STAZIONE IN LINEA E UTILIZZO DI CHIUSI E AREZZO: IL COMITATO CHIEDE ATTI CONCRETI ALLA POLITICA

STAZIONE IN LINEA E UTILIZZO DI CHIUSI E AREZZO: IL COMITATO CHIEDE ATTI CONCRETI ALLA POLITICA
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CHIUSI – Due giorni fa si è tenuta a Chiusi una riunione del Comitato Opzione Zero, convocata dai promotori per fare il punto della situazione, riguardo alla battaglia CONTRO la stazione in linea per l’alta velocità e per la valorizzazione delle stazioni esistenti di Chiusi e Arezzo. Riunione aperta e non riservata solo ai “soci” dell’Associazione.

Dall’assemblea – si legge in una nota diffusa dal presidente Gaetano Gliatta – è emersa soddisfazione per la convergenza di gran parte della politica di area sulla necessità di valorizzazione delle stazioni esistenti di Chiusi e Arezzo come stazioni per l’Alta Velocità. Sono state analizzate le dichiarazioni dei diversi politici, locali e regionali, che si sono succeduti all’evento tenutosi all’Auditorium La Villetta di Chiusi (SI) e registriamo, comunque, che non in tutti i casi si è ancora preso distanza netta dalla ipotesi di realizzazione di una nuova stazione AV in linea nel nostro territorio”. Nella nota Gliatta ribadisce che l’associazione “Opzione Zero” ritiene, pertanto necessario ribadire con forza i due punti cardine e principali obiettivi dell’azione fin qui intrapresa: 1- No a qualunque ipotesi di stazione AV in linea , cosiddetta Medio Etruria, qualunque sia la sua collocazione. 2- Sì alla sinergica e contemporanea utilizzazione permanente di Chiusi C.T. ed Arezzo come stazioni AV a servizio di un vasto territorio che si estende da Perugia a Siena, dall’alta Val Tiberina alla Val d’Orcia e all’Amiata, dal Casentino fino ad Orvieto”.

Detto questo il Comitato, “per un dialogo fruttuoso”, chiede alla politica e alle istituzioni che negli ultimi tempi si sono avvicinate alle posizioni del comitato stesso “un chiaro pronciamento politico che si traduca in atti amministrativi conseguenti”. Tra questi atti la nota del Comitato Opzione Zero ne indica uno in particolare:  “Chiediamo pertanto, all’Unione dei comuni della Valdichiana Senese, di recepire le osservazioni al Piano Strutturale Intercomunale che abbiamo presentato insieme a Legambiente Toscana e a molte Associazioni del territorio e che si sintetizzano nei due punti di cui sopra. Chiediamo un provvedimento analogo anche all’Unione dei Comuni del Trasimeno che si sono convintamente dichiarati a favore della Opzione Zero”. Ovvero l’opzione che nel Protocollo di intesa tra le Regioni Umbria e Toscana del 2015 prevedeva appunto NON una stazione in linea da costruire ex novo, tra Roma e Firenze, ma l’utilizzo delle stazioni esistenti di Chiusi ed Arezzo, all’epoca da adeguare e successivamente adeguate alle fermate dei treni AV.

Nel comunicato dell’Associazione Opzione Zero non se ne fa menzione, ma ovviamente restano sullo sfondo anche altre questioni collegate ai due punti programmatici sopra indicati: l’adeguamento della linea Chiusi-Siena;  l’attivazione del treno diretto, ibrido, Siena-Chiusi-Roma; il potenziamento delle fermate di IC e regionali veloci; un collegamento stradale più rapido e sicuro Perugia-Chiusi tramite ristrutturazione della SR Pievaiola e della Sp 309 del Fornello; il rilancio del progetto del Centro Intermodale Merci; la verifica ed eventuale rilancio delle connessioni (autolinee) tra la stazione di Chiusi e l’Amiata e la Valdorcia.

Tutte cose che darebbero forza e sostanza e quindi maggiori possibilità di successo anche alle fermate dei Frecciarossa e alla valorizzazione complessiva dei due nodi di Arezzo e Chiusi in un’ottica di area vasta umbro-toscana, senza devastanti colate di ferro e cemento in mezzo al nulla e senza spese milionarie a carico della finanza pubblica.

Il Comitato insomma prende atto della “conversione” di buona parte della politica sulla Media Etruria, ma adesso chiede qualcosa in più, ovvero passi concreti verso la revisione degli atti che la prevedevano in Valdichiana, a Salcheto-Tre Berte, per togliere definitivamente la mucca dal corridoio.  Ipotesi accennata anche da alcuni sindaci nell’incontro pubblico all’auditorium la Villetta (Agnese Carletti e Sonnini), quindi plausibile e non del tutto aleatoria. Meno plausibile invece è pensare che la politica e i sindaci che prima erano schierati a favore della stazione in linea nel territorio di Montepulciano, dopo aver cambiato posizione, adesso vengano pure a Canossa con la cenere sul capo. Difficile che accada.

Per il resto, dovrà continuare il pressing. Sulle istituzioni umbre per la strada del Fornello; su quelle della Toscana e sulle Fs per la Siena-Chiusi, per il treno ibrido, per gli Intercity e i regionali, per le autolinee e per il centro intermodale merci.  E il pressing andrà fatto su due binari: quello delle iniziative pubbliche e mediatiche e quello degli incontri tecnico-politici, delle verifiche sullo stato delle cose e sulla fattibilità delle proposte.

Il Comitato in poco più di 9 mesi ha segnato molti punti nel proprio pallottoliere, il quadro generale è diverso da come era un anno fa, molte posizioni che sembravano granitiche si sono sgretolate e adesso sono cambiate. Tutto ciò è molto positivo, ma la battaglia non è ancora vinta. Ancora non vi è alcuna certezza su nulla, né sul ripristino e l’aumento delle fermate dei Frecciarossa, né sul resto. L’incontro de La Villetta ha segnato uno spartiacque, una sorta di 8 settembre, per la politica e le istituzioni locali passate dalla parte del Comitato, ma la guerra non è finita. Come disse Badoglio dopo l’armistizio: la guerra continua.

 

 

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