Città della Pieve: nasce il Comitato per il Diritto alla Salute
Lunedì 8 Maggio 2017. A Città della Pieve si costituisce il Comitato per il Diritto alla Salute con l’invito a tutto il territorio a fare fronte comune nella richiesta del ripristino del Pronto Soccorso e del potenziamento del 118
Le ceneri del Fu Beato Giacomo Villa e del suo Pronto Soccorso, caduto il primo marzo di quest’anno all’insaputa di tutti, come è di costume in questi anni, bruciano ancora vive nel territorio di Città della Pieve e dell’alto Orvietano (ma interessano anche i comuni limitrofi della bassa Toscana). Una caduta che non convince nelle sue motivazioni di riorganizzazione sanitaria e di numeri che non ci sono; ragioni a cui i cittadini non si rassegnano e oppongono resistenza.
“Siamo montanari, non accettiamo per vero tutto quello che ci raccontano” ha detto Fabio Roncella, sindaco di Montegabbione, durante l’assemblea pubblica del 21 aprile scorso in cui ha annunciato un ricorso al TAR del Comune contro la chiusura del Pronto Soccorso.
Chiusura e riconversione, cui non è seguita e non seguirà l’apertura del famoso ospedale unico di cui tanto si è blaterato (nelle varie assemblee si è parlato di 27 milioni di euro previsti e promessi e mai realmente investiti), che hanno di fatto messo in discussione il diritto alla salute previsto dall’articolo 32 della Costituzione:
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
In altre parole, a pari pagamento di tasse, tutti i cittadini, di città, mare, campagna o montagna che siano, hanno uguale diritto alla salute che deve essere garantita da una struttura sanitaria pubblica idonea, attrezzata ed efficiente.
È proprio in nome di quel diritto che, ieri sera, 8 maggio, nella sala delle Muse di Palazzo della Corgna di Città della Pieve, a seguito di un’assemblea pubblica presieduta da Guglielmo Scattoni, è nato il Comitato per il Diritto alla Salute con il preciso intento di “difendere il diritto alla salute delle popolazioni locali attraverso ogni mezzo a disposizione e nel rispetto della legalità“.
Nato simbolicamente a Città della Pieve, il Comitato vuole accogliere e raccogliere adesioni con relative rappresentanze in tutto il territorio “colpito” non solo dalla riconversione dell’Ospedale, ma soprattutto dalla sostituzione del Pronto Soccorso con un Punto di Assistenza sperimentale, la cui sopravvivenza è attualmente legata al numero di frequenze. Per essere chiari, se nei mesi di sperimentazione, che dovrebbero essere tre a partire da marzo, il Punto di Assistenza registrerà i numeri previsti, resterà aperto. In caso contrario, potrebbe chiudere. Una situazione paradossale di toto-salute che ha destato ansia e preoccupazione nella popolazione.
Di fronte alla precarietà di un’organizzazione sanitaria e alla legittimità dell’apprensione della cittadinanza, anche l’Amministrazione di Città della Pieve ha ritenuto opportuna una revisione della propria posizione rispetto ai piani regionali e il 29 aprile ha approvato all’unanimità: una mozione avente ad oggetto la “Riorganizzazione Ospedale Beato Giacomo Villa.
Nel dispositivo viene proposto “il superamento della sperimentazione del Punto di prima assistenza e il ripristino di un Pronto Soccorso come già richiesto con Delibera di Giunta Comunale n. 161 del 1/9/16 e trasmessa alla Regione il 2/9/16”. Non solo, il Consiglio comunale chiede “il potenziamento del 118 con l’inserimento (in aggiunta ai mezzi già presenti ) di un’auto medicalizzata oppure di un’altra ambulanza”. Richieste che necessariamente prevedono “che venga rivisto il Piano Sanitario Regionale ai fini di una riorganizzazione del sistema dell’emergenza-urgenza”.
