CHIUSURA DOMENICALE DEI CENTRI COMMERCIALI. MISURA GIUSTA O ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA? (MA ALLA FINE CAMBIERA’ POCO)

mercoledì 12th, settembre 2018 / 13:22
CHIUSURA DOMENICALE DEI CENTRI COMMERCIALI. MISURA GIUSTA O ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA? (MA ALLA FINE CAMBIERA’ POCO)
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Certo i supermercati e i centri commerciali aperti anche a Natale, capodanno, Pasqua e pure il 1° Maggio e il 25 aprile sono uno scandalo. In certe giornate lo shopping si può tranquillamente evitare e certe giornate dovrebbero essere festa per tutti. Anche per commesse, cassieri, magazzinieri e addetti vari degli outlet e della grande distribuzione. Diverso è il discorso delle aperture domenicali, ormai liberalizzata e praticata da molte catene commerciali. Molte delle quali non si limitano all’apertura dalle 9,00 alle 13,00, ma rimangono aperte anche il pomeriggio. E questa è una comodità, ma pure una esagerazione di cui si potrebbe fare a meno. Non tanto per ragioni di “sacralità” della domenica, giornata da dedicare alla famiglia e al riposo, quanto per rispetto dei lavoratori. In molte città ci sono supermercati che non chiudono neanche la notte. Come certi bar…

Le aziende della grande distribuzione dicono che è un servizio, che è un modo per consentire a tutti di fare spesa, che è un modo per stare al passo con i tempi. E c’è chi fa notare che del resto anche i cinema, gli stadi, i teatri, i musei, i bar, i ristoranti, le pizzerie, spesso anche le librerie e le boutiques di abbigliamento, i centri di bricolage sono aperti di domenica, sottintendendo che anche lì ci sono lavoratori che preferirebbero forse stare a casa con la famiglia, invece che a lavorare. Poi ci sono anche gli ospedali, le aziende di trasporto, le ferrovie, i panifici e gli altoforni che lavorano nei festivi e non solo nei giorni feriali.

Però le aperture domenicali dei centri commerciali sono anche un elemento di concorrenza, impari, nei confronti dei piccoli negozi di quartiere, delle attività artigianali a conduzione familiare, che di un giorno almeno di riposo hanno bisogno…

Dal 2012 (governo Monti) il sistema è stato praticamente liberalizzato. Prima c’erano dei vincoli, dei calendari da rispettare. Ora è una jungla e nella jungla, si sa, vige a legge del più forte e chi è più debole è destinato a soccombere.

Adesso il Governo Lega-5 Stelle vorrebbe rimetterci le mani. E il ministro del Lavoro Di Maio prima ha sparato alto (“stop alle aperture domenicali!”), poi ha corretto il tiro. I 5 Stelle in particolare hanno una capacità particolare nel cambiare posizione in men che non si dica, non appena sentono un alito di vento contrario…

“Nessuno dice che nel weekend non si può andare a fare la spesa, inseriamo una turnazione. Resta aperto il 25% e l’altra parte chiude a turno. A decidere chi sarà aperto e chi chiuso saranno, come in passato, sindaco e commercianti” ha detto il buon Di Maio a ‘L’aria che tira’ su La7.

Ha anche aggiunto che “ci sono ragazzi sfruttati in maniera indegna con introiti che non sono aumentati”.  Il ministro e vicepremier pentastellato, respinge anche l’allarme lanciato dalla grande distribuzioni, secondo cui la misura porterebbe ad una perdita secca di almeno 40.000 post di lavoro.  “E’ il solito terrorismo, ogni volta che si vuole tutelare il lavoro, arriva la solita minaccia allo Stato: noi li licenziamo”. Ma non chiarisce però se la misura riguarderà solo i grandi centri commerciali o anche i piccoli negozi nei centri urbani.

A ridimensionare ulteriormente la misura allo studio, dopo di Maio, ci ha pensato anche il ministro del turismo Centinaio: “La proposta che intendiamo presentare è di non bloccare le aperture domenicali nelle città turistiche”. E questo restringe oggettivamente il campo. E non di poco.

Le località turistiche in Italia sono moltissime.  In Toscana 212 comuni su 276, per dire. Nella nostra zona, per esempio i centri commerciali e supermercati più importanti sono a Chiusi, Città della Pieve, Castiglione del Lago, Magione, Orvieto. Tutte località turistiche. Lo sono anche Foiano della Chiana e Perugia dove si trovano l’outlet Valdichiana e il centro di Collestrada.

Alla luce delle precisazioni dello stesso Di Maio e Centinaio, par di capire che nella realtà cambierà poco e per ora si è trattato dell’ennesima sparata, per stare sui media e magari non parlare d’altro. In questo sono bravi i 5 Stelle e i leghisti. Sanno usare benissimo le armi di distrazione di massa.

Il ritorno ad una “turnazione” concordata delle aperture e magari il divieto di aprire nelle feste principali (Natale, Pasqua, 1° maggio e 25 aprile) potrebbe essere una cosa di buon senso e di rispetto dei diritti di chi lavora nel settore. Generalizzare e nello stesso tempo ignorare altre categorie di lavoratori, che hanno gli stessi diritti, è o sarebbe una forzatura.

I cittadini sono in grado di scegliere da soli se andare al cinema, allo stadio, a passeggio o al centro commerciale. Il problema se mai sono i soldi che mancano, non l’orario di apertura.

Meglio sarebbe cercare un modo per incentivare il passeggio, la visita alle città d’arte, ai monumenti, il vivere il paesaggio… Ma il governo in carica vuol  porre fine anche alle visite gratuite ai musei la domenica. Misura prevista già dalla fine di settembre…  Mai che a qualcuno venisse in mente di promuovere la chiusura al traffico dei centri storici e dei “centri commerciali naturali” per facilitare lo “slow shopping”, ovvero la spesa consapevole e tranquilla, gettando l’occhio anche a cosa c’è intorno al negozio…  Siena fu la prima città capoluogo di provincia a farlo, nell’ormai lontano 1965. Montepulciano lo ha fatto nel 1989. E adesso raccoglie i frutti, che sono copiosi e molto buoni. Chi non ha avuto lo stesso coraggio invece stenta.

m.l.

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