LINA SASTRI A CITTA’ DELLA PIEVE
APPUNTAMENTO GIOVEDI 12 ALLE ORE 18 A PALAZZO DELLA CORGNA: L’ATTRICE NAPOLETANA RECITA IL CANTICO DEI CANTICI.
CITTA’ DELLA PIEVE – Giovedì 12 settembre, alle ore 18.00, la bella Sala Grande di Palazzo della Corgna ospiterà la brava Lina Sastri e cinque importanti musicisti italiani.
Lo spettacolo, che così pensato è in prima assoluta, vede in primo piano una lettura molto particolare del Cantico dei Cantici, sulle note di pezzi classici (Gluck, Mozart, Mendelssohn) riadattati per sancire un perfetto matrimonio tra testo e musica.
L’interpretazione del testo esalta il lato più puro dell’esperienza umana, l’amore incorrotto e genuino tra uomo e donna, prima del peccato originale. Quell’amore che, quando riesce a recuperare l’originaria relazione con il Creatore, ha una forza superiore a quella della morte e libera l’essere umano dalla sua paura.
I musicisti, Roberto Fabbriciani (flauto), Fabio Battistelli (clarinetto), Augusto Vismara (violino) Riviera Lazeri (violoncello), Simone Nocchi (pianoforte) provengono dal mondo della musica classica e vantano collaborazioni di altissimo livello con artisti come Ronconi, Elio, Ludovico Einaudi.
Lo spettacolo dura 60 minuti e alterna la lettura a parti puramente musicali.
L’ingresso è gratuito e seguirà una degustazione di prodotti tipici umbri.
Elda Cannarsa
Tra i musicisti che accompagneranno il recital di Lina Sastri, ci sarà anche Roberto Fabbriciani, grande flautista. Negli anni ’80 tenne a Chiusi, per qualche stagione, un festival Internazionale di flauto. Il festival più importante che sia mai stato fatto nella cittadina etrusca.
Infatti, è da non perdere…
Molto bello il recital di Lina Sastri, e anche l’accmpagnamento musicale. Suggestiva anche la cornice. Il salone di palazzo della Corgna. Peccato che molta gente sia rimasta fuori e che, forse anche per la calca, l’acustica (della voce, almeno) non fosse all’altezza. Qualche parola si è sicuramente persa volando tra gli affreschi… L’iniziativa resta comunque degna di nota, una di quelle per cui il termine “culturale” non è forzato o speso male.