Il Comitato per il Diritto alla Salute si propone di “dare forza a tali azioni” messe in atto dall’Amministrazione di Città della Pieve ma “in un quadro di apartiticità e senza vincoli nè collegamenti politico-istituzionali”. Il Comitato vuole essere e restare una voce fortemente cittadina, estranea ad appartenenze, logiche e interessi di partiti ed istituzioni in quanto rivolto verso un unico obiettivo: la tutela della salute dei cittadini del territorio.
Nel concreto, l’azione del Comitato è rivolta a sostenere il ripristino del Pronto Soccorso a Città della Pieve e il rafforzamento del 118.
Uno dei punti su cui intende fare leva il Comitato è la legge che prevede l’organizzazione dei servizi sanitari in base alla classificazione di zone svantaggiate in quanto montane, premontane e collinari, “con collegamenti di rete viaria complessi”, in cui il territorio rientra.
L’altro punto, di cui si è discusso ieri sera alla riunione è l’importanza di creare un fronte comune e compatto estendendo l’adesione a tutto il territorio interessato, in quanto la forza numerica è fondamentale, così come la coesione è direttamente proporzionale al potere rappresentativo del Comitato.
Il Comitato ha nominato i seguenti membri del Direttivo: Luca Marchegiani – Stefano Acquarelli- Moreno Neri- Enzo Rossi – Guglielmo Scattoni
Chi volesse aderire al Comitato per il Diritto alla Salute – fanno sapere i promotori – può scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: comitatosaluteart32@gmail.com
Elda Cannarsa
Comitato cittadino, Ospedale, Pronto Soccorso, sanità
…provo a fare una riflessione che possa riassumere un po’ tutto questo.Qual’è la logica che spinge il comitato ad essere indipendente da impostazioni politiche? Forse perchè non si fida della politica? Siamo sicuri che poi della azione di tale comitato- del quale senz’altro può essere apprezzata tale iniziativa-non se ne avvantaggerà la politica partitica una volta forse-e sottolineo forse- ottenuto qualche risultato? Dico questo sperando di sbagliarmi logicamente, ma conoscendo come funziona la politica che tende a montare su ogni cavallo sia di razza sia ronzino, per aggregare e raggiungere gli scopi del consenso, c’è da aspettarsi di tutto.In tutti i casi credo che la cosa si possa riassumere in uno slogan, che è proprio appunto della politica, quello poi tipico di quando vengono toccati quelli che sono sacrosanti interessi sia sociali che individuali nel pretendere l’applicazione degli articoli della Costituzione citata nel Post: CONSERVATORI AL CENTRO,RIVOLUZIONARI IN PERIFERIA. Ed intanto si va avanti,ma così facendo, come ho detto sopra in lettere maiuscole,si producono guasti ed è quello che poi dà origine alla protesta che sarebbe sacrosanta nel caso che chi forma poi i comitati spesso poi si dimentica a chi abbia dato il consenso.E questo secondo il mio modo di vedere è l’emblema dei partiti che governano sia l’Italia che Città della Pieve ed anche gran parte dell’Umbria ed i diretti elettori che li votano.”L’acqua è poca, anzi scarseggia e la papera non galleggia” diceva un amico mio quando lavorava in banca e chiamava la gente a coprire gli scoperti dei quali avevano fruito.E la fruizione in questo caso è stata fatta e permessa e costruita forte dal consenso e dal non risentire le tabelline( vedi quello che si dice nel post dei 27 milioni,- se sia vero non lo sò -) perchè è costume che sembra a molti quando entrano in cabina elettorale, dare il voto e poi appare loro che si è già fatto tutto o quasi.Il motto ”la politica o la fai o la subisci” è applicabile proprio in questo caso mi sembra, che ci si incazzi quando si subisca sula propria pelle il fatto che vengano toccati quelli che sono i propri interessi.E che si pensava diversamente? Giano era bifronte già al tempo della Repubblica Romana( 230 circa avanti Cristo). Ci coniavano perfino le monete, quindi se ci fosse qualcuno che possa risentirsi mi sembra che si scopra proprio poco….forse è lui che ha capito poco al riguardo della politica che ha votato.
