I COMUNISTI TORNANO A FAR FESTA: OCCHIO ALLA SINDROME DELLA MORTADELLA!
SIENA – Alla metà degli anni ’90, dopo la scissione del Pci in Pds e Rifondazione Comunista, in Umbria comparve un manifesto che annunciava una festa di Rifondazione: “I comunisti arballono!” (che tradotto voleva dire che i comunisti, quelli veri, tornavano a ballare). Da allora in poi le feste di Rifondazione sono quasi scomparse. Ho mangiato quest’estate a quella di San Benedetto del Tronto (città balneare che in estate fa più di 100 mila abitanti con l’hinterland): eravamo 67 in tutto. Contati. la sera prima c’era stato il segretario nazionale Acerbo. Mi dissero gli astanti che di gente ce n’era un po’ di più, ma mica tanta… saranno state 100 persone. E gli spaghetti con le vongole erano stratosferici.
Ci rimasi male, pur non avendo mai votato per Rifondazione (nel 2008 votai per l’Arcobaleno e sappiamo come è andata).
Poi però pensando alla fine delle Feste de l’Unità che pur sfruttando indebitamente un “brand” che ha funzionato per 70 anni, languono come festicciole di paese al limite del parrocchiale nel senso più deleterio del termine, mi dissi “inutile piangere sul latte versato, questo ormai passa il convento”. Inutile fare congetture. E se no mica avrebbero vinto Salvini e Di Maio…
Ora, leggo su Facebook che i Comunisti senesi, quelli duri e puri del Partito Comunista della Provincia di Siena faranno la loro festa a Monteroni d’Arbia. La festa dei Comunisti nel 101esimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre. Leggo nel manifesto di invito che il menù è ricco e rigorosamente “tipico”: Antipasti con crostini, buristo, soppressata;
Primi piatti con penne al ragù di maiale, fusilli al pesto e pomodorini; Secondi piatti con tegamata di maiale con polenta, arrosto misto (fegatelli – salsicce – costoleccio), contorno di patate fritte. Più acqua, vino e caffè, il tutto a 23 euro a persona. Prezzo più che equo. Da comunisti. Ottima anche la scelta del menù a km zero…
I comunisti “armagnano” direbbero in Umbria. Dopo anni e anni di digiuni e diete dimagranti forzate può essere un segnale di ripresa… E certo se anche il regista americano Michael Moore dice che in Italia l’unica ricetta per il futuro prossimo è il ritorno dei comunisti, ci sta che qualcuno possa pensare che sarebbe meglio rifare il Pci, invece di riformare il Pd. Ma qui siamo sul terreno delle iperboli, poco realistiche.
Il menù della festa dei comunisti a Monteroni mi ha fatto venire in mente un episodio: un giorno di tanti anni fa, fine anni ’70, a Montepulciano entrai nella bottega di alimentari di un vecchio compagno e chiesi un panino con il prosciutto. Il vecchio compagno che mi conosceva disse: “Ah, no compagno, i proletari il panino lo mangiano con la mortadella… che è buona lo stesso, ma costa di meno!”. Feci buon viso a cattiva sorte e accettai il panino con la mortadella. Capii il senso di quel richiamo, un richiamo alla parsimonia, alla sobrietà, all’apprezzare il poco… Ma non mi piacque quella frase. Mi sembrò una ritirata…Un modo per dire che noi, compagni, dovevamo stare nel nostro, senza sognare… Senza guardare ad un futuro migliore, fosse anche quello di un panino… E lì cominciai a capire che noi comunisti non avremmo mai vinto. Perché avevamo dentro il germe della sconfitta, della subalternità. La subalternità della mortadella, rispetto al prosciutto. Si dice prosciutto per dire un sacco di cose… Non so se la polenta coi fegatelli e le salsicce e l’antipasto con buristo e soppressata, tutta roba di grande appeal mangereccio, riusciranno a ribaltare quella concezione. Spero di sì. Ma francamente non mi pare. In giro c’è solo tanta mortadella e della peggiore qualità. Buona festa compagni! Occhio però a non confondere il richiamo del buristo con il richiamo della foresta. E del comunismo.
