NON SOLO GENOCIDIO: ISRAELE BOMBARDA I CONVOGLI UMANITARI INTERNAZIONALI. E VUOLE CHIUDERE AL JAZEERA. QUANTO E’ TOLLERABILE TUTTO QUESTO?

mercoledì 03rd, aprile 2024 / 12:46
NON SOLO GENOCIDIO: ISRAELE BOMBARDA I CONVOGLI UMANITARI INTERNAZIONALI. E VUOLE CHIUDERE AL JAZEERA. QUANTO E’ TOLLERABILE TUTTO QUESTO?
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Il governo di Israele sembra avere dichiarato guerra non solo ad Hamas. Ieri ha bombardato un convoglio di aiuti umanitari e ha ucciso sette operatori della Ong World Central Kitchen, che ha aperto un corridoio umanitario marittimo da Cipro verso la striscia di Gaza. Una delle vittime era palestinese, le altre di nazionalità australiana, polacca, britannica, e con doppia cittadinanza americana e canadese. Tutti occidentali insomma. Risultato: catena degli aiuti interrotta. Popolazione palestinese senza cibo. Il giornale isrealiano progressista Haretz ha scritto che “l’attacco sarebbe dovuto a un mancato rispetto degli ordini”. Il premier di Israele Netanyahu parla di “tragico incidente involontario” e di un’inchiesta che dovrà fare chiarezza sull’accaduto. Intanto però l’attacco ha intimidito le ONG impegnate appunto nel cercare di mettere in piedi corridoi umanitari per portare cibo e aiuti alla popolazione civile assediata.

Non è stato “un incidente involontario” invece il raid israeliano a Damasco, in Siria, che ha ucciso l’alto comandante dei pasdaran iraniani Mohamed Reza Zahedi. Un episodio che sembra fatto apposta per alzare il livello del conflitto e provocare la reazione dell’Iran.

Due episodi in poche ore, di cui Israele dovrà rispondere. E ai quali l’opinione pubblica che finora ha sostenuto “il diritto di Israele a difendersi”, non può assistere in silenzio. Pensiamo a come avrebbe reagito la stessa opinione pubblica se l’attacco alla ONG, con 7 vittime tra gli operatori umanitari internazionali e quello di Damasco li avesse fatti l’esercito russo. Avremmo un’ondata mondiale di indignazione.

Quanta differenza c’è tra l’eccidio del 7 ottobre fatto dai “terroristi di Hamas” e l’attacco ad un convoglio umanitario ad opera dell’esercito israeliano?

E’ sufficiente che il governo italiano, la UE, gli Usa chiedano una “inchiesta rapida”? No. Non è sufficiente.

L’escalation che tutti dicono di voler evitare la sta facendo Isrraele da sola. Indisturbata. Non solo sta portando avanti un vero e proprio genocidio della popolazione palestinese con i bombardamenti e l’azione militare via terra nella striscia di Gaza, ma lo fa anche lasciando la popolazione civile senza cibo, senza acqua, senza medicine, colpendo in maniera molto precisa, anche i convogli umanitari che portano gli aiuti e i giornalisti che raccontano quanto sta avvenendo. The Guardian, storica testata “liberal” britannica, ha riportato ieri la notizia che sono 32.975 i palestinesi uccisi e 75.577 quelli feriti dagli attacchi israeliani, dal 7 ottobre.

Ed è di ieri la notizia che il parlamento di Tel Aviv ha approvato una legge che conferisce al governo la facoltà di chiudere le voci ritenute pericolose per la sicurezza nazionale. Qualcuno l’ha già definita una legge per chiudere Al Jazeera “L’emittente all news, capace di parlare al mondo informandolo su ciò che accade in aree del mondo considerate dai media dominanti minori o poco pregiate per l’agenda delle priorità stabilite dall’asse nord-occidentale bianco e privilegiato, secondo l’esecutivo israeliano presieduto da Benjamin Netanyahu ha passato il segno. Mettere gli occhi e la testa nella mattanza in corso a Gaza è intollerabile, perché l’eccidio in corso va almeno un po’ coperto e manipolato“. Così il Manifesto, che sottolina il fatto che “Al Jazeera ha pagato con un diretto tributo di sangue il suo coraggio, a partire dall’uccisione del figlio del responsabile Al-Dahdou per passare a diversi giornalisti colpiti dai cecchini israeliani, malgrado le apposite scritte Press. Oltre un centinaio di operatori dei media non sono più tornati dalla zona del conflitto, e con loro soccorritori o garanti del passaggio degli aiuti umanitari”.

Al Jazeera che Israele vuole chiudere è una testata assai simile ad emittenti storiche come la BBC e France International o la CNN ed è l’unica che accende i riflettori su zone di conflitto spesso oscurate, come i territori palestinesi, lo Yemen o il Sud Sudan. Da segnalare che il governo di Israele ha anche imposto il divieto di mettere piede  nella zona di Gaza alla relatrice speciale dell’ONU sui territori palestinesi, l’italiana Francesca Albanese. Il quadro questo è: massacri indiscriminati sul campo (anche di civili, giornalisti e operatori umanitari) e riflettori spenti, voci scomode allontanate. E per fortuna Israele è uno stato democratico. Anzi è considerato l’unico stato democratico nella regione mediorientale. Che lo sia davvero è smentito dai fatti. Ma i grandi media questo dicono.

Con quello che sta succedendo da 6 mesi a questa parte nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, anche l’invocazione della soluzione “due popoli, due stati” prevista da molte risoluzioni ONU fin dal 1948, appare un’idea ormai irrealizzabile, perché il territorio, lo spazio fisico, per uno Stato palestinese non esiste più, Israele se lo è già “mangiato” quasi tutto con l’occupazione indebita da parte dei coloni e con le azioni militari, i bombardamenti e la deportazione dei palestinesi nei campi profughi da cui non possono uscire. Adesso si parla addirittura di deportazione dei palestinesi fuori dai confini della Striscia…. Tutto questo è tollerabile? L’opinione pubblica democratica in Italia, in Europa, negli Stati Uniti, anche quella “amica e da sempre solidale con Israele” può tollerare e per quanto ancora, una situazione del genere?

Nelle manifestazioni del 25 aprile in Italia si chiederà il CESSATE IL FUOCO OVUNQUE, ma il 25 aprile è la festa della Liberazione dal nazifascismo, dalla tragedia della seconda gerra mondiale e dagli orrori dei campi di sterminio, delle deportazioni degli ebrei, dei rom e di milioni di cittadini inermi… Non è tollerabile che oggi, a 80 anni di distanza, il governo e l’esercito di uno Stato nato per risarcire il popolo ebraico della persecuzione subita, faccia la stessa identica cosa con il popolo palestinese. L’assunto che quelli di Hamas sono terroristi e Israele è uno stato democratico, alla luce di questi ultimi 6 mesi, non regge neanche mezzo minuto. Non regge più e bisogna cominciare e dirlo. E sempre più forte.

m.l.

Nella foto (Corriere del Ticino):  alcuni passaporti degli operatori umanitari uccisi a Gaza.

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