CENERI DI FABRO, IL MINISTRO DEL’AMBIENTE AVVIA LA VERIFICA… I 5 STELLE ESULTANO

giovedì 10th, novembre 2016 / 12:25
CENERI DI FABRO, IL MINISTRO DEL’AMBIENTE AVVIA LA VERIFICA…  I 5 STELLE ESULTANO
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FABRO – “Il Ministero dell’Ambiente ha aperto un’istruttoria per verificare il deposito nella zona di Fabro Scalo di ingenti quantitativi di rifiuti costituiti da ceneri leggere. Saranno necessari tempi tecnici ma l’iter è finalmente avviato”.  La notizia l’hanno data ieri i deputati 5 Stelle Filippo Gallinella e Tiziana Ciprini, soddisfatti per la risposta ottenuta dal ministro Galletti alla loro interrogazione parlamentare sulla questione.

“Il Ministero – sottolineano Gallinella e Ciprini – ha già provveduto ad interessare l’Amministrazione regionale, il Comune di Fabro e l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dell’Umbria. Sulla base degli esiti dell’istruttoria verrà stabilita l’opportunità di verificare anche lo stato di una eventuale contaminazione ambientale legata a tali depositi”.

La vicenda è quella molto discussa all’epoca e tornata recentemente alla ribalta, delle famigerate “ceneri” proveniente dalla centrale Enel di La Spezia e che tra il 1986 e il 1990 furono scaricate a migliaia di tonnellate nella zona di Fabro Scalo(laddove sorge l’area produttiva Borgo Sole), in Valnestore (Tavernelle) e nel comune di Città della Pieve.

L’argomento, come più volte ricordato, fu trattato ampiamente dalla stampa locale e in particolare prima da L’Agorà e poi da Primapagina, da vari comitati ambientalisti e anche allora finì sui banchi del Parlamento per iniziativa dei deputati Edo Ronchi e Gianni Tamino dei Verdi, sollecitati dagli ambientalisti locali. Era la fine del 1986.

La questione-ceneri fu uno dei motivi della rottura avvenuta nei primi anni ’90, all’interno del Pds fabrese che finì all’opposizione, dopo un “ribaltone” operato dal vicesindaco Fucili, che poi passò al Psi, partito del “sindaco delle ceneri” Fortinelli e anche del titolare della ditta che realizzò la zona industriale (Francesco Tamburella).

Si parlò, all’epoca, di possibili interramenti di rifiuti diversi, in mezzo alle ceneri. Di possibili contaminazioni delle falde acquifere e dei corsi d’acqua, sia a Fabro che in Valnestore, ma anche di possibili conseguenze dovute allo “spolvero” delle ceneri durante il trasporto e la posa in opera come rilevato stradale.  La zona industriale di Fabro fu “rialzata” proprio con le ceneri di oltre 2 metri rispetto all’originario piano di campagna. Il solo Comune di Fabro ottenne da Enel circa 45 miliardi di vecchie lire, per aver concesso la possibilità di smaltire le ceneri… Enel pagava a peso d’oro lo smaltimento. E l’esplosione di tangentopoli fece poi capire come quel fiume di denaro finisse in buona parte anche nelle casse dei partiti. In particolare di un partito: il Psi, che gestiva direttamente le operazioni…

Ora il Ministero dell’Ambiente ha deciso, dopo l’iniziativa dei 5 stelle, di riaprire il fascicolo. “Attendiamo fiduciosi – concludono Gallinella e Ciprini – l’esito dell’accertamento avviato dal Ministero che addirittura non esclude di estendere l’indagine a tutte le regioni italiane e rendere pubblici i risultati ottenuti ai sensi della vigente normativa sull’accesso civico agli atti delle pubbliche amministrazioni. Si tratterebbe di un’azione di trasparenza non solo auspicata ma anche necessaria”.

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