Donne vittime di violenza. Apre un Punto di ascolto a Città della Pieve
Città della Pieve attiva un Punto di ascolto a sostegno delle donne vittime di violenza. Riflessioni su un numero ancora troppo esiguo di donne che denunciano
Violenza contro le donne e Femminicidio sono un tema largamente dibattuto. Eppure, alcune interpretazioni sul perché molte donne vittime di violenza siano reticenti a esporre denuncia, lasciano perplessi.
Nella sede di Palazzo della Corgna, il 27 novembre 2016, è stato inaugurato un Punto di ascolto per donne vittime di violenza che opererà in via sperimentale a Città della Pieve. Un’iniziativa importante che apre la strada ad alcune considerazioni sul numero ancora esiguo di donne che sporgono denuncia. Convince poco, tra queste,l’affermazione di un rappresentante delle forze dell’ordine: “le donne tendono a giustificare la violenza”, e il consiglio: “al primo schiaffo bisogna denunciare”.
Dunque è così. Le donne non denunciano l’orrore che vivono quotidianamente perché scambiano il possesso per amore, i pestaggi per protezione, il terrore che le accompagna in ogni gesto e azione per una nevrosi ingiustificata, la vergogna e l’umiliazione per dovuta devozione, la paura che l’amato ammazzi loro e i figli per il normale corso di una relazione imperfetta ma gratificante che tutto sommato c’è di peggio.
In barba alle dinamiche che si instaurano tra carnefice e vittima, dove il primo impone alla seconda un regime di paura, questa analisi suona un po’superficiale. Cozza, peraltro, con il triste destino di tutte le donne che hanno denunciato ancora prima dello schiaffo e sono morte ammazzate ugualmente. Perché il problema è altrove. Nelle nuove norme della legge contro il Femminicidio, approvate nel 2013: “è stato introdotto l’arresto in flagranza obbligatorio per i reati di maltrattamenti in famiglia e stalking. La polizia giudiziaria potrà, su autorizzazione del pm, disporre l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare e il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Gli aggressori allontanati dalla casa familiare potranno essere controllati attraverso un braccialetto elettronico e dispositivi simili, e in caso di stalking potranno essere disposte anche le intercettazioni telefoniche.”
Nella vita reale, a denuncia avvenuta, quante di queste norme vengono applicate? E quali sono i tempi? Si concorderà che se una donna denuncia, la tutela dell’incolumità sua e dei figli debba scattare di immediato. Ma prima che la polizia ottenga l’autorizzazione di allontanamento dal PM e, se è il caso, disponga l’attivazione del braccialetto elettronico, per quella donna, che dopo la denuncia è tornata a casa, a meno che non si sia organizzata diversamente, potrebbe essere troppo tardi. Su carta, la lungaggine burocratica è un dettaglio, nella vita può essere cruciale.
Sorvolando sul braccialetto elettronico che, evidentemente, non era indossato da parecchi dei colpevoli di Femminicidio, e sull’allontanamento del carnefice che non è chiaro dove andrebbe, l’altro dato da valutare è la flagranza. Fino a quando il denunciato non avvicina la propria vittima, le forze dell’ordine non possono intervenire. Non si può agire sulla presunta intenzione. Peccato che, in alcuni casi, la flagranza sia fatale.
Dati che dimostrano, chiacchiere e dibattimenti a parte, che non siamo in grado di garantire immediata protezione alle donne vittime di violenza che escono allo scoperto. Mancano strutture e risorse che permettano di rompere il silenzio senza rischiare la vita.
Tra gli intenti del Punto di ascolto di Città della Pieve é previsto l’ orientamento alla ricerca delle risorse formali ed informali del territorio quale supporto e sostegno all’avvio di percorsi di prossimità per una prima immediata gestione emergenziale del problema. Non proprio comprensibile nella forma linguistica ma si spera di attuazione più chiara e concreta nella realtà.
Per informazioni Punto d’Ascolto Città della Pieve: 0578291244 o 3457107440
Email: larosapda@gmail.com
Avviso di manifestazione di interesse
Elda Cannarsa
donne vittime di violenza, femminicidio, violenza contro le donne