PIANTAGIONE DI “CANAPA INDIANA”, 46ENNE NEI GUAI A CITTA’ DELLA PIEVE
CITTÀ DELLA PIEVE – Il ritorno all’agricoltura, alle coltivazioni dell’orto è a detta di molti una delle vie d’uscita dalla crisi. E anche la strada per vivere e mangiare meglio. Con meno veleni e meno sprechi di carta, imballaggi, energia, meno inquinamento per i trasporti, ecc. Ma c’è chi per attuare il nuovo verbo per una economia ecosostenibile, cerca scorciatoie. Se non per inquinare di meno, almeno per guadagnare di più. In un casolare, come ce ne sono tanti, nei pressi di Città della Pieve, la Squadra Mobile di Perugia ha scoperto una piccola “piantagione” di canapa indiana: 68 piante alte due metri e ricchissime di infiorescenze. I poliziotti lo hanno individuato grazie a indagini e vari servizi di osservazione. E ieri notte hanno fatto scattare il blitz al termine del quale il proprietario, un 46enne della zona, incensurato, è stato arrestato e portato al carcere di Capanne.
Il raccolto avrebbe prodotto almeno 50 chili di marjuana per un guadagno che la Questura calcola in circa 150 mila euro, se venduta al dettaglio. Le piante venivano coltivate utilizzando tre ventilatori, diciotto lampade e un impianto di controllo dell’umidità: strumenti costosi ed energivori. Ma anche in questo caso il problema era stato risolto con un’altra scorciatoia: allacciandosi abusivamente alla linea Enel. “Furto di corrente elettrica” stimato in circa 7.000 euro.
Ci auguriamo con tutto il cuore che il 46enne beccato ieri con le piante di canapa a Città della Pieve non faccia la fine di Aldo Bianzino, il falegname 44enne di Pietralunga, nei pressi di Umbertide, che fu arrestato nel 2007 per lo stesso reato (coltivazione illegale di canapa indiana) e uscì dal carcere di Perugia dentro una bara. Morto per emorragia interna, forse dovuta – secondo il figlio -a pestaggio. Come Stefano Cucchi.
