L’Assedio non tradisce: il matinèe per gli studenti del Calvino e un “servizione” su Siena Post

giovedì 09th, maggio 2024 / 12:54
L’Assedio non tradisce: il matinèe per gli studenti del Calvino e un “servizione” su Siena Post
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CITTA’ DELLA PIEVE – Dicono le statistiche (ma lo dicono anche i professori) che i ragazzi dai 14 ai 20 anni abbiano una soglia di attenzione piuttosto bassa. Che anche a scuola riescono a rimanere concentrati e attenti per 10-15 minuti al massimo, poi pian piano si distraggono… raramente riescono a rimanere sul pezzo per più di 4o minuti. Pare che molto dipenda dall’uso compulsivo dei social che sta modificando anche i comportamenti e dall’idea che se una cosa richiede più di 15 minuti di attenzione è una cosa vecchia o da vecchi…  Ecco, sabato scorso al teatro Avvaloranti di Città della Pieve abbiamo avuto una clamorosa smentita di tutto ciò. C’era il matinée per gli studenti delle classi quarte dell’Istituto Superiore Italo Calvino, dello spettacolo “Tradire! La notte prima dell’assedio” prodotto da Primapagina, con Alessandro Lanzani come attore-mattatore e i Dudes a tenergli bordone con le loro schitarrate. Ebbene per un’ora e mezza abbondante (siamo andati un po’ lunghi per qualche problemino tecnico ben mitigato dai musici e di cui nessuno si è accorto) in platea e sui palchi del teatro non è volata una mosca. I circa 7o alunni del Calvino hanno mostrato un’attenzione superiore alle più rosee previsioni. Senza mostrare nel contempo segni di noia o di “astrazione”…  Hanno seguito lo spettacolo dall’inizio alla fine in religioso silenzio. Tutti. Qualcuno aveva il cellulare acceso, vero. Ma si è scoperto alla fine che stavano registrando ciò che avveniva sul palco. Questo non significa che lo spettacolo sia piaciuto a tutti e che tutti i ragazzi e le ragazze presenti lo racconteranno come una esperienza indimenticabile. Però già constatarne l’attenzione oltre la “soglia standard” indicata dalle statistiche si può considerare un successo. Certo la storia che lo spettacolo racconta è in qualche modo materia di studio, i personaggi – i protagonisti e tutti gli altri che vengono nominati perché comunque coinvolti – gli studenti di un liceo li incontrano sul libro di storia o di storia dell’arte (Machiavelli, Carlo V, Cesare Borgia, il Perugino, Raffaello), gli altri (Ascanio Della Corgna, Santaccio da Pistoia, Ridolfo Baglioni) sono capitani di ventura, condottieri e spadaccini più o meno famosi, ma esempi viventi del clima di un’epoca in cui l’Italia era uno spezzatino di regni, ducati, repubbliche che si alleavano e si combattevano tra di loro… Un’epoca in cui per andare da Chiusi a Castiglione del Lago o a Castel della Pieve ci voleva il passaporto… E anche questi ultimi hanno lasciato segni tangibili come palazzi, rocche, colonne a ricordo… Se soltanto lo spettacolo è riuscito a inquadrare meglio – anche nel territorio – quel periodo storico, se ha contribuito anche in piccola parte a far capire agli alunni di una scuola superiore, ragazzi di 17 anni, certe dinamiche e certi fatti che studiandoli sui libri possono apparire anche astrusi, a far capire che la Storia, quella con la S maiuscola, a volte passa anche per le strade di casa nostra e a distanza di secoli ciò che quel passaggio ha lasciato sul terreno è ancora vivo e ce lo portiamo addosso, come se fosse tatuato sulla pelle, questo per noi è sufficiente. E gratificante.

Se l’approccio narrativo, la musica, i riferimenti e le analogie tra le guerre del ‘500 e quelle di oggi, sono piaciuti o meno, ce lo faranno sapere, se vorranno, intanto come primapagima, soggetto produttore della piece, li ringraziamo di cuore i ragazzi e le ragazze del Calvino, per l’attenzione e la partecipazione e con loro ringraziamo anche i docenti che li hanno accompagnati e che hanno accettato la sfida di proporre una mattinata del genere. Grazie.

E grazie anche al Comune di Città della Pieve, per la presenza dell’assessore Marchegiani, per aver concesso anche stavolta il Patrocinio e pure il teatro gratuitamente. Non sempre e non dappertutto succede. Sono cose che non solo fanno piacere, ma aiutano.