Marco Lorenzoni
Bravo Marco.
Il paragone portato nel senso della subalternità che passa fra mortadella e prosciutto non mi sembra proprio calzante nel senso che preferire nomalmente la mortadella sia sinonimo di contenitore della subalternità.Certo,lo capisco bene, è un modo di dire, un paragone col quale specialmente noi toscani amiamo designare le situazioni che fanno capo ad altri riferimenti più importanti che quelli della differenza fra i diversi tipi di cibo.Ma attenzione che spesso potrebbe anche essere un sinonimo di un ”modus ragionandi” per il quale si mettono insieme come sul dirsi volgarmente mi si passi l’espressione il ”culo con le quarantott’ore”e se ne ricava una legge che si crede e si pensa autorevolmente valida. Almeno parecchi brancolano vicino a certe concezioni.Il comunismo è morto e sepolto nella sua accezione di sistema economico-sociale realizzato ed imploso, ma sono tutte integre e lo restano, le ragioni per le quali i comunisti si sono battuti nella loro storia,che sono principalmente quelle fondamentali della ripartizione più equa della ricchezza e dell’elevazione sociale e culturale delle classi subalterne, fino alla teoria estrema ed utopica ”ad ognuno secondo le proprie necessità ed i propri bisogni”. Ora, se si sà leggere la fase regressiva che il capitalismo vive in tutto il mondo nel senso che nella sua ricerca di eterno profitto abbia rotto l’equilibrio mondiale dell’età moderna poichè invece che diminuire la schiera dei produttori sempre più in campo per vendere la forza lavoro per un salario sempre minore poichè il capitalismo produce una quantità di poveri che ingrassano la schiera di dove convenga pescare senza interessarsi minimamente delle loro vite, non mi sembra che elaborare teorie per uscire da questa condizione che dura da che mondo è mondo possa essere un atto od un parto che la ragione umana possa accantonare e da accostare alla subalternità della mortadella rispetto al prosciutto.Qui si parla di ”de gustibus oris” e non di politica.Poi noi toscani con i riferimenti alla letteratura facciamo barba ,capelli e shampoo a tutti, poichè abbiamo la mente abituata a coniugare insieme questo genere di cose ed a ricavarci ” storie di vita”.Per questo forse siamo veramente di un palmo superiore agli altri italiani-che poi in fi ondo occorrerebbe veder sempre in che senso-che spesso non comprendono i nostri modi di mischiare le capre con i cavoli e il ricavare da questo teorie filosofiche.Condivido molto il senso della tua esortazione finale ”occhio compagni….” con un riferimento che è nascosto ma che poi si legge fra le righe benissimo e che tiene presente la situazione odierna, quella politica soprattutto. L’appello rivolto a molti che non hanno votato a sinistra- scusa la mia ” perversione” professional interpretativa – che passa dentro a codesta frase della mortadella della peggiore qualità, ma appurato che questo sia vero, probabilmente è ancor vero di più l’esatto contrario e cioè che coloro che hanno votato a sinistra hanno votato una sinistra che non esiste ed altri l’hanno votata perchè hanno capito che ingrassando quella parte che” appariva ma che non era” si sarebbe messo in moto il giuoco perverso del contenimento, del mantenimento del privilegio e quindi della conservazione, ed il risultato questo è stato degli ultimi 4 governi che l’italia ha avuto.Quella è davvero la mortadella della peggior specie perchè ricoprendo la sua funzione storica ha permesso di far scendere l’Italia ai livelli di dove si trova. Tutti il resto che ” ha a da venire” lo vedremo e lo misureremo dai fatti, ma certo che pensare di risanare e di cambier musica è un opera immane, perchè se elaboriamo ed utilizziamo le stesse misure metodologiche che hanno concepito la teoria dello sviluppo messa in atto fin’ora io credo che non ne usciamo, anzi sprofondiamo più lentamente forse ma sempre dipiù inesorabilmente, perchè chiaramente non è nemmeno una questione di PD e di altri partiti di