CITTA’ DELLA PIEVE, VINCE ANCORA RISINI. MA NEL RESTO DEL TRASIMENO E’ UNA VALANGA PD. BURICO OK AL PRIMO TURNO
In Umbria mentre si profila un testa a testa all’ultimo voto tra Vittoria Ferdinandi e Margherita Scoccia per il comune di Perugia, nei comuni come è andata? Ecco la sintesi per quanto riguarda i paesi della zona Trasimeno-Valnestore:
a Castiglione del Lago, unico paese sopra i 15 mila abitanti e quindi anche l’unico a votare con il sistama a doppio turno, Matteo Burico, siindaco uscente del centro sinistra il dente se lo è tolto subito: vittoria al primo turno nettissima, con 4.886 voti e il 61,3%, quota molto alta che fa tornare in mente le maggioranze bulgare del Pci. Praticamente “doppiato” lo sfidante del centro destra Filipppo Vecchi attestato sui 2.466 voti e il 30,9%. Il terzo incomodo Paolo Brancaleoni si ferma a 618 voti pari al 7,75. Dieci consilieri alla maggioranza di Burico, 4 consiglieri di minoranza alla lista Vecchi, 1 a Brancaleoni (lui). Castiglione del Lago resta saldamente in mano al Pd e ai suoi alleati. Abbastanza alta la percentuale dei votanti: 68,5%.
A Città della Pieve niente da fare per Marco Cannoni del centro sinistra che che l’ha messa tutta per riconquistare il Comune perso nel 2019, ma non ce l’ha fatta. La vittoria è andata ancora a Fausto Risini, lista civica liberamente appoggiata dal centrodestra: 1.880 voti pari al 46,28%. Cannoni si è fermato a 1.571, pari al 38,7% e Lucia Fatichenti a 611 voti e 15,04%. Risini resta dunque in sella. Al centro sinistra vanno tre consiglieri, Lucia Fatichentientra da sola in Consiglio. Ha votato il 67,7%, Schede bianche e nulle 163. Dato ininfluente. Nella città del Perugino il vento non è cambiato. Se Fatichenti e Cannoni avessero unito le forze avrebbero vinto, forse, ma in politica la somma non fa mai il totale. Il risultato, anche se Cannoni ha mostrato una certa verve e ha ricreato un certo entusiasmo, era nell’aria. E non sorprende. Città della Pieve è “papalina” nel midollo e i cambiamenti li fa, quando li fa molto piano. Non a caso i fratelli Taviani la scelsero per ambientarvi un loro film sulle rivoluzioni fallite e improbabili. Ma forse i pievesi non hanno giudicato male i 5 anni di Risini, ma hanno continuato a giudicare maluccio (se non malissimo) il modus operandi del Pd e del centro sinistra, un centrosinistra che alla fine si è presentato con un monocolore Pd più i renziani.
A Panicale ha vinto il sindaco uscente Giulio Cherubini, appoggiato da Pd e centro sinistra (quelli ufficiali), con 976 voti e il 33,55%. Poco più di un elettore su tre. Ma quella di Cherubini è stata quasi un’impresa: 1) perché ha preso più voti di quanti ne abba presi il Pd alle Europee (948, 33,2%); 2) perché tra i suoi competitors due pescavano nella medesima area ed erano appoggiati entrambi da frange del Pd. Daniele Torroni ha sfiorato il colpaccio con 897 voti e il 30,8%, Ida Calzini che alla vgilia sembrava molto accreditata si è fermata a 688 voti e al 23,6%. Clamorosa la debacle della destra rappresentata da Virginia Marchesini che è arrivata quarta con 348 voti e solo l’11%, quando nella stessa giornata, alle Europee le tre forze di centro destra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno ottenuto il 41,4% con 1.189 voti. 841 voti spariti dentro la cabina elettorale. Alle comunali gli elettori di Meloni, Salvini e Tajani hanno votato per gli altri, non per Virginia Marchesini. Questo è un dato di fatto. Come sia potuto accadere e perché lo appureranno i partiti interessati. In politiche non c’è l’ufficio inchieste come nel calcio e certe cose succedono un po’ ovunque…
Quella di Panicale era la situazione più a rischio per l Pd, nel Trasimeno-Valnestore. In un modo o nell’altro Cherubini se l’è cavata. Certo, adesso la resa dei conti nei vari schieramenti sarà complicata e potrebbe non essere indolore, per nessuno.
Partita facile e senza patemi per Roberto Ferricelli, sindaco uscente e rieletto per il centro sinistra a Piegaro. Ferricelli ha ottenuto 1.186 voti, pari al 66,78%. Altro caso di percentuale tipo vecchio Pci. Lo sfidamnte del centro destra Roberto Pinzo non è andato olre i 345 consensi ovvero 19,43%. Distanza abissale. Per Luca Sargentini del M5S 245 voti e 13,8%. Due seggi ciascuno per M5S e Centro destra.
