L’Assedio non tradisce: il matinèe per gli studenti del Calvino e un “servizione” su Siena Post
CITTA’ DELLA PIEVE – Dicono le statistiche (ma lo dicono anche i professori) che i ragazzi dai 14 ai 20 anni abbiano una soglia di attenzione piuttosto bassa. Che anche a scuola riescono a rimanere concentrati e attenti per 10-15 minuti al massimo, poi pian piano si distraggono… raramente riescono a rimanere sul pezzo per più di 4o minuti. Pare che molto dipenda dall’uso compulsivo dei social che sta modificando anche i comportamenti e dall’idea che se una cosa richiede più di 15 minuti di attenzione è una cosa vecchia o da vecchi… Ecco, sabato scorso al teatro Avvaloranti di Città della Pieve abbiamo avuto una clamorosa smentita di tutto ciò. C’era il matinée per gli studenti delle classi quarte dell’Istituto Superiore Italo Calvino, dello spettacolo “Tradire! La notte prima dell’assedio” prodotto da Primapagina, con Alessandro Lanzani come attore-mattatore e i Dudes a tenergli bordone con le loro schitarrate. Ebbene per un’ora e mezza abbondante (siamo andati un po’ lunghi per qualche problemino tecnico ben mitigato dai musici e di cui nessuno si è accorto) in platea e sui palchi del teatro non è volata una mosca. I circa 7o alunni del Calvino hanno mostrato un’attenzione superiore alle più rosee previsioni. Senza mostrare nel contempo segni di noia o di “astrazione”… Hanno seguito lo spettacolo dall’inizio alla fine in religioso silenzio. Tutti. Qualcuno aveva il cellulare acceso, vero. Ma si è scoperto alla fine che stavano registrando ciò che avveniva sul palco. Questo non significa che lo spettacolo sia piaciuto a tutti e che tutti i ragazzi e le ragazze presenti lo racconteranno come una esperienza indimenticabile. Però già constatarne l’attenzione oltre la “soglia standard” indicata dalle statistiche si può considerare un successo. Certo la storia che lo spettacolo racconta è in qualche modo materia di studio, i personaggi – i protagonisti e tutti gli altri che vengono nominati perché comunque coinvolti – gli studenti di un liceo li incontrano sul libro di storia o di storia dell’arte (Machiavelli, Carlo V, Cesare Borgia, il Perugino, Raffaello), gli altri (Ascanio Della Corgna, Santaccio da Pistoia, Ridolfo Baglioni) sono capitani di ventura, condottieri e spadaccini più o meno famosi, ma esempi viventi del clima di un’epoca in cui l’Italia era uno spezzatino di regni, ducati, repubbliche che si alleavano e si combattevano tra di loro… Un’epoca in cui per andare da Chiusi a Castiglione del Lago o a Castel della Pieve ci voleva il passaporto… E anche questi ultimi hanno lasciato segni tangibili come palazzi, rocche, colonne a ricordo… Se soltanto lo spettacolo è riuscito a inquadrare meglio – anche nel territorio – quel periodo storico, se ha contribuito anche in piccola parte a far capire agli alunni di una scuola superiore, ragazzi di 17 anni, certe dinamiche e certi fatti che studiandoli sui libri possono apparire anche astrusi, a far capire che la Storia, quella con la S maiuscola, a volte passa anche per le strade di casa nostra e a distanza di secoli ciò che quel passaggio ha lasciato sul terreno è ancora vivo e ce lo portiamo addosso, come se fosse tatuato sulla pelle, questo per noi è sufficiente. E gratificante.
Se l’approccio narrativo, la musica, i riferimenti e le analogie tra le guerre del ‘500 e quelle di oggi, sono piaciuti o meno, ce lo faranno sapere, se vorranno, intanto come primapagima, soggetto produttore della piece, li ringraziamo di cuore i ragazzi e le ragazze del Calvino, per l’attenzione e la partecipazione e con loro ringraziamo anche i docenti che li hanno accompagnati e che hanno accettato la sfida di proporre una mattinata del genere. Grazie.
E grazie anche al Comune di Città della Pieve, per la presenza dell’assessore Marchegiani, per aver concesso anche stavolta il Patrocinio e pure il teatro gratuitamente. Non sempre e non dappertutto succede. Sono cose che non solo fanno piacere, ma aiutano.
