L’INFERNO DI MANZINI AL MASCAGNI E LA PIAZZA NAZIONAL POPOLARE DI CHIUSI’S GOT TALENT
Già dal “Paesino di Sant’Ilario” dello scorso anno e da “On the Road. Again” del 24 maggio scorso avevamo capito di che pasta fosse fatto Alessandro Manzini, autore, attore, regista e docente di teatro… E “Inferno Srl” andato in scena domenica scorsa, come “saggio” del corso di teatro per adulti ha confermato lo straordinario talento di Manzini, arrivato a Chiusi dalle rive del Garda e diventato in pochi anni un “faro” per chiunque ami il teatro o abbia voglia di farlo. Dai ragazzini di 6 -7 anni ai sessantenni e passa. Un bellissimo lavoro, “Inferno Srl”, con riferimenti letterari classici alla Divina Commedia di Dante e all’attualità delle crisi aziendali, all’incomunicabilità e all’ipocrisia di una società che si fa guidare dai social media e sembra non sapersi più orientare senza Google Maps. Bravo Manzini, in questo caso solo regista e autore (scusate se è poco),e bravi anche gli attori, alcuni “consumati” combattenti e reduci di tante battaglie sui palcoscenici di tutta la zona, ma sempre all’altezza, altri meno avvezzi alle luci della ribalta. Lo ribadiamo: bella cosa, e bella, bellissima sensazione quella di rivedere gente del posto animata di nuovo dal “sacro fuoco” e pronta a ributtarsi nella mischia. Ma con qualcosa in più, con la voglia di imparare e migliorarsi, anche a 60 anni…
La performance degli allievi del Corso per adulti di Manzini è stata la riprova provata che se una funzione la Fondazione Orizzonti ce l’ha è proprio quella di ricreare un clima, una atmosfera. La voglia di riprendersi degli spazi lasciati vacanti… e se c’è una cosa in cui l’esperienza di Andrea Cigni a Chiusi ha “toppato” clamorosamente, non è la spesa eccessiva, ma l’indifferenza, l’idiosincrasia (diciamolo) per le compagnie e le esperienze locali, quelle di eccellenza e quelle di… presenza. Che già non è poco.
Però, anche la stagione di Cigni qualcosa ha prodotto e insegnato e ha costretto tutti ad alzare l’asticella. Se non ci fossero stati i tre festival targati Cigni, forse noi di Primapagina, nel nostro piccolo, non avremmo mai pensato di inserire la danza in “On the road. Again”, su musiche di Woody Guthrie, Bob Dylan e Bruce Springsteen, per dire… Anche i Semidarte 2.0 e quelli (più o meno) originali con “7 minuti” hanno alzato l’asticella. Così ha fatto pure Manzini nel suo “Inferno” e gli applausi sono del tutto meritati.
C’è di nuovo un bel fermento, sotto questo aspetto a Chiusi. Ed è una bellissima notizia. Senza nulla togliere alle compagnie dei dintorni (da Sarteano a Montepulciano, da Passignano a Moiano…), rivedere i “teatranti” chiusini, da quelli storici agli ultimi arrivati, calcare di nuovo il palco del Mascagni, senza dover “emigrare” per esprimersi, fa bene al cuore.
Almeno sotto questo profilo la gestione della Fondazione Bettollini-Poliziani sta funzionando e sta portando frutti, forse addirittura insperati.
Ed è stata un successo anche a tre giorni di “Chiusi’s got talent”. Una iniziativa della Pro Loco, di taglio diverso dalle serate teatrali dell’ultimo mese e mezzo. Tre serate all’insegna dello show nazional popolare con oltre 30 partecipanti . Il primo premio se lo è aggiudicato Daniele Rossi, pianista e tastierista diplomato all’Istituto Franci di Siena. Secondo il sarteanese Luca Morgantini, un giovane con una “grande voce”. Terza classificata la scuola di ballo “Odissea 2001” che ha sede a Grosseto e succursale a Sarteano al Palazzetto dello sport.
Certo, se in teatro abbiamo assistito a performance giocate tra narrazione-musica ed effetti speciali, con digressioni sui temi sociali di attualità, quindi a piece più o meno “impegnate”, diciamo, a Chiusi’s Got Talent il piatto forte è stata la musica nazional popolare. Non il folk, ma Bocelli, Claudio Villa… Roba più vicina a “Il Volo” che a Bruce Springsteen…
Ma anche in questo caso si è cercato di alzare l’asticella. Danio Picchiotti, ad esempio, per una sera ha lasciato nel cassetto gli stornelli che di solito canta per le feste con la sua Motofolk, per cimentarsi in brani del “reuccio” della canzone italiana… Con un certo successo.
Qualcuno dirà che l’iniziativa era un po’ trash che il trash è trash, punto e basta. E c’è poco da girarci intorno. Certo. Ma la platea ha comunque apprezzato. La Piazza del Duomo per tre serate si è riempita. E il palco ha visto avvicendarsi persone giovani e meno giovani che ci hanno messo la faccia per mostrare un talento e non solo per farsi prendere per il culo, come alla Corrida, in tv.
Può sembrare banale, ma il fatto che un paese di 8.000 abitanti riesca a riempire (o quasi) un teatro e una piazza in contemporanea è segno di vitalità, non solo di scarso coordinamento tra associazioni. E il successo delle ultime rappresentazioni teatrali e anche di Chiusi’s got Talent ci dice che questa città che ha un nome non proprio beneaugurante, alla fine ha sette vite come i gatti. E alla fine, tra mille contraddizioni e mille distinguo, sa tirar fuori dal cilindro cose inaspettate. Alcune buone, altre così così, altre ancora buonissime, anche quando nessuno se le aspetta. Il buono, meno buono, buonissimo dipende dai gusti di ognuno naturalmente.
Ovvio che non tutto si esaurisce con i talenti e le compagnie locali…
Il Lars Rock Fest è dietro l’angolo… Edizione otto, aspettatevi il botto: i Wolfmother a Chiusi è come dire i Rolling Stones a a Perugia. Stay tuned!