VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO E MONTEPULCIANO D’ABRUZZO, DIATRIBA INFINITA: LA SPUNTANO GLI ABRUZZESI?

lunedì 06th, agosto 2018 / 11:39
VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO E MONTEPULCIANO D’ABRUZZO, DIATRIBA INFINITA: LA SPUNTANO GLI ABRUZZESI?
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MONTEPULCIANO – Sono anni che la diatriba va avanti. Sono volate  carte bollate, e si è rischiato lo scontro istituzionale tra due regioni: la Toscana e l’Abruzzo. Adesso, sembra che l’Abruzzo l’abbia spuntata. La diatriba in questione è quella sulla denominazione di due vini, che fanno riferimento alla parola Montepulciano. Il Vino Nobile di Montepulciano, appunto, e il Montepulciano d’Abruzzo. Il primo è uno dei grandi rossi italiani, il primo a fregiarsi della DOCG, che si produce SOLO nel territorio di Montepulciano in provincia di Siena. Una produzione di altissima qualità, ma limitata, perché è limitato il territorio vocato. Il secondo invece è un vino di larghissima produzione e commercializzazione, ricavato in Abruzzo, dal vitigno “Montepulciano”. In questo caso la denominazione fa riferimento al vitigno, non alla zona di produzione. Anche perché di Montepulciano ce n’è una sola ed è in Toscana.

In questi giorni è arrivata la notizia che l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi avrebbe posto fine alla contesa, autorizzando il Consorzio di tutela Vini d’Abruzzo ad utilizzare la denominazione “Montepulciano d’Abruzzo” quale marchio collettivo nazionale. La registrazione del marchio collettivo nazionale apre di fatto la porta per la successiva registrazione a livello internazionale, indispensabile per tutelare la denominazione e i produttori su tutti i principali mercati di riferimento. Secondo l’Ufficio Brevetti e Marchi non esiste il rischio di confondere i consumatori, cosa che invece sostenevano i produttori poliziani di Vino Nobile.

Chiaro che si tratta di due vini diversi: uno quasi di nicchia, più blasonato e costoso (il Nobile) e uno, come dicevamo, di largo consumo e per questo più noto al grande pubblico. Ma è altrettanto chiaro che la questione può avere ripercussioni sul mercato. A Montepulciano i produttori sono preoccupati. Luca Tiberini, socio del Consorzio de Vino Nobile scrive: “Fatto gravissimo che condizionerà non solo il futuro del nostro vino: il nome del vitigno diventa superiore a quello del territorio. La viticoltura italiana ne sarà gravemente danneggiata in futuro”. Insomma si teme che si tratti di un precedente pericoloso…

Resta il fatto che se uno va in Abruzzo a cercare Montepulciano, il vino lo troverà ovunque, ma la città no. E quando Francesco Redi nel 1685 scrisse “Montepulciano d’ogni vino è il re”, si riferiva al vino toscano, non a quello abruzzese che è buono, ma non è… Nobile.

 

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