DROGA: DUE MAXI SEQUESTRI IN POCHI MESI NEL PORTO DI LIVORNO: DAI SOMMERGIBILI BIG FOOT ALLE NAVI COMMERCIALI, COSI’ I NARCOS INONDANO IL MONDO DI COCAINA

lunedì 06th, agosto 2018 / 17:25
DROGA: DUE MAXI SEQUESTRI IN POCHI MESI NEL PORTO DI LIVORNO: DAI SOMMERGIBILI BIG FOOT ALLE NAVI COMMERCIALI, COSI’ I NARCOS INONDANO IL MONDO DI COCAINA
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Dopo l’articolo sull’ipotesi che potesse esserci una connessione tra certe scritte sui muri comparse a Chiusi e il traffico di droga (un’ipotesi, appunto, un dubbio, non certo una certezza) sui social si è levato un coro di battute sarcastiche. Che ci può pure stare. Solo che il problema droga esiste e che dopo anni di calma apparente ci sia una “recrudescenza” sembra piuttosto evidente. I due morti per overdose a Chiusi Scalo in due mesi sono lì a testimoniarlo. Ma altre testimonianze arrivano anche dalle cronache toscane.

Il 26 luglio nel porto di Livorno è stato individuato e sequestrato un carico di cocaina su una nave proveniente dal Cile. Attraverso lo scanner che vaglia i containers, sono stati scoperti 80 kg di coca in panetti nascosti dentro l’intercapedine di alcuni supporti di un container. Una volta trattata e messa in commercio, la cocaina sequestrata avrebbe fruttato una somma pari a 19 milioni di euro. Nel mese di marzo fu scoperto e sequestrato un carico occultato più o meno nello stesso modo, ma più consistente; 200 kg di cocaina che sul mercato avrebbe fruttato un business da 43 milioni di euro… Insomma in due operazioni gli inquirenti hanno messo le mani su un traffico da più di 60 milioni di euro… Roba grossa, in tutti i sensi.

Non siamo al livello dei carichi che la Dea americana riusciva a sequestrare intercettando i “Big Foot” cioè i sommergibili dei narcos colombiani che trasportavano tonnellate di coca in Messico e negli Usa. I narcos ne avevano una vera e propria flotta. I primi, individuati nel 2006 erano piccoli, avevano un equipaggio massimo di 4 uomini e non si immergevano completamente, navigavano appena sotto al pelo dell’acqua con la cabina fuori… Gli ultimi, bloccati nel 2009, erano invece natanti più complessi, sommergibili veri e propri di dimensioni più grandi e capaci di eludere radar, sonar e guardia costiera… I marinai della Us Navy li chiamavano, appunto “Big Foot”, come dire lo Yeti,  la “bestia”. Una bestia misteriosa, invisibile e inafferrabile. Ovviamente molto pericolosa. Ci hanno messo anni le capitanerie messicane e statunitensi per individuarli. Alla fine ne hanno “fermati” 28, ma la Joint Interagency Task Force era sIcura che i narcos ne avessero almeno 60… 

I Big Foot erano sommergibili in piena regola, ma non in grado, probabilmente di fare la traversata atlantica. Venivano usati per far arrivare la droga dalla Colombia alla costa centro e nordamericana. A Livorno, invece sia a marzo che nei giorni scorsi il carico di cocaina è arrivato a bordo di navi commerciali, entrambe provenienti da Cile (costa pacifica, del continente sudamericano), nascosto assai ingegnosamente dentro intercapedini…

La cocaina sequestrata era destinata al mercato laziale e toscano. Quindi, presumibilmente, anche a questo territorio, anche se, in estate sono soprattutto le località litoranee e balneari quelle più appetibili e di maggior smercio.

L’operazione di Livorno ha portato all’arresto di 3 persone, tra cui il fratello di un capoclan dell’area pontina, di etnia rom, già noto alla giustizia per precedenti reati: dall’usura alla ricettazione, dalle rapine alla detenzione illegale di armi.

I due maxi sequestri operati nel porto toscano a marzo e a luglio non sono direttamente collegabili ai recenti fatti di Chiusi, ma confermano il quadro di allerta generale. 

Chi, a Chiusi, ha scelto di firmare “Big Foot”  i propri graffiti su muri, cabine e cavalcavia non è detto che c’entri qualcosa con il traffico di droga, ma di sicuro ha scelto un nickname improvvido, tale da ingenerare qualche dubbio e qualche supposizione dettata dalle cronache, non dalla fantasia. Se uno si firma “Jack lo squartatore”, non è detto che sia per forza un serial killer, ma nessuno penserà che sia un santo con le stimmate, neanche se accompagna la scritta con un’aureola…

m.l.

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