Unione dei Comuni del Trasimeno: definire gli obiettivi di un progetto non basta
L’Unione Comuni del Trasimeno è un realtà istituzionale con risorse culturali evidenti. Come sfruttarle e in quale direzione è un progetto ancora lontano.
Sabato 10 Dicembre scorso nel teatro degli Avvaloranti di Città della Pieve i rappresentanti istituzionali della neonata Città del Trasimeno, con gradita partecipazione di alcuni, pochi, quasi nessun cittadino, hanno discusso l’iniziativa “Patrimoni Culturali per il futuro del Trasimeno”.
Presenti in sala i sindaci degli otto Comuni (Città della Pieve, Panicale, Paciano, Castiglione del Lago, Passignano,e Tuoro, Piegaro e Magione), la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, il direttore della scuola di specializzazione in Beni Demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia, Giovanni Pizza, la presidente della commissione Cultura e Istruzione al Parlamento Europeo onorevole Silvia Costa e Brunello Cucinelli, testimonial dell’Unione.
A turno, sindaci e assessori hanno evidenziato le aree di intervento individuate nei propri Comuni in merito agli obiettivi che l’Unione si propone di realizzare: valorizzazione del territorio e della cultura, tutela del paesaggio, sviluppo della piccola e media impresa, sviluppo del turismo.
Dalla carrellata sono emerse alcune volontà comuni: una politica urbanistica che non sfregi l’ambiente; l’adozione di un piano del colore uniforme e distintivo della Città del Trasimeno; lo sviluppo del turismo come risorsa economica; il miglioramento della rete dei trasporti che sarebbe anche ora perché quella esistente non solo è risicata ma patisce pure le alternanze funzionali di giorni feriali e festivi.
Poi varie idee, alcune più ambiziose di altre come la candidatura per diventare sito patrimonio dell’Unesco lanciata dal sindaco di Castiglione del Lago, Sergio Batino. La Città del Trasimeno non è ancora una realtà di fatto ma già si pensa in grande.
Dunque sì, in verità di progetti con obiettivi simili, negli ultimi anni, ne sono sfilati parecchi. Gli accoppiamenti linguistici con i termini di “sviluppo” e “rivalutazione” – del territorio, economico, culturale, del turismo- sono volate, copiose e invitanti, da un progetto all’altro. Tuttavia, sono rimasti soggetti linguistici in cerca di realizzazione pratica. Molto fumo e poco arrosto, pe’ capisse.
La sensazione è che ai vari “progetti” manchi…un progetto. Un esempio? Si parla di sviluppo del turismo. Assai se ne parla ma non si sa che tipo di turismo si vorrebbe attirare: di massa, di lusso, di nicchia; straniero, nazionale, europeo, oltre-oceanico. L’individuazione di un target definisce competenze, strutture e risorse necessarie, permette di realizzare un preventivo e di stimare i tempi di attuazione a breve e largo raggio. Permette, insomma, di lavorare concretamente.
Lo ha capito bene il sindaco di Paciano Riccardo Bardelli che nella sua esposizione ha reso nota la scelta di un turismo di nicchia, nello specifico il Turismo Verde, amante delle attività all’aperto come trekking, equitazione, biking. Di qui la richiesta di Bardelli di strutture preposte allo scopo: percorsi, maneggi, strutture ricettive all’altezza , ma anche promozione unitaria dei prodotti tipici dell’area: vino, olio e fagiolina, e la possibilità di migliorare la qualità di sagre ed eventi che, afferma il sindaco Bardelli, sono molto apprezzati ma“scontano le difficoltà della fase economica in cui viviamo”.
Lo sa molto bene Brunello Cucinelli che ha sottolineato il problema degli insetti che infestano il lago, un deterrente per l’affluenza turistica. Può essere un bel Trasimeno con tanto potenziale, ma una cena a base di persico e moscerini non è glamour. Pragmatico, Cucinelli ha proposto una ricerca universitaria per analizzare flora e fauna del lago e individuare,se possibile, una soluzione. E “se non c’è pazienza. Ce li terremo” ha concluso.
Certo, si obietterà che: ecco, il solito scetticismo. L’Unione è ancora in embrione, i 15 milioni stanziati dalla Regione Umbria ancora non ci sono e, dice la presidente Catiuscia Marini, non sono neanche tanti. Insomma, un po’ di pazienza… si stanno ancora presentando e valutando idee, diamo tempo al tempo….