Se ho capito bene il comitato nasce proprio per contestare le scelte fatte dalla politica e dalle amministrazioni (la Regione e quei comuni che le hanno avallate). Non sarà facile per la politica salire sul carro… Alcuni comuni come quelli dell’orvietano hanno contestato da subito. Quindi loro possono starci e a buon diritto sul carro…
A parte che sono curioso per vedere come andrà a finire tale storia,che ritengo possa prendere la direzione ormai decisa dalla politica dal momento che appunto ”la papera non galleggia”, e quindi mancando i soldi, la ristrutturazione ed il restringimento degli spazi della sanità diventano conseguenziali, magari passando anche per contentini ai Comuni, lasciando servizi minimi che col tempo verranno eliminati-è una ”tattica”ormai comprovata questa : diminuita la pressione pubblica si realizza il piano, ci vorrà più tempo ma il fine è quello.Ma una parte della mia risposta è quella che sottolineava che spesso coloro che formano i comitati sono proprio coloro che hanno dato il loro assenso alle politiche dei loro partiti e non mi stupisce che siano rimasti con una mano davanti e l’altra dietro e formino comitati. Non dico che hanno fatto male a formare il Comitato, auguro loro successo della iniziativa volta a contrastare le scelte sciagurate,ma che si rendano conto di tutto questo e della politica che spesso hanno votato quando già i buoi sono scappati dalla stalla mi sembra abbastanza risibile e criticabile.Questo fatto lo vogliamo prendere in considerazione oppure tutto questo è materia evanescente attraverso la quale non si vede che l’amministrazione pubblica si trova in uno stato comatoso proprio per le scelte che i partiti hanno fatto? E’ la solita pompa aspirante-premente per la quale ad un periodo di preteteso sviluppo ne segue un altro più lungo di restringimento: i partiti amministrano tale sistema, non hanno il coraggio di cambiarlo perchè vi ci sono accomodati bene dentro con uomini e poltrone,ed i cittadini sostanzialmente a quei partiti li votano, qualche volta formano i comitati,ma poi la cosa è ininfluente a fermare il degrado. I cittadini diventano strumenti e quindi vittime delle loro stesse scelte che portano a quel degrado.Tu dici che non sarà facile per la politica salire sul carro, ma tutte le storie che conosciamo in questa direzione riguardanti casi simili ed anche diversi dove veniva contrastata una certa politica parlano la stessa lingua, ci vuole ben altro a far cambiare le cose.Poi ne riparliamo, ma occorre avere memoria…..e la gente presa dalla quotidianità ne ha poca,anzi nessuna, e chi guida la politica questo lo sà bene perchè è uno dei presupposti per i quali è proprio la natura di questa politica esistente che prevale,negli uomini che la guidano e nelle cose.Auguri al nato Comitato,ma forse sarebbe stato meglio aprire gli occhi parecchio prima, al momento della chiamata in cabina, dopo in genere è troppo tardi….si parte male quando dall’altra parte il potere fa finta di ascoltare la gente ma in realtà si ha già le certezza di poter usare la vasellina.Non è forse questa la politica di destra delegata alla sedicente e falsa sinistra affinchè passi nel modo più indolore possibile appunto con la vasellina ? Il pescato questo è….
