22 NOVEMBRE ’63: 50 ANNI FA L’ASSASSINIO DI KENNEDY

venerdì 22nd, novembre 2013 / 12:33
22 NOVEMBRE ’63: 50 ANNI FA L’ASSASSINIO DI KENNEDY
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Ho un ricordo vago, sbiadito del 22 novembre di 50 anni fa. Ero u ragazzino, facevo la seconda elementare il 22 novembre del ’63. Ricordo però che tutti parlavano di una cosa che era successa in America. Una cosa lontana, che, per come tutti ne parlavano, mi sembrò che fosse successa praticamente nella piazza del paese o nel cortile delle nostre case popolari. Quel giorno a Dallas, avevano assassinato il presidente degli Stati Uniti. “Hanno ammazzato Kennedy” . Tutti dicevano “hanno ammazzato Kennedy”.

Ora, noi ragazzini di 6-7 anni non sapevamo neanche chi poteva essere quel Kennedy, né cosa volesse dire “presidente degli Stati Uniti”. Era una percezione vaga, appunto. Però tutti noi ragazzini, quella mattina (forse era il giorno dopo) capimmo che doveva trattarsi di un personaggio molto importante e molto amato, perché qualcuno piangeva, anche se era una cosa molto lontana… Non si piange se non si prova un dolore vero. La mattina del giorno dopo l’uccisione di Kennedy anche la nostra scuola restò chiusa. O chiuse prima. Fu la prima volta che vidi una bandiera a mezz’asta… kennedy e jaqueline

Avevano sparato ad un sogno, quel giorno di 50 anni fa, a Dallas. Nonostante fosse figlio di un personaggi controverso, amico dei mafiosi, che fosse stato eletto con i voti (e il sostegno neanche troppo velato) della mafia, alla fine del ’60, nonostante fosse stato lui a iniziare praticamente la guerra del Viet Nam, John Fitzgerald Kennedy era il presidente della “nuova frontiera”, il presidente del dialogo con l’Urss, e dell’integrazione razziale all’interno del Paese… Kennedy, che era succeduto alla guida degli States, ad Eisenhower che era stato un generale, rappresentava  insieme a Cruscev e Papa Giovanni XXIII  nell’immaginario collettivo, la fine vera della guerra e una speranza di pace duratura… Anche sul Viet Nam, già nel ’63, prima di essere ucciso, Kennedy aveva cominciato ad assumere iniziative che andavano verso un ritiro delle truppe e dei consiglieri militari… Il suo successore Lyndon Johnson, nominato presidente (era il il vice) subito dopo la morte di Jfk, fece invece il contrario e dando il via all’escalation militare nel sud est asiatico…

A sparare fu, secondo la storia, Lee Harvey Oswald, che fu ucciso a sua volta due giorni dopo da Jack Ruby, proprietario di un locale notturno e noto alla polizia per i suoi rapporti con la mafia… Cinquant’anni non sono stati sufficienti a chiarire se l’omicidio di Jfk sia stato solo il gesto isolato di un esaltato, o il tragico epilogo di una cospirazione, di un complotto conservatore.

In ogni caso, la morte di Kennedy, raccontata quasi in diretta nell’edizione straordinaria del telegiornale da Ruggero Orlando, che si trovò improvvisamente in mezzo alle auto ferme, alla concitazione che seguì gli spari a Dallas, cambiò di colpo non solo il quadro politico del mondo, ma anche il modo di dare le notizie. Forse solo con l’attacco alle Torri Gemelle del 2001 si è ripetuta una cosa del genere… Ma nel ’63 non c’era ancora la tv globalizzata, non c’era internet, non c’erano i telefonini. E noi quasi sessantenni di oggi, eravamo ragazzini delle elementari con il grembiule nero e un fiocco al collo…

M.L.

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