I COMUNISTI TORNANO A FAR FESTA: OCCHIO ALLA SINDROME DELLA MORTADELLA!

venerdì 09th, novembre 2018 / 15:11
I COMUNISTI TORNANO A FAR FESTA: OCCHIO ALLA SINDROME DELLA MORTADELLA!
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SIENA – Alla metà degli anni ’90, dopo la scissione del Pci in Pds e Rifondazione Comunista, in Umbria comparve un manifesto che annunciava una festa di Rifondazione: “I comunisti arballono!” (che tradotto voleva dire che i comunisti, quelli veri, tornavano a ballare). Da allora in poi le feste di Rifondazione sono quasi scomparse. Ho mangiato quest’estate a quella di San Benedetto del Tronto (città balneare che in estate fa più di 100 mila abitanti con l’hinterland): eravamo 67 in tutto. Contati. la sera prima c’era stato il segretario nazionale Acerbo. Mi dissero gli astanti che di gente ce n’era un po’ di più, ma mica tanta… saranno state 100 persone. E gli spaghetti con le vongole erano stratosferici.

Ci rimasi male, pur non avendo mai votato per Rifondazione (nel 2008 votai per l’Arcobaleno e sappiamo come è andata).

Poi però pensando alla fine delle Feste de l’Unità che pur sfruttando indebitamente un “brand” che ha funzionato per 70 anni, languono come festicciole di paese al limite del parrocchiale nel senso più deleterio del termine, mi dissi “inutile piangere sul latte versato, questo ormai passa il convento”. Inutile fare congetture. E se no mica avrebbero vinto Salvini e Di Maio…

Ora, leggo su Facebook che i Comunisti senesi, quelli duri e puri del Partito Comunista della Provincia di Siena faranno la loro festa a Monteroni d’Arbia. La festa dei Comunisti  nel 101esimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre.  Leggo nel manifesto di invito che il menù è ricco e rigorosamente “tipico”: Antipasti con crostini, buristo, soppressata;
Primi piatti con penne al ragù di maiale, fusilli al pesto e pomodorini; Secondi piatti con tegamata di maiale con polenta, arrosto misto (fegatelli – salsicce – costoleccio), contorno di patate fritte. Più acqua, vino e caffè, il tutto a 23 euro a persona. Prezzo più che equo.  Da comunisti. Ottima anche la scelta del menù a km zero…

I comunisti “armagnano” direbbero in Umbria. Dopo anni e anni di digiuni e diete dimagranti forzate può essere un segnale di ripresa… E certo se anche il regista americano Michael Moore dice che in Italia l’unica ricetta per il futuro prossimo è il ritorno dei comunisti, ci sta che qualcuno possa pensare che sarebbe meglio rifare il Pci, invece di riformare il Pd. Ma qui siamo sul terreno delle iperboli, poco realistiche.

Il menù della festa dei comunisti a Monteroni mi ha fatto venire in mente un episodio: un giorno di tanti anni fa, fine anni ’70, a Montepulciano entrai nella bottega di alimentari di un vecchio compagno e chiesi un panino con il prosciutto. Il vecchio compagno che mi conosceva disse: “Ah, no compagno, i proletari il panino lo mangiano con la mortadella… che è buona lo stesso, ma costa di meno!”. Feci buon viso a cattiva sorte e accettai il panino con la mortadella. Capii il senso di quel richiamo, un richiamo alla parsimonia, alla sobrietà, all’apprezzare il poco… Ma non mi piacque quella frase. Mi sembrò una ritirata…Un modo per dire che noi, compagni, dovevamo stare nel nostro, senza sognare… Senza guardare ad un futuro migliore, fosse anche quello di un panino… E lì cominciai a capire che noi comunisti non avremmo mai vinto. Perché avevamo dentro il germe della sconfitta, della subalternità. La subalternità della mortadella, rispetto al prosciutto. Si dice prosciutto per dire un sacco di cose… Non so se la polenta coi fegatelli e le salsicce e l’antipasto con buristo e soppressata, tutta roba di grande appeal mangereccio, riusciranno a ribaltare quella concezione. Spero di sì. Ma francamente non mi pare. In giro c’è solo tanta mortadella e della peggiore qualità. Buona festa compagni! Occhio però a non confondere il richiamo del buristo con il richiamo della foresta. E del comunismo.

Marco Lorenzoni

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