CAMPIONESSA DI SCHERMA UZBEKA VIOLENTATA DA TRE ATLETI ITALIANI DURANTE UNO STAGE A CHIANCIANO
CHIANCIANO TERME – Una campionessa di scherma di 17 anni della squadra nazionale dell’Uzbekistan ha denunciato di essere stata violentata da tre atleti della Federazione Scherma Italiana durante un ritiro estivo a Chianciano Terme.
L’episodio sarebbe avvenuto tra il 4 e il 5 agosto 2023 durante ua stage internazionale cui partecipavano più squadre di varie Federazioni.
La Federazione italiana scherma ha emesso una nota in relazione alla notizia: “La Fis tempestivamente, e in più occasioni, ha avuto confronti diretti con la Magistratura inquirente, al fine di conoscere la situazione e gli sviluppi dell’attività investigativa”. La Federazione ha depositato anche la nomina della Fis per una costituzione di parte civile nell’eventuale giudizio, qualora venisse disposto dalla giustizia ordinaria”. Inoltre nella nota la federazione sottolinea di essersi “immediatamente attivata nei contatti con la Magistratura ordinaria e sportiva”, dichiarando “massima fiducia nell’operato dell’autorità“. Poi aggiunge: “La Federazione Italiana Scherma che dei valori sani e autentici dello sport ha fatto la bandiera della propria attività non meno delle medaglie olimpiche e paralimpiche, e che attraverso questo lavoro quotidiano si è affermata come un esempio riconosciuto di impegno sociale, valuterà tutte le azioni necessarie a tutela della propria immagine e a difesa di quel che ogni giorno afferma nelle sale di tutta Italia”.
Così Paolo Azzi, presidente della Fis: “Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo, non possiamo sostituirci alle autorità giudiziarie. Non abbiamo i poteri per indagare su ipotesi di reato gravi come questi, da codice rosso”. “A suo tempo, abbiamo attivato la procura e la giustizia federale, facendo tutti i passi necessari. Ci siamo anche predisposti per un’eventuale costituzione di parte civile se ci dovesse essere un processo come parte offesa. Su quali basi possiamo sospendere gli atleti indagati oggi? Serve almeno un provvedimento cautelare, un rinvio a giudizio o la chiusura delle indagini”.
In attesa che la giustizia faccia il suo corso, che dire? che forse il motto “Italiani, brava gente” non è vangelo e va preso con le molle.