Ieri, 8 maggio, sul quotidiano on line “Siena post” è uscito un servizione sullo sullo spettacolo di sabato per gli studenti del Calvino. Lo ha scritto Duccio Rugani, un amico e collega che personalmente non vedevo da una trentina d’anni. Da quando cioè era l’editore de il Cittadino (quotidiano cartaceo senese). L0 avevo invitato a vedere lo spettacolo ed è venuto con un altro vecchio amico di tempi lontani, Ivano Zeppi. Li avevo invitati entrambi non solo in nome di una antica amicizia e di una comune passione, ma soprattutto perché nella vicenda che è al centro di “Tradire! La notte prima dell’assedio” Siena c’è dentro fino al collo.
Fino ad ora lo spettacolo è stato rappresentato 5 volte, sempre nei “luoghi del delitto”: il Chiostro di San Francesco a Chiusi, dove avvenne uno dei fatti narrati, la reggia di Ascanio della Corgna a Castiglione del Lago sotto gli affreschi del Pomarancio che ne raccontano le gesta, a Bettolle dove Ascanio portò identico assedio; al teatro Avvaloranti di Città della Pieve che è a 200 metri scarsi dall’altro Palazzo della Corgna, fatto costruire da Ascanio poco dopo la sua liberazione tramite scambio di prigionieri, avvenuta a seguito dello “smacco di Chiusi”… Ecco: Siena sarebbe un altro luogo del delitto, probabilmente il pricipale, perché quello che avvenne a Chiusi e in Valdichiana nel 1554 avvene per difendere la Repubblica di Siena dall’assedio dei fiorentini e degli Imperiali.
Duccio Rugani dello spettacolo non ha perso nemmeno una battuta. Il pezzo che ha scritto ne è la conferma. Precisissimo sui vari passaggi cruciali. Ma l’amico e collega senese fa anche un “invito”: “quando a Siena?” ipotizzando che la piece possa essere portata anche nella città del Palio. Inutile dire che ci piacerebbe farlo, per le ragioni prima accennate. Ovviamente a nome di tutta la truppa (la redazione di primapagina, l’attore-narratore-mattatore Alessandro Lanzani, i Dudes, i tecnici Fabrizio Nenci e Daniele Cesaretti), ringrazio Duccio Rugani e Ivano Zeppi per essere venuti a Città della Pieve, Duccio per la bella recensione e le belle foto che ha pubblicato su Siena Post e anche per l’invito, che è una apertura di credito e un invito rivolto non solo a noi, ma anche alla città di Siena…
Vediamo se riusciamo a trovare il modo di portarceli Ascanio, Santaccio e tutti gli altri sotto la torre del Mangia.
Qui però, dopo la quinta replica, vorrei ringraziare di cuore (per scritto) la “truppa”. E cioè l’amico di una vita Alessandro che si sta dimostrando uno straordinario animale da palcoscenico, sempre più padrone della scena; i 4 Dudes, che si sono messi a disposizione, hanno creato una colonna sonora ad hoc e ogni volta l’hanno adattata al luogo, alle situazioni, alle necessità, mostrando grande duttilità e padronanza, coprendo con bravura e tempismo anche qualche inconveniente tecnico; i “domatori di luci e suoni” Fabrizio e Daniele senza dei quali non sarebbe possibile andare in scena.
Non so se ci saranno altre repliche, altre occasioni, non è semplice mettere d’accordo 7-8 persone su una data se non si è una compagnia professionistica e non si hanno risorse tali da garantire comunque rimborsi e cachet… in questo caso non lo siamo e le risorse sono quelle che di volta in volta escono fuori con i biglietti, qualche sponsorizzazione o contributo comunale. Fare teatro (scrivere per il teatro) per chi fa informazione è spesso un modo per riuscire a dire cose che su un giornale è difficile dire, serve per parlare ad un pubblico diverso, serve anche per cercare e conforntarsi con altri linguaggi, soprattutto serve a raccontare. A coprire vuoti di memoria, amnesie. Serve a riattacare la spina laddove la luce si è affievolita parecchio. Poi serve anche a divertirsi, a stare insieme, a riderci un po’ su senza prendersi troppo sul serio, a trovare qualche punto di contatto tra generazioni diverse. E’ molto, non è poco. E’ una bella esperienza. E se arrivano apprezzamenti fanno piacere.