sulla base di questa tua riflessione giova forse ricordare che l’attuale amministrazione pievese, per esempio, nel 2014 fu il frutto di una “rottura” politica e fu vissuta proprio come momento di “rottamazione” del vecchio gruppo dirigente del Pd, considerato asservito e succube nei confronti della Regione e dei livelli comprensoriali, anche sulla questione ospedale, che era uno dei temi più caldi. Nel 2014, intendo dire, la gente votò quella che ritenne l’alternativa più robusta e più praticabile (anche se in qualche modo interna) al Pd old style… Le altrealternative evidentemente furono ritenute meno credibili o affidabili. Poi se anche questa amministrazione si è “accodata” alla politica regionale e alle scelte comprensoriali (il sindaco è anche presidente dell’Unione dei Comuni) è un altro discorso. Ma le stesse opposizioni (destra, lista civica e 5 stelle) che adesso strizzano l’occhiolino al comitato e sottoscrivono documenti di protesta unitari, in questi tre anni come si sono mosse sulla vicenda? Hanno fatto il possibile? Seconda questione: la riconversione dell’ospedale in ‘casa della salute’ non è un’operazione di risparmio, perché solo nella struttura pievese si stanno investendo oltre 3 milioni di euro. Non proprio noccioline…
Come è, un altro discorso.?E e non è quanto sostengo che il tempo di questa politica recupera tutto ed annulla tutto,anche le minime differenze che ci possono essere dentro i partiti? Parlo da non informato ma la posizione dei 5 stelle strizza l’cchio al comitato?.Se così fosse non farebbero male per il semplice motivo che questa vicenda dimostra che stare dalla parte dei cittadini e’ sempre meritevole,mentre probabilmente non era cosi’ per coloro che al momento di certe decisioni militavano in un partito che le approvava.O no.? Sembra che oggi se le acque non diventino torbide tali da non produrre più’ i distinguo ci si senta avulsi da questa realtà’ che maggiormente e’ stata provocata dal’accettazione di scelte pregresse e supportate dal voto.
La destra più destra ha sempre strizzato l’occhio ai comitati “a difesa degli ospedali”, è sempre stata contro ipotesi di accorpamento e ospedali unici. Aveva ragione? io non credo. Scricciolo, anche sull’onda delle posizioni pro-ospedale ci vinse prima le primarie contro Manganello e poi le elezioni… E ti dico di più: se non ci fosse stata la morte di una donna in un bar di piazza a Città della Pieve, con i soccorsi arrivati forse con un po’ di ritardo (ma avrebbero potuto fare ben poco anche se fossero arrivati dall’ospedale di Città della Pieve), la questione sarebbe già digerita… Non a caso le posizioni più dure le hanno assunte i comuni (i sindaci) dell’alto orvietano, non i pievesi. Però quando succede un patatrac ri risvegliano gli animi. E’ normale. Si sa, la cronaca non aguzza l’ingegno, ma aizza i malumori… Come per la legittima difesa e la licenza di sparare… Detto questo la battagia per mantenere il Pronto soccorso non solo è legittima, ma anche opportuna. E mi pare che nessuno, neanche il Pd o il Comune sia contrario…
Visto che si continua,allora vediamo di semplificare.Che possa sorgere un comitato contro l’accentramento dei servizi ai cittadini e’ una cosa che mi puo’trovare solo d’accordo e non è’ ne” di destra ne’di sinistra”ma e’ la sacrosanta protesta della cittadinanza tutta per avere dei servizi vicino ai cittadini per le necessità’ delle quali paghiamo tutti un costo spropositato.Detto questo ti invito a ricordare chi fu che scelse indietro nel tempo di potenziare gli ospedali per essere vicino all’esigenza della popolazione: la sinistra giustamente e lo trovo sacrosanto. Senonche’ quando la sinistra si è’ trovata a gestire nel tempo ciò che aveva grandemente contribuito a realizzare si e’scontrata con la mancanza di risorse di cui aveva fruito e costruito la sua politica,anche diciamolo in maniera clientelare.Quindi si è’ trovata giocoforza a tentare la via dell’accorpamento per risparmiare e quindi per ridurre inevitabilmente quello di cui era stata portatrice.si scopre l’acqua calda ed ecco perche’giustamente nascano i comitati ma secondo me dovrebbero essere comitati che mettono in discussione la politica perseguita fin’ora insieme a quella che ancora bolle in pentola.Ecco perché’ ho detto prima negli altri interventi che la cosa mi trova scettico sulla protesta fatta in questa maniera e che poggia tutta sull’opporsi.Prima quando si sono decisi questi interventi il Pd pievese cosa faceva? Ora si fanno i comitati,ma prima? Tutti zitti e silenziosi? Forse per ragioni di guerra interna? Ma si tratta di tutta la cittadinanza e di questioni interne ad un partito e di prevalenza fra renziani e bersaniani mi sembra sinceramente che non sia nemmeno giusto che ne debbano risentire i servizi alla cittadinanza.Questa e’si una impostazione vetusta e che crea danno……ed infatti si vedono le conseguenze.