Eh carini, il fatto è che tutto questo tempo non c’è più, e la pazienza è ai minimi termini. Abbiamo esaurito anche i Time Out. L’Umbria è bella che più bella non ce n’è ma l’Istat ci fa sapere che il rischio di povertà della regione è aumentato. “Scontiamo una debolezza della struttura produttiva e una scarsa capacità innovativa”, afferma Mario Bravi, segretario di Cgil Umbria.
Senza scomodare l’Istat, a Città della Pieve, tre attività commerciali sono in via di chiusura. “Maledetti Toscani”, aperto poco tempo fa in Corso Vannucci, ha già chiuso i battenti. Si vocifera che altre attività, fresche di apertura, stiano andando nella stessa direzione.
Facciamoli i progetti. Ma definiamo il Cosa, il Come e il Dove vogliamo andare con precisione.
Elda Cannarsa
Trasimeno, turismo, Unione dei Comuni del Trasimeno
Appena di qua dal fosso (come si suol dire), sul versante toscano l’idea della “Città Valdichiana” fu lanciata nel 1980… e ancora siamo a caro babbo, la città non è mai nata, ogni comune ha continuato a marciare, chi più chi meno, per conto proprio. E i risultati non sono stati granché… Questo per dire che non basta affermare che i comuni stanno pensando alla “Città del Trasimeno”, se poi le idee, i progetti e i soldi non ci sono o sono sempre i soliti…
…dal finale dell’omonima barzelletta e chiedo venia se apparisse volgare,ma quando ce vo’ ce vo’ : ” i culi ci sarebbero, sono i soldi che mancano…” E allora di che si ragiona?….
Carlo, di soldi ne sono arrivati parecchi e in buona parte sono anche stati spesi “ad minchiam” come diceva il professor Scoglio (che sembrava un filosofo, ma era un allenatore di calcio, più che altro di squadre di seconda fascia)…
Appunto, se anche i soldi arrivati sono stati spesi male ciò vuol dire che i soldi non ci sono.Ma quasi sempre è la gente che li elegge chi spende male e chi non fa gli interessi della gente .Ed il cerchio si chiude.La vuoi meglio di questa ? Sbaglio od è proprio quella gente eletta che guida i piccoli paesi ma anche quelli un po’ più grandi che sbava, progetta, chiama ed applaude l’elargitore di turno perchè crede che questi faccia l’interesse della gente. Guarda che strano su come siano cambiati i tempi…il pubblico che cerca il privato perchè non ha sostanze per provvedere ai suoi programmi di sviluppo.Tutti i vassalli alla corte di Re Artù.E lo chiamano progresso….e spesso se ne vantano anche.Ma se ne vantano perchè è la gente che è rincoglionita e che non fa nulla per rimuoverli non chiedendo loro mai il conto.Sono sempre quegli imbonitori che dicevi nell’altro Post su Scaramelli che non farà prigionieri.Sono quelli che continuano a vendere pentole casa per casa, i cittadini sentono il campanello suonare, aprono la porta e comprano la pentola.Con chi la vuoi prendere con gli imbonitori o con la gente? Io la prenderei con la gente.E’ quella che si merita il governo che ha.Ed anche le ultime fotocopie di quello attuale installato ieri.
