“APPUNTI DI VIAGGIO”: IN FRANCIA COME AL G8 DI GENOVA… E GLI ITALIANI NON SONO PIU’ BRAVA GENTE (LO DICE IL CENSIS)
Riprendiamo, con qualche giorno di ritardo,dovuto ad un problema tecnico sul ns sito, che ha limitato il numero degli articoli pubblicati, la rubrica “Appunti di viaggio” lanciata una decina di giorni fa. Il primo appunto riguarda una scoperta sensazionale. Di tipo archeologico. Lo studioso marocchino, ma con ascendenti italiani e francesi, Frank Goddio avrebbe infatti individuato e riportato alla luce una città antica sepolta dal mare, grande quanto Parigi, più grande di Roma ed Alessandria, le due metropoli dell’antichità… Si tratterebbe di Heraclion (in greco) o Thonis in lingua egizia, scoperta a 6 km dall’attuale costa nella baia di Aboukir. Di Heraclion parlò pure Erodoto nel V secolo a.C. Pare che sia conservata perfettamente ed è stata ricostruita in modalità virtuale con video e foto scattate durante le immersioni e le operazioni di recupero. Alcuni reperti sono conservati ne Museo di Alessandria, ma il resto è ancora lì sotto il mare: templi, statue colossali scolpite nel granito rosso, imbarcazioni, anfore, muri… A farla sprofondare fu forse un maremoto o un terremoto, o addirittura il peso degli edifici che poggiavano su una “lastra” di argilla… E si sa, i giganti con i piedi di argilla prima o poi cadono o sprofondano…
Il secondo appunto, segnato sul nostro bloc notes, è un video girato ieri in Francia, in un sobborgo di Parigi, dove 150 studenti di un liceo sono stati radunati in un cortile, messi in ginocchio con le mani dietro la nuca, come nello Stadio di Santiago dopo il golpe di Pinochet in Cile, nel ’73. Immagini che ci hanno riportato appunto al Cile di Pinochet, all’Argentina di Videla, ma anche alla mattanza di Genova nel 2001 durante il G8…. Gli studenti francesi si erano resi protagonisti di azioni violente (auto incendiate e sassaiole), in linea con la protesta globale dei “Gilet gialli”, ma quei poliziotti armati e quei ragazzi in ginocchio faccia al muro sono un’istantanea terribile di cui Macron dovrà rispondere… Qualcuno in Francia ha parlato perfino di pericolo di “Colpo di stato”, e di massima allerta per la manifestazione dei Gilet Gialli di domani. A Parigi e in una decina di altre città. Quando la protesta sociale prende la strada della violenza è un brutto segno. Ma anche a polizia armata contro i manifestanti è sempre un brutto segno. Significa che la democrazia è sospesa… Come successe a Genova nel 2001, come a Reggio Emilia e ancora a Genova nel 1960. Come a Milano nel ’75… I francesi però hanno fatto “la revolution”, hanno gli anticorpi contro i colpi di stato e i colpi di testa. Lo Stato in Francia è una cosa seria… I governanti no sempre.
Tornando in Italia troviamo una notizia: Secondo l’annuale rapporto Censis, “soltanto un italiano su cinque ha un atteggiamento positivo sul momento che vive; per il resto, prevalgono rabbia, disorientamento, pessimismo”. Su 100 italiani, riferisce l’indagine del Censis, 30 si dicono “arrabbiati perché troppe cose non vanno bene e nessuno fa niente per cambiarle”; 28 “disorientati” in quanto ammettono di “non capire cosa stia accadendo”; 21 vedono “negativo: le cose andranno sempre peggio”; e soltanto altri 21 guardano invece alla realtà con uno stato d’animo “positivo” in quanto “viviamo un’epoca di grandi cambiamenti” e riferiscono di “avere fiducia nel futuro”.
“Dopo il rancore, la cattiveria”. Questo il titolo del capitolo del Rapporto dedicato al “sovranismo psichico”. Scrive il censis: “gli italiani sono diventati nel quotidiano intolleranti fino alla cattiveria” e quindi “la politica e le sue retoriche rincorrono, riflettono o semplicemente provano a compiacere un sovranismo che si è installato nella testa e nei comportamenti degli italiani”, che dimostrano una “consapevolezza lucida e disincantata che le cose non vanno e più ancora che non cambieranno”. Per uscire da questa situazione, “gli italiani sono ormai pronti a un funambolico camminare sul ciglio di un fossato che mai prima d’ora si era visto” e allora mostrano una “disponibilità pressoché incondizionata: non importa se il salto è molto rischioso e dall’esito incerto, non importa se l’altrove è un territorio indefinito e inesplorato, non importa se per arrivarci si rende necessario forzare, fino a romperli, gli schemi canonici politico-istituzionali e di gestione delle finanze pubbliche”. La fotografia è impietosa. Ma chiara.
E la riprova sta nella manifestazione della Lega in programma domani 8 dicembre a Roma. Una manifestazione voluta da Salvini per autocelebrarsi e per accreditarsi come leader nazionale. Misurandosi per la prima volta con la Capitale e non con il prato di Pontida o una piazza di Varese o Verona… La lega che prova a diventare forza nazionale e non più solo del nord. Fin qui niente di strano. Il vento è favorevole ed è normale che il partito del “capitano” provi a sfruttarlo. La riprova di quanto afferma il Censis sta nella campagna orchestrata dalla Lega e avallata da Salvini per promuovere la manifestazione: manifesti e post sui social con su scritto “lui (o lei) non ci sarà”. Non il contrario. Cioè la Lega sottolinea non chi sarà al suo fianco (come faceva ad esempio il Pci), ma mette in pubblico una vera e propria “lista nera”, una lista di “nemici” che non ci saranno e l’elenco è lungo: si va da Saviano a Vauro, da Fabio Fazio ad Asia Argento, da Renzi a Monti, dalla Boldrini ai giornalisti di Repubblica Giannini e Scalfari, da Gino Strada a Mimmo Lucano, perfino il rapper Salmo…
Ovviamente sui social si è scatenata anche l’ironia. Il vignettista Vauro ha scritto al presidente della Repubblica Mattarella per rimostrare il sui disappunto “per essere stato additato come un nemico ed esposto al disprezzo e alla rabbia dei manifestanti” da un partito che esprime il Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno… Ecco cosa significa l’incattivimento citato dal Censis… E quando, anche a livello locale, la Lega si offre di appoggiare certe battaglie (vedi quella contro il Progetto Acea a Chiusi) sempre meglio farle la tara. Perché la Lega è il partito del “lui non ci sarà” e anche il partito degli inceneritori. E non tutti gli italiani sono brava gente.
M.L.