Plebiscito per il candidato del centro sinistra Massimo Lagetti a Magione: 4.737 voti e 68,02%. Il centro destra con Giacomo Sottili si ferma a 1,678 voti pari al 24,7%, mentre la lista civica di Elia Francesco Fiorini si attesta sui 549 voti e il 7,8%.
Vince 7-0 il candidato del centro sinistra Luca Dini a Paciano contro Domenico Lucarelli del centro destra: 461 voti pari all’88,3% contro 61 voti pari all’11,7%. Se fosse una partita a carte qualcuno parlerebbe di “cappotto”…
Si conferma invece la sindaca di centro destra Maria Elena Minciaroni (1,092 voti, 56,2%) a Tuoro sul Trasimeno. Lo sfidante Valentino Mori non va oltre gli 854 voti e il 43,8%.
Città della Pieve e Tuoro dunque restano “avulse” da un panorama lacustre a forti tinte Pd, e in entrambi i casi il risultato non è una sorpresa. Ma nel resto dei comuni il centro destra è stato sbaragliato, annichilito, in alcuni casi umiliato da risultati tennistici. Che il centro sinistra abbia cominciato ad ispirarsi a Sinner? A pensarci bene il ragazzo è pure rosso (di capelli).
m.l.
Sarebbe interessante confrontare, specialmente nei comuni in cui il successo del centro sinistra è stato largo, l’ andamento del voto con quello per le europee, può essere che di “partite da ufficio indagini” ce ne siano più di una. Ma in realtà la spiegazione è assai semplice : nei comuni in cui il centrodestra non ha uno storico radicamento territoriale, specialmente in quelli piccoli, fa fatica a trovare nomi credibili e spendibili.
In generale poi, in seguito alle ripetute batoste subite dal centrosinistra dalle politiche in poi, c’è stato un certo rilassamento, uno dei cui esempi più esplicativi è il caso di Perugia, in cui si sono fatti portare al ballottaggio da un avversario fino a pochi mesi fa morto, inesistente, in una tornata in cui dovevano vincere con 20 punti di vantaggio.
Il dato di Panicale fa riflettere. A mio avviso nei comuni succede il contrario di quanto normalmente succede con i governi nazionali, in questo la Meloni è stata un’eccezione. Per i governi, costretti da limitate risorse economiche a politiche di risparmio, generalmente chi è maggioranza paga i sacrifici a cui costringe i cittadini. Nei comuni, negli ultimi decenni, si amministra quasi sempre in funzione del consenso, e le poche o tante risorse vengono utilizzate in modo da “tener buoni” i grandi elettori come associazioni di vario tipo, serbatoi di voti buoni per la volta successiva, si spiega così la difficoltà di chi si oppone a sovvertire maggioranze ormai incollate da decenni alle stanze dei bottoni. In tanti anni, in effetti, le eccezioni si contano sulle dita di una mano: Pienza, per esempio, che dopo la vittoria della lista “La Piazza” che mandò all’opposizione il PD, continua a vincere. In questa tornata la maggioranza è cambiata solo a Chianciano ma lì era scontato data la presenza di due liste che era chiaro si sarebbero tolte i voti a vicenda.
Sì, Luca, però anche a Città della Pieve c’erano due liste che pescavano in buona parte nello stesso serbatoio, con Lucia Fatichenti che ha tolto più voti a Risini che al Pd, ma il Pd non ha vinto lo stesso, mentre altrove, sia sul versante umbro che su quello senese ha risultati stile vecchio Pci con percentuali sopra al 60% e in qualche caso anche sopra il 70 e l’80% vedi Torrita, Cetona, Paciano… E’ vero che alla comunali ci sono coalizioni, spesso larghe, che pesano dinamiche locali diverse dalle elezioni politiche o europee (e infatti dove si è votato solo per l’Europa (Chiusi e Sarteano)il Pd ha tenuto, ma non ha fatto sfracelli), ma certi risultati compresi quelli di paesi più grand come C.Lago, Magione o Sinalunga non si vedevano, in tali proporzioni da parecchi anni. La destra di governo dovrà riflettere sul perché nei territori rimedia dei “cappotti” di questo genere… Il fatto che si tatti di zone tradizionalmente “rosse” significa poco, perché il muro è crollato da un pezzo e molti comuni la destra li aveva conquistati.
Condivido, e quello che dici conferma la mia ipotesi, tranne rare eccezioni chi amministra i comuni rimane solidamente maggioranza, magari in qualche caso anche perché amministra bene, ma più spesso perché facilitato dall’avere le leve del comando nel rapporto con il paese.
ad ulteriore comnferma: https://www.primapaginachiusi.it/2024/06/lo-strano-caso-panicale-cherubini-sindaco-di-minoranza-due-terzi-del-paese-gli-ha-votato-contro/
A Panicale il PCI e le sue evoluzioni vinceva con il 75% dei consensi e gli avversari erano piuttosto radicati . I competitori erano DC e PSI. A Castiglione del Lago, così come a Città della Pieve, Magione erano diverse liste a competere, i sindaci sono stati eletti con percentuali che vanno dal 60% al 68%.