita. Non sai mai dove mettere le mani e il rischio di trovare sorprese spiacevoli è sempre dietro l’angolo. Meglio andarci cauti, coi piedi di piombo, piuttosto che col fucile puntato.
Resta anche da capire come questo atteggiamento di Risini sarà vissuto dalle forze politiche che lo hanno sostenuto. E se l’alleanza non scritta, ma nei fatti esistente e chiara (Lega, centro destra, socialisti e 5 Stelle) resisterà e si manterrà fedele, senza defezioni. Tempo al tempo. La nave è appena salpata, non è neanche fuori dal porto.
m.l.
Salve Marco,ho letto un po’ dei tuoi articoli prima delle elezioni pievesi,ora ho letto quello del dopo elezioni. Intanto io sono un socialista craxiano e non ex e appoggio chi ritengo degno della mia,ma mia,fiducia e stima,da te mi sarei aspettato altro,xché non te la prendi con PD,SI,RC,ex PD
ecc che non hanno votato Simona?Fai una riflessione e poi un bell’articolo. Forse sarai più capito
Caro Gianclaudio, c’è una parte, consistente degli ex Pd che anche alle Europee ha votato direttamente Lega. Forse per le vicende che hanno travolto la giunta regionale e non solo. Alle Comunali, credo che gli elettori Pd che hanno votato per Risini e non per Simona Fabbrizzi (oltre quelli già trasmigrati verso Salvini ale Europee)siano stati un centinaio circa, poco più, poco meno. Cifra non sufficiente per ribaltare l’esito delle elezioni. E comunque io non me la prendo con nessuno: osservo e racconto, come ogni cronista deve fare. Si può essere d’accordo o meno, ma questo è un altro discorso. Ognuno fa il proprio mestiere.
Dai toni mi sembra che la ”politica” con la P maiuscola stenti ad essere presente, anzi secondo me latita.Per prima cosa latita perchè dopo aver fatto la fotografia della situazione,nel Post non ci si chiede il perchè e le ragioni profonde-od almeno non si mettono in evidenza-quali siano state le motivazioni per le quiali il fronte PD ed arbusti inclusi si sia frantumato e poi all’ultimo si sia stentato a farlo ricompattare, ed anche del perchè- e sempre le ragioni profonde- che le quantità di votanti che davano il loro consenso al PD oggi abbiano con decisione cambiato ombrello.Se si facesse tale analisi, invece che riportare i fatti che sanno tutti o quasi, si capirebbero le ragioni per le quali la diga sia crollata, e non è che sia crollata per gli ultimi avvenimenti di Perugia, dentro all’anima dalla gente era crollata anche molto prima oltre anche ai fatti annoverati dei presidi sanitari. Il ”localismo” conta ma credo che conti sempre di meno, perchè ognuno di noi è portato ad identificare-e lo ritengo un processo giusto e culturalmente valido- i fatti nazionali sui fatti locali.Ma diciamo che tutto questo alla fine sia funzionale ai momenti di quando un sistema egemonico si avvia al crollo e che dopo questo salga all’attenzione un altro sistema che si proclami essere diverso.In tale fase ogni commento-per carità- è accettabile, ma quando si fanno le premesse che il vecchio ormai spodestato non abbia assolto ai normali compiti della politica ma nello stesso tempo si metta la lente di ingrandimento concentrandosi sul futuribile e lasciando intravedere che potrebbe quello che è in pentola potrebbe essere anche ”peggio di prima” del tipo che i partiti possano mettere il cappello sulla giunta o simili, questo secondo me è scantonare da comportamenti autodefinitisi ”paritari” ed ”indipendenti”, perchè se si riconoscono le responsabilità e le insufficienze di chi ha governato come si è detto, allora dovrebbe essere molto più ”normale ”l’accettazione della sostituzione ed il rinfocolamento e lo strascico delle polemiche prese con la lente d’ingrandimento nei social di alcuni partiti e trasmigrati automaticamente sulla nuova amministrazione e secondo me è una cosa questa che lascia intravedere che non si sia imparziali.Eppoi, un altra cosa da dire perchè sembra di essere al cospetto quasi di un cronismo alla Grand’Hotel(uso questa espressione perchè il modo di andare a sgavitolare comportamenti ed atteggiamenti personali( tipo quello che ”Briziarelli non l’habbia lasciato di un centimetro” od altro, note del resto sempre presenti nelle modalità espressive e dalle quali si vorrebbe farne derivare ”sostanza” non sò di cosa) sono fatti e cose che secondo me sono quelle sì davvero il ”voler mettere il cappello” sui comportamenti politico-personali di chi è sotto la lente in quel momento.Come si evince dalle parole di Gianclaudio Lucacchioni rivolte a Marco Lorenzoni- che secondo me non sono affatto casuali ed evidenziano una rappresentazione ”precisa” di un modo di presentare le cose, siamo al cospetto di una metodologia descrittiva usata non da adesso ma da parecchio tempo, per la quale prima si dà per scontato i limiti e la negatività degli ”spodestati” ma tutto questo serve per introdurre e colorire di ulteriori limiti il nuovo che avanza, anzi se si guarda bene si parteggia per il vecchio, per l’establishment anche se ne sono riconosciute le insufficienze(che poi sono quelle che hanno portato alla sconfitta).Anche perchè tutti comprendono bene che dopo il tempo delle mele bacate ,gli innesti nelle mele fatti nello stesso orto che dovrebbero portare le pere a veder la luce, non possono avvenire con la velocità che si vorrebbe.Ma detto questo- e lo si capisce che sia un processo anche naturale-detto fra noi è l’unica speranza che aveva Città della Pieve e la sua gente per tentare di riscattarsi da anni di buio e diciamolo pure anche di sottomissione, e quando si parla di sottomissione è quella che secondo me fa riferimento ad un sistema di potere che abbiamo visto cosa possa produrre nel tempo(Perugia Docet).E secondo me se il vantaggio di consensi di Risini è stato notevole,acclarati i fatti ed analizzatone il perchè, tali consensi dovevano essere ancora maggiori, perchè la partecipazione dei ”cespugli” ha avuto anche un sapore di volontà di mantenimento, cosa questa che alla ” sinistra critica”avrebbe dovuto essere tendenzialmente ostica, invece si è chiamata al raduno la partitocrazia per cercare di pienare le falle.E tale ragionamento potrebbe sembrare anche antitetico poichè si tira in ballo anche argomenti di natura ”ideale” e di alleanze valoriali certamente, ma quando l’oggetto del contendere è la condizione dei cittadini nei territori, allora è bene anche applicare l’etica della ricerca del bene comune, quel bene comune che è stato precedentemente sempre invocato ma mai fatto diventare materia. Ed allora alla fine dai dai, tira tira, la botte piena e la moglie ubriaca non si possono avere.Questo la politica lo sà, lo prevede, ma quando succede guarda caso che risulta quasi inconcepibile ed il risentimento è palpabile…..Eppure sarebbe tanto semplice.Ma evidentemente è difficile perchè ” i discorsi ” parlano di altro e spesso questo altro sono cosa che alla gente non interessano.Meno male che poi i fatti arrivano e dopo anni di discorsi è bene che arrivino.”La nave è ancora dentro il porto”? Si, certo,non sarebbe potuto essere diverso,ma si tenga presente che quell’altra nave che il porto lo aveva lasciato da vieppiù tempo, difficilmente almeno per il momento affronterà il mare, e se il rimorchiatore l’ha legata alla boa,vuol dire che il mare c’è il rischio che se la porti via.Le ragioni di questo credo voleva sottolineare l’intervento di Lucacchioni.