ti rispondo come già altre volte: Siccome la gente non si può abolire e sembra difficile anche farla “cambiare”… ci toccherà tenerci anche gli imbonitori per un bel pezzo. Quanto al “re Artù” di turno c’è stato anche un precedente… https://www.primapaginachiusi.it/2016/01/trasimeno-cucinelli-chiama-sindaci-corrono-la-ricetta-del-del-kashmere-salvare-il-territorio/
Io da codesto discorso dissento profondamente ! Come sarebbe a dire ”la gente non si può abolire ed è difficile farla cambiare? Questo è un discorso rinunciatario che comunque alla fine sfocia sul mare del ”teniamoci il meno peggio” e l’abbiamo visto quale sia il meno peggio…. Fin’ora siamo andati avanti così.Non mi dirai di no ed ancora per il futuro fino a quando non si cambiarà davvero verso ci saranno gli imbonitori a cui anche tu fai riferimento come lo faccio io. Allora quale riflessione propongo? I fatti veri nella storia sono cambiati quando la gente a maggioranza ha preso coscenza del problema e si è ribellata,anche in maniera disordinata. TUTTO IL RESTO SONO FACCENDE E FACCENDUOLE LEGATE E PROPOSITIVE DEL CONTENERE, MANTENERE, apparire progressisti per essere fedeli allo status quo.E’ la gente,- come è avvenuto nel voto referendario del 4 Dicembre che quando non ne può più si conta e riesce a spuntarla- salvo poi come si vede che gli si riproponga lo stesso sistema. A forza di riproporlo però la pentola esplode e la gente scende in piazza e chiede di essere ascoltata,quando andrà a votare si ricorderà di quanta vasellina gli hanno spalmato dietro e voterà secondo coscenza. E’ quella la gente che non bisogna abolire, il resto di tutta quella schiera, gente ”normale e compreso quelle classi sociali che da tale situazione ne hanno tratto il nutrimento, sono quelli da abolire. Ma se non lo fà la gente che è stata sacrificata, è la gente stessa che se li ritrova un secondo dopo a comandare.Sempre gli stessi sotto altre vesti.Quindi lo sò benissimo che non è la prima volta che attorno ai mecenate di turno s’inneggi ”al finalmente era ora” ma ricordati che è come il principio di Lavoisier : ”nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma”…e sotto tale egida i trasformisti mettono in campo tutte le forze per reggere la baracca.Basterebbe che una sinistra-se esistesse degna di questo nome- facesse loro gettare la maschera.Ecco perchè penso che il PD abbia fatto nel suo escursus più danni del berlusconismo contro cui si scagliava.Dalle nostre parti si diceva che quando le ”uova nascevano bogliole” non erano commestibili.Ho sempre un disegno murale fotografato a Napoli verso la fine del 2010-2011 in cui era raffigurato uno di quei dolci speciali che i napoletani chiamano ”babà” e che adesso si trovano comunemente anche nelle nostre pasticcerie. Sotto c’era scritta una frase proverbiale:” è inutile aggiungere o’ rhum, n’u stru… nun addiventa mai nu babà”. Napoli da questo punto di vista è fantastica,e come si vede anche oggi ha prodotto un sindaco diverso da tutti quelli che l’hanno preceduto.alla fine per far cambiare la gente basta che questa respiri un vento di onestà non solo morale ed intellettuale ma anche che possa porre davanti ai propri occhi la scelta di un mondo diverso.A tal proposito non senti quanti ancora dicono che i 5 stelle non sono affidabili per governare? da Salvini, a Forza Italia, ai nuovi democristiani del PD, ai rami rinseccoliti delle protuberanze politiche del vaticano,che dicono se fallisce il nostro disegno si regala l’Italia a Grillo.Hanno fatto di tutto perchè non governi e faranno di tutto.Fin’ora bene non gli è andata perchè tutti hanno concorso ad alimentarlo. Dovrebbero capirlo che è così,ed invece insistono col solito ritornello ed hanno la faccia tosta di dirti che la modernità e la moderazione sono loro.Fin’ora hanno fatto come la volpe e l’uva,chissà per il domani se contano di ripristinare il 40% alle politiche.Forse con l’aiuto del cavaliere ci riescono e se ci riescono vuol dire che sono uguali e l’uno abbisogna dell’altro.l’italia un paese di sinistra? Ma per carità…..l’italia è un paese ancor oggi dove piangono le Madonne, quelle stesse che piangono in Spagna ed in Grecia, ma mai in Danimarca, Francia, Inghilterra, Svezia e Norvegia.Non l’ho mai sentito.Che c’entra? Secondo me c’entra eccome …… e quel partito è quello lì, anche per certi aspetti, quando si chiamava PCI, 30 anni fà, al quale secondo me occorrerebbe nonostante tutto fare tanto di cappello.
Ma l’involuzione che è avvenuta è tanta, e quella classe dirigente è al servzio di intenti precisi.Quelli che agiscono sull’uovo quando non è commestibile e che si chiama dalle nostre parti appunto ”bogliolo”.
Ma di contrappeso c’è anche chi approfitta che sia ”bogliolo”.Serve così.