altre coalizioni, ma è questione di quale direzione vada l’economia mondiale che sostanzialmente è in regressione. Ed è tale- e non mi stancherò mai di dirlo- proprio per quel semplice equilibrio sempre più precario in tutti i casi fra la limitatezza di risorse mondiali ed elementi come la caduta tendenziale del saggio di profitto,che viene messa in atto da sempre. E’ come spiegarsi come mai il concetto di ” socialismo in un paese solo” abbia fallito.Ed è chiaro-visto con gli occhi di oggi- che abbia fallito, per il semplice motivo che il concetto di socialismo è valido se abbraccia tutto il mondo nella sua interezza e non riguardi un paese solo dove si possano applicare le sue leggi in attesa di esportarle in altri paesi o che possano essere applicate con l’imposizione. Il socialismo come concetto che è ben diverso dalla globalizzazione dei mercati e quasi il suo contrario, deve innanzitutto essere raggiunto e conquistato dagli stati stessi popoli i quali lo fanno divenire progressivamente impedendo ad altri di sfruttare le risorse di altri popoli. Solo con tale vicissitudini e scuola di lotta e sacrifici un popolo capisce e comprende sulla propria pelle che la lotta per non essere nuovamente succubi dell’usurpatore di sempre, passa dal materialismo della propria esperienza ben sapendo quanto sforzo e spesso anche quanto sangue sia costata la libertà.Solo a tale condizione un popolo erige un baluardo sicuro e strutturato contro il sistema che ha la chiave nel proprio sistema economico negli automatismi per imporre l’interclassismo e tutte quelle forme di dissolutezza della vita che vediamo nell’occidente sviluppato. Ecco perchè molti popoli e soprattutto le generazioni giovani del terzo mondo,che per loro condizione si sono dimenticati le lotte dei loro padri contro il sistema coloniale occidentale, oggi non si curano di altro e sentono la spinta forte alla migrazione per cambiare la loro vita. Approdano in Europa ed in italia in primo luogo ma non sanno nulla della nostra storia, di quanto sono costate alle generazioni precedenti le lotte per le libertà di cui andiamo fieri e che a loro e nei loro confronti sembra che noi viviamo nel mondo del bengodi dove tutto può essere dovuto: possibilità di reddito, lavoro, casa, cibo ed altro. E spesso è la loro condizione di schiavi e di disperati poichè i raffronti materiali fra la loro condizione e la nostra la sanno fare al pari di ognuno, ed è questa che li mette quasi sempre in contrasto con le strutture pubbliche ed anche con altri italiani che possono essere paragonati anche talvolta al loro livello di povertà.Il capitalismo funziona sempre alla stessa maniera e non fa distinzione se ad avere bisogni leciti sia il bianco,il giallo,il nero od il rosso.Ecco spesso la lotta fra poveri. Ma l’anomalia-se così la possiamo chiamare- che ha prodotto tutto questo,guarda che non è facile a sintetizzarla in poche parole, ma io direi che sia l’assoggettamento all’accettazione di tale condizione e situazione che è tipica del capitalismo che vige negli stati cosiddetti avanzati.Si riscontra con l’ostracismo degli stessi poveri-e ne abbiamo discusso al riguardo della nascita del fascismo come fenomeno sociale di massa- ma anche accompagnato fortemente e continuamente alla ipocrisia culturale delle classi medie che quando sentono di poter perdere il piccolo privilegio diventano reattive e sia di istinto sia nel loro egoistico modo di ragionare diventano repressori e muri invalicabili.Di questi muri invalicabili atti a fruire del piccolo privilegio o del grande privilegio in questi ultimi due decenni è stata la situazione che si è alternata alla guida del nostro paese sia con Berlusconi sia con il PD. Sono loro che hanno prodotto il populismo e che poi riversano su altri.Ecco anche il perchè il mio modo tutto personale di dover reagire a tale situazione ed a chi si professa di sinistra senza avere le fondamentalità dentro la testa e dentro l’azione. Ecco perchè personalmente