PANICALE, TERREMOTO NEL PD: DIMISSIONI A RAFFICA. LA DESTRA RISCHIA DI VINCERE SENZA GIOCARE

lunedì 04th, marzo 2024 / 11:50
PANICALE, TERREMOTO NEL PD: DIMISSIONI A RAFFICA. LA DESTRA RISCHIA DI VINCERE SENZA GIOCARE
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PANICALE – E’ in atto nel PD panicalese un vero terremoto, dalla magnitudo assai elevata, almeno stando alla fila di nomi di dirigenti che si sono dimessi dagli incarichi dirigenziali. A scatenare la bufera, la decisione presa venerdì 23 febbraio dalla direzione comunale del PD, di rinnovare il mandato di capolista al sindaco uscente Giulio Cherubini, ora che il terzo mandato è possibile. Il parlamentino avrebbe deciso per il sì al sindaco uscente senza procedere a nessuna votazione a scrutinio segreto, come avviene sempre in questi casi, né tantomeno a voto palese. Questa l’accusa dei dimissionari.  Si sono dimessi Davide Stamponi, segretario del circolo di Tavernelle, Massimo Picchio segretario del circolo di Panicale e Maurizio Patrizi membro della segreteria comunale. Davide Stamponi così scrive: “Causa mio profondo dissenso contro la decisione assunta dalla segreteria comunale del PD di Panicale, circa la scelta della modalità di selezione del Capolista della futura lista del PD alle prossime elezioni amministrative, rassegno le mie dimissioni”. Di “dimissioni irrevocabili dalla sezione, perché ritengo non più opportuno partecipare”, parla Massimo Picchio, mentre Patrizi gli fa eco così: “Ritengo essere venute a mancare modalità di comportamento”. Insomma è chiaro che si denuncia il venir meno di metodi democratici nella conduzione della vita interna al partito. A tentare di correre in qualche modo ai ripari, ci prova il segretario comunale Mattia Melani, che ha coinvocato la direzione del circolo PD di Tavernelle per  martedì 5 marzo. “Vista l’importanza dell’incontro pregherei di esserci tutti”, questo l’ordine del giorno che i dimissioinarti però ritengono no solo troppo generico, ma anche improprio, anzi illegittimo, in quanto non spetterebbe a Melani convocare il circolo di Tavernelle.

Ma non finisce qui: Ida Calzini che quando Giulio Cherubini non era ricandidabile aveva dato la propria disponibilità a candidarsi a sindaco convincendo buona parte del partit, vista la situazione sembra intenzionata mettersi in proprio a a lavorare per costruire una lista personale. E a questo propsito non si esclude – stando ad alcuni rumors – che possa cercare (e trovare) un accordo con Daniele Torroni, altra figura che ha già annunciato da tempo una sua candidatura con una lista civica. Chiaro che un a eventuale lista Torroni-Calzini potrebbe pescare un po’ ovunque, ma soprattutto a sinistra e tra gli scontenti del Pd, visto che una è stata sul punto di essere candidata dal Pd stesso e l’altro ha un pedigree di sinistra e un curriculum vitare legato al solidarismo e al volontariato. Cherubini e il Pd insomma potrebbero trovarsi contro non solo la destra, ma anche una lista concorrente nelllo stesso schieramento e bacino elettorale. Prospettiva non certo allettante.

In questo quadro non certo semplice per il sindaco uscente, circola un tam tam piuttosto insistente su un possibile accordo di desistenza o non belligeranza con la destra, magari in osequio ad accordi a livello provinciale o regionale. Non è un mistero che la capogrupp odel centro destra Virgina Marchesini ha avuto spesso atteggiamenti non ostili o preconcetti verso la giunta Cherubini. Ma da qui a parlare di “accordo” ce ne corre. E siamo più vicini alla fantapolitica che alla politica vera. Anche perchè la destra, viste le divisioni e le fibrillazioni in atto nel centro sinistra e sopratttutto visti i risultati elettorali delle Politiche 2022, ha già sulla carta la possibilità di vincere e conquistare il Comune.

I dati parlano chiaro: alla Camera, nel comune di Panicale, il Centro destra risultò maggioritario con 1009 voti pari al 37,5%, mentre il centro sinistra si fermò a 870, pari al 32,3%. Il Pd come partito prese 707 voti pari al 27%; Alleanza verdi-Sinistra 70 (2,7%), Più Europa 63 (2,4%)… Fratelli d’Italia ne ottenne 624, pari al 23,8%, la Lega 206 (7,9%) e Forza Italia 145 (5,3%). Il M5S ottenne 398 voti, 15,2%. E il “plafond” elettorale del Movimento è una delle incognite che potrebbe fare la differenza alle comunali di giugno. Da che parte andranno?

E’ evidente che con questi numeri un Pd diviso e lacerato da beghe in terne, ha possibilità di vittoria veramente scarse. Mentra la destra potrebbe anche mettersi a sedere sull’argine del Nestore ad aspettare il cadavere che passa, per poi  entrare in corteo a Palazzo Landi.

Panicale non solo è ormai un comune contendibile e non più feudo incontrastato della sinisra, ma è da questo punto di vista fortemente a rischio. E se nel Pd continueranno a prevalere logiche da congiura cinquecentesca come quella dei Pazzi contro i Medici a Firenze o quella di Magione contro Cesare Borgia il finale è già scritto. Le congiure di solito finiscono male e con molti morti sul terreno.  Facendo una battuta, viene da dre che il Pd panicalese potrebbe dare alle stampe un manualetto di politica: Come rischiare di perdere il comune in 4 mosse.

m.l.

 

 

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