CHIUSI, TERREMOTO NELLA SOCIETA’ CALCISTICA: DOPO LA RETROCESSIONE, TUTTI DIMISSIONARI. 4 NOMI PER LA PRESIDENZA…

giovedì 11th, maggio 2017 / 18:22
CHIUSI, TERREMOTO NELLA SOCIETA’ CALCISTICA: DOPO LA RETROCESSIONE, TUTTI DIMISSIONARI. 4 NOMI PER LA PRESIDENZA…
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CHIUSI – La ferita della retrocessione è ancora fresca e brucia da morire. Fa male perché non era in preventivo. E’ arrivata all’improvviso, quando tutti – giocatori, società, tifosi – pensavano di averla sfangata. O di poterla sfangare. Certo giocare una gara secca di play out è sempre una scocciatura ed è meglio non arrivarci, ma se la gara la devi giocare in casa e hai due risultati a dispoosizione, cioè se ti basta anche il pareggio, insomma mai e poi mai pensi di finire all’inferno.

E’ successo alla Fiorentina contro il Borussia Moenchengladbach due mesi fa. Successe un anno fa alla squadra di volley dei “Sioux” di Massimo Tassi, che persero inusitatamente una gara in casa per colpa di un temporale che inondò il palasport e si ritrovarono a giocarsi il tutto per tutto in una partita facile sulla carta, che non pensavano avrebbe avuto una tale importanza. E persero anche quella. Retrocessione. Domenica scorsa è successo al Chiusi che dopo una stagione a tratti anche brillante, si ritrova a scendere di categoria solo un anno dopo il ritorno in Eccellenza.

Quando succedono queste cose la colpa non è mai di uno solo. E così, a 4 giorni dalla debacle casalinga contro la Sestese, certamente condizionata da un arbitraggio scandaloso, con una retrocessione inusitata ancora da digerire e metabolizzare, la Società Polisportiva Chiusi ha deciso di fare una bella lavata di panni in famiglia. Presidente, vicepresidente, Consiglio direttivo, tesoriere, responsabili dei vari settori, Direttore generale, Direttore sportivo… tutti dimissionari. E via ad una fase di discussione e rifondazione…

Da qui ad una decina di giorni, anche durante il Torneo giovanle attualmente in corso allo Stadio Frullini, gli interessati e gli stessi tifosi potranno incontrarsi, parlare, proporre soluzioni per ripartire con nuovo slancio. Le dimissioni in blocco sono ovviamente una sorta di terremoto. Ma nell’aria non c’è acredine. E sul terreno non solo macerie. C’è un gruppo dirigente che, dopo un finale di campionato disastroso, fa un passo indietro. E si mette in discussione, assumendosene la responsabilità. Non sempre avviene. Non sempre è scontato che avvenga.

Già aleggiano varie ipotesi per la “ripartenza”. Il presidente Amedeo Fei il passo indietro lo ha fatto. Ma è chiaro che dopo tanti anni al timone, gradirebbe lasciare l’incarico e la nave non nel momento peggiore, da retrocesso. Riportare la squadra in Eccellenza e poi passare la mano. Questo il suo umanissimo e comprensibile obiettivo. Ma la conferma non è scontata. Circolano anche altri nomi. Uno è quello di Silvio Paggetti, artigiano edile, che ha fatto benissimo come responsabile del settore giovanile. Figura taciturna e piuttosto defilata ma di estrema concretezza. Tipica degli artigiani. Poi c’è Roberto Ferretti, commerciante, dirigente storico, ma ultimamente un po’ defilato, forse per frizioni pregresse con alcune figure dell’establishment societario. Infine il “nome nuovo”, l’outsider, e il più giovane della “rosa dei papabili”, Alessandro Dalbello. Che però è figlio d’arte (suo padre è stato presidente) e da tempo fa parte del giro e segue sia la prima squadra che le giovanili. Al momento insomma i nomi sul tappeto per la presidenza sono 4. Amedei Fei parte con qualche metro di vantaggio, ma anche con la “macchia” della fresca retrocessione, che secondo alcuni è arrivata non solo per la sconfitta con la Sestese (e il pessimo arbitraggio), ma anche per non essere riusciti, come società, a evitare i play out, magari acquistando un giocatore di peso al posto dell’acciaccato Pallanti, oppure cercando di avere una maggiore considerazione in Federazione.

Non solo:  nel finale di campionato è sembrato che ogni squadra giocasse alla morte contro il Chiusi, anche le altre della Valdichiana (Sinalunghese, Foiano e Sansovino, queste ultime due già retrocesse), quando invece in altre aree geografiche, vedi l’area fiorentina, le varie formazioni si sono date una mano tra loro… Al di là dell’odore di “biscotti” che si è sentito chiaramente al termine di alcune partite, si è avvertita proprio una differenza di atteggiamento, di approccio. Di rapporti.

Il torneo giovanile in corso fino al 10 giugno a Chiusi, con 27 società presenti, può aiutare a rafforzare la rete di rapporti. E paradossalmente, ma neanche tanto, la retrocessione e il terremoto delle dimissioni collettive possono rappresentare una sorta di catarsi, un bagno di umiltà, per scozzare le carte, pulire il tavolo da incrostazioni e incomprensioni e ripartire con rinnovato entusiasmo. Non tutti i mali vengono per nuocere, dice il proverbio. E chissà che il proverbio non valga per il Chiusi. Che la prossima stagione la giocherà in Promozione (P maiuscola). Con un solo obiettivo: la promozione (p minuscola).

Ovvio che in discussione non c’è solo l’assetto societario, ma anche lo staff tecnico, a partire dall’allenatore, la direzione generale e buona parte della rosa giocatori. Finché non si saprà chi sarà il nuovo presidente e il nuovo allenatore, difficile però parlare di mercato.

m.l.

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