ho preferito votare per i 5 stelle ben intuendo i loro limiti politici ma contando nella loro forza viva e fresca di poter cambiare progressivamente questo sistema irrazionale. Oggi hanno tutti contro, senza esclusione di colpi e se vediamo bene il sistema non ha paura di un Salvini, ma di loro. Ed è un segno chiarificatore questo.Lo avvertiamo tutte le sere nei TG e nella rete 7 con le interviste della Gruber, ma anche in altre reti. E’ il sistema questo che lo produce e coloro che l’hanno servito ed anche che ci hanno creduto, diciamo la verità appaiono culturalmente legati ad esso soprattutto per una condizione e che è quella legata al privilegio ricevuto.E’ solo con la conferma politica di tale posizione che non balleranno mai per smontarsi il privilegio. Ma così facendo arriveremo ad un punto che la torta si riduce e sempre più gente la penserà diversamente da loro.La torta in teoria il sistema la vorrebbe far mangiare a tutte tali persone nella propria etica democratica e riformista, ma in effetti vedo che è semprepiù obbligato a vedere che si sbagliava, ed allora si corre il rischio che si diventi reattivi.Quella reattività c’è rischio che abbia l’effetto contrario del cambiamento e che diventi fascismo nel senso di stato autoritario, non con l’olio di ricino o col manganello ma con l’eliminazione progressiva dei poteri che servono da equilibrio previsti dalla costituzione. Hanno cominciato in sordina a percorrere quel sentiero la destra di Berlusconi con Fini e Forza Italia per poi arrivare a Renzi ed al tentativo di cambiare la Costituzione.Per tutta risposta anche chi voleva cambiare ha avuto questa legge elettorale con cui si è votato e che ha fatto si di accostare obbligatoriamente- se si voleva governare- la richiesta forte di cambiamento dei 5 Stelle e la destra della Lega. L’equilibrio è difficile perchè oggi le opposizioni scardinate, tutte e nessuna esclusa, puntano a far fallire tale anomala unione,ben sapendo che sono stati loro votarla quella legge e non i 5 stelle ed a procurare loro i bilanci in rosso e quel rapporto deficit-pil non certo i grillini.Ed allora per tornare a noi, quando si parla di mortadellla e prosciutto non si fa altro che ricalcare una idea che è una realtà, nel senso che la mortadella costi meno del prosciutto e che per questo sia cibo più accessibile ai poveri ed il prosciutto possa essere il cibo di classi più elevate per le quali tempo fa dalle colonne di questo stesso giornale il nostro comune amico Lele Battilana citò l’esempio della possibilità di prendere ” l’ascensore sociale” che questo sistema garantiva.Per la verità a me piaceva più la mortadella quando ero giovane ed oggi nella globalizzazione- è bene si sappia-esistono mortadelle che costano ben parecchio più del prosciutto.E per parafrasare Gramsci che è stato uno dei maestri più autorevoli dell’etica della sinistra italiana ed europea, e quindi da lui abbiamo appreso che occorra partire dalla realtà se si voglia cambiare il mondo e non continuare a far si che resti tutto come prima, vediamo che la globalizzazione ha reso la mortadella oggi più cara del prosciutto(parlo di quella buona veramente prodotta da amanti di tale insaccato e non dai processi industriali). Il costo di quella mortadella è il segno della globalizzazione, e se si vuole avere una fliebile speranza di cambiare il mondo, occorre mettere il prosciutto in seconda scelta fra gli insaccati, od almeno ragionarci sopra e saper vedere che spesso i messaggi che ci manda la pubblicità ed il mercato sono costruiti appositamente per renderci la vita peggiore, e quindi occorre non partire dalla concezione di sempre e di come ha funzionato da sempre il sistema, perchè il sistema ha funzionato a scapito dei più ed a favore dei pochi che l’hanno guidato su tali binari e che apparivano sinceri democratici.E seguendo il binario opposto ,spesso non è nemmeno vero che si veda il mondo alla rovescia se andiamo a guardare i risultati effettivi.