Marco Lorenzoni
Ogni parola ,sottoscrivo ogni parola. Potevo io Ascanio ,ma anche Santaccio ,ma anche ferruccio ma anche il.priore non farlo . No no potevamo . E quindi ? Sottoscriviamo .
Lo spettacolo fatto nel chiostro di San Francesco a Chiusi mi piacque molto e senz’altro anche quello che è stato fatto e di cui parli nel Post attuale, in cui dicesti-se mi ricordo bene – che sono state inserite piccole varianti,sarà di certo stato per i giovani molto gratificante.Mi piacerebbe anche se nel futuro fosse ripetuto in qualche modo anche quello sulla Miglie Miglia fatto al teatro a Chiusi in cui si parlava di Alfonso de Portago e della sua fine che avvenne quasi che sembrasse far parte della fine di un fosco presagio.La mia simpatia per quel corridore è stata fin da ragazzo, perchè per me rappresentava un limite di dover vivere la vita in ogni suo aspetto,viverla fino in fondo ed anche che l’etica di quell’uomo che per certi aspetti rappresentasse nei confronti del mondo esterno una congiunzione fra i contenuti etici della prosa di un Hemingway e quelli di un Robert Capa,che metteva a rischio la propria vita per vivere e far vivere momenti irripetibili scelti non a caso ma con estrema ratio nella sua corsa all’interno di quella fucina della vita.Alla fine degli anni ’50 del 1900 fino agli anni ’60 molti personaggi dello Sport e della Cultura assumevano dalla corrente detta
dell ”esistenzialismo” dei grandi spunti e delle grandi rappresentazioni di come si stava trasformando il mondo e masse di uomini ed anche di donne in Occidente cercavano nei loro caratteri di appartenenza personale certe caratteristiche dell’esistenzialismo che poi negli anni ’70 hanno preso direzioni diverse,nella politica e nel sociale.Nel mio archivio possiedo un certo numero di immagini originali di Alfonso De Portago-detto Phon- che perì a Guidizzolo di Mantova insieme al co-pilota uscendo di strada a 250 Km. orari forse per lo scoppio di una pmeumatico, ma la scaramanzia del caffè rovesciatosi in terra prima dell’incidente sapientemente ben messa in evidenza dagli attori quella sera al teatro Mascagni rimarrà indelebile nella sensibilità di chi ha conosciuto quei momenti. Venerdì 14 Giugno la Mille Miglia storica farà sosta per il pranzo al paese del Re del Cashmere Cucinelli a Solomeo nei pressi di Tavernelle e di certo l’aria sarà intrisa dell’olezzo dell’olio ricinato di quei bolidi che sfileranno a passo d’uomo fra ali di folla ma l’emozione non sarà di certo quella di quando mangiavano l’asfalto a velocità oggi impensabili in quel tipo di percorso della vera Mille Miglia. Sarebbe bello credo se fosse ripetuto tale spettacolo proprio nell’occasione della Mille Miglia.Avevo proposto di poter effettuare una mostra gratuita a Cucinelli con il mio materiale fotografico durante quel tempo di sosta ma ormai il programma della corsa mi è stato risposto che era già stato fatto per cui non c’era nessuna possibilità che l’evento fosse inserito in quell’arco breve di tempo.La proporrò il prossimo anno quasi certamente poichè diversi soggetti sono unici e diversi inediti e mi piacerebbe se la gente che ama ed amava lo sport di quei tempi si ricordasse di quelle vicissitudini che noi chiusini andavamo con trepidazione a vivere lungo la Via Cassia nelle curve di Radicofani e di Torrenieri portandoci la colazione da consumare in mezzo all’erba dei campi e vedendo passare Ascari, Castellotti, Stirling Moss,Fangio e tanti altri.A Chiusi se ne parlava da un anno all’altro….
Carlo quello spettacoolo cui ti riferisci in cui si parlava della morte di De Portago alla Mille Miglia ’57 si intitolava “Una irresistibile passione per le rosse” e fu messo in scena nel 2008. A distanza di 16 anni non è semplice pensare di riproporlo… qualcosa si potrebbe fare, ovviamente. Tutto si può fare. Ma bisognerebbe farlo di mestiere, avere una compagnia professionistica, e strutture accessibili per le prove e poi per e rappresentazioni… Il quadro invece è del tutto diverso. E sai bene qual è.