Ieri, 8 maggio, sul quotidiano on line “Siena post” è uscito un servizione sullo sullo spettacolo di sabato per gli studenti del Calvino. Lo ha scritto Duccio Rugani, un amico e collega che personalmente non vedevo da una trentina d’anni. Da quando cioè era l’editore de il Cittadino (quotidiano cartaceo senese). L0 avevo invitato a vedere lo spettacolo ed è venuto con un altro vecchio amico di tempi lontani, Ivano Zeppi. Li avevo invitati entrambi non solo in nome di una antica amicizia e di una comune passione, ma soprattutto perché nella vicenda che è al centro di “Tradire! La notte prima dell’assedio” Siena c’è dentro fino al collo.

Fino ad ora lo spettacolo è stato rappresentato 5 volte, sempre nei “luoghi del delitto”: il Chiostro di San Francesco a Chiusi, dove avvenne uno dei fatti narrati, la reggia di Ascanio della Corgna a Castiglione del Lago sotto gli affreschi del Pomarancio che ne raccontano le gesta, a Bettolle dove Ascanio portò identico assedio; al teatro Avvaloranti di Città della Pieve che è a 200 metri scarsi dall’altro Palazzo della Corgna, fatto costruire da Ascanio poco dopo la sua liberazione tramite scambio di prigionieri, avvenuta a seguito dello “smacco di Chiusi”… Ecco: Siena sarebbe un altro luogo del delitto, probabilmente il pricipale, perché quello che avvenne a Chiusi e in Valdichiana nel 1554 avvene per difendere la Repubblica di Siena dall’assedio dei fiorentini e degli Imperiali.

Duccio Rugani dello spettacolo non ha perso nemmeno una battuta. Il pezzo che ha scritto ne è la conferma. Precisissimo sui vari passaggi cruciali. Ma l’amico e collega senese fa anche un “invito”: “quando a Siena?”  ipotizzando che la piece possa essere portata anche nella città del Palio. Inutile dire che ci piacerebbe farlo, per le ragioni prima accennate. Ovviamente a nome di tutta la truppa (la redazione di primapagina, l’attore-narratore-mattatore Alessandro Lanzani, i Dudes, i tecnici Fabrizio Nenci e Daniele Cesaretti), ringrazio Duccio Rugani e Ivano Zeppi per essere venuti a Città della Pieve, Duccio per la bella recensione e le belle foto che ha pubblicato su Siena Post e anche per l’invito, che è una apertura di credito e un invito rivolto non solo a noi, ma anche alla città di Siena…

Vediamo se riusciamo a trovare il modo di portarceli Ascanio, Santaccio e tutti gli altri sotto la torre del Mangia.

Qui però, dopo la quinta replica, vorrei ringraziare di cuore (per scritto) la “truppa”. E cioè l’amico di una vita Alessandro che si sta dimostrando uno straordinario animale da palcoscenico, sempre più padrone della scena; i 4 Dudes, che si sono messi a disposizione, hanno creato una colonna sonora ad hoc e ogni volta l’hanno adattata al luogo, alle situazioni, alle necessità, mostrando grande duttilità e padronanza, coprendo con bravura e tempismo anche qualche inconveniente tecnico; i “domatori di luci e suoni” Fabrizio e Daniele senza dei quali non sarebbe possibile andare in scena.

Non so se ci saranno altre repliche, altre occasioni, non è semplice mettere d’accordo 7-8 persone su una data se non si è una compagnia professionistica e non si hanno risorse tali da garantire comunque rimborsi e cachet… in questo caso non lo siamo e le risorse sono quelle che di volta in volta escono fuori con i biglietti, qualche sponsorizzazione o contributo comunale. Fare teatro (scrivere per il teatro) per chi fa informazione è spesso un modo per riuscire a dire cose che su un giornale è difficile dire, serve per parlare ad un pubblico diverso, serve anche per cercare e conforntarsi con altri linguaggi, soprattutto serve a raccontare. A coprire vuoti di memoria, amnesie. Serve a riattacare la spina laddove la luce si è affievolita parecchio. Poi serve anche a divertirsi, a stare insieme, a riderci un po’ su senza prendersi troppo sul serio, a trovare qualche punto di contatto tra generazioni diverse. E’ molto, non è poco. E’ una bella esperienza. E se arrivano apprezzamenti fanno piacere.

Marco Lorenzoni

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