Non c’entra niete la diatriba renziani-bersaniani. Quando il Pd e prima Ds e Pds proponevano l’accorpamento e l’ospedale unico, l’attuale sindaco pievese e buona parte dell’attuale Pd erano contrari. E difendevano l’ospedale locale… Ho già detto che il comitato ha piena legitimità e sta cnducendo una battaglia comprensibile e giusta (per mantenere uno specifico servizio). Ma difendere ospedali che non sono più ospedali da tempo è una battaglia giusta? Per esempio: con l’ospedale di Nottola al posto dei 6 ospedali della Valdichiana, la qualità dell’offerta sanitaria ci ha guadagnato o ci ha perso in Valdichiana? Con tutti i limiti che ha l’ospedale di Nottola si può affermare che era meglio prima, con gli ospedaletti di Sarteano, Chiusi, Chianciano, Torrita, Sinalunga e Montepulciano? L’oespedale di Città della Pieve da quanti anni non era più un ospedale vero? Che poi ci debba essere a Città della Pieve un minimo di Pronto soccorso (valevole anche per l’alto orvietano) è un altro discorso ed è giusto farlo…
“…un’assemblea pubblica presieduta da Guglielmo Scattoni…”
Da quale fonte trae la giornalista questa notizia, visto che detta assemblea non aveva alcun “presidente”?!
@Un Cittadino: per la fonte, la giornalista era presente all’assemblea. Per il “presidente”?!, le faccio presente che il verbo “presiedere” non è necessariamente legato ad una carica istituzionale. Significa anche dirigere, sovrintendere, co-ordinare
“dirigere, sovrintendere, co-ordinare… ”
Tre funzioni per cui non risulta abbia ricevuto nomina preventiva da nessuno
Ed allora vogliamo forse parlare di “arrivare primo sul palcoscenico” portandosi appresso la stampa?
Buonasera, sig. ra Cannarsa
non so altra stampa, ma primapagina non la si porta appresso. Questo gliel’assicuro (se non lo avesse chiaro).
Ed infatti io parlavo dell’autrice del pezzo che risulta essere stata preventivamente convocata dall’autonominato Dir. Sovr. Coord. Unico Portavoce.
Per quanto riguarda PrimaPagina la si può portare (e/o prendere…) in qualsiasi maniera, tranne che appresso.
magari, infatti, fosse più spesso presente agli eventi che narra “in differita”!
Buonasera.
@Un cittadino: se non fosse paradossale, questa della convocazione previa sarebbe anche divertente. Però guardi, le illazioni e la polemica sterile sono poco stimolanti, soprattutto se coperte dall’anonimato. Se ha tempo da perdere, faccia pure. Noi qui in Redazione il tempo lo consideriamo una risorsa preziosa e cerchiamo di impiegarlo al meglio
Primapagina quando è presente ad una iniziativa non è che mette i anifesti per farlo sapere… c’è e basta. Le risultano eventi raccontati male e in maniera distorta, oltre che in differita? Per saperlo…
Sig. ra Cannarsa, se vuole evitare “paradossi”, la prossima volta si accordi preventivamente con chi la chiama agli eventi, affinchè questi non sbandieri la cosa ai quattro venti.
Un po’ di riservatezza e buonsenso non avrebbero guastato…
Di nuovo buonasera.
Eventi raccontati “male” ?
Giusto per non andare troppo lontano, un articolo della seconda metà di aprile…
Mediti, Marx, mediti…