E ANCHE LEGAMBIENTE BOCCIA LA STAZIONE MEDIA ETRURIA. DURA PRESA DI POSIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE ECOLOGISTA

E ANCHE LEGAMBIENTE BOCCIA LA STAZIONE MEDIA ETRURIA. DURA PRESA DI POSIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE ECOLOGISTA
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“Opera inutile e dispendiosa: 100 milioni di euro di costi, 15 anni di lavoro e 20 ettari di suolo consumato per meno di 1 milione di persone come bacino di utenza”. Così l’associazione ecologista Legambiente definisce la stazione in linea Media Etruria ipotizzata a Creti-Farneta, nel cuore della Valdichiana.

Ci ha messo un po’ il mondo ambientalista a prendere una posizione chiara sulla vicenda, ma questa sganciata da Legambiente è una bomba che fa a pezzi l’ipotesi di costruire una stazione in linea in mezzo al nulla. E’ una bomba pesante anche perché la presa di posizione è firmata da Legambiente Toscana e Legambiente Umbria, dai circoli territoriali della Valdichiana Aretina, della Valdichiana senese , di Arezo e di Siena e anche dal responsabile dell’Ufficio scientifico nazionale dell’organizzazione, Gabriele Nanni.

Il Cigno verde dunque è compatto e schierato esattamente sulle posizioni espresse da sempre da questo giornale, poi anche dal Comitato Opzione Zero. Infatti Legambiente chiede che le risorse siano investite per il trasporto regionale, “migliorando infrastrutture e servizi locali, e per ammodernare le stazioni già abilitate alle fermate AV di Arezzo e Chiusi”.

“La stazione AV di Creti dovrebbe sorgere in piena campagna come una cattedrale nel deserto: un progetto che implicherebbecosti ingenti e forte impatto ambientale dovuto al consumo di suolo, a beneficio di un’utenza ridotta dei capoluoghi di provincia di Arezzo, Siena e Perugia, di meno di un milione di persone”, scrive l’associazione ambientalista, che così prosegue: “La zona interessata dal progetto è raggiungibile solo in auto con la Siena/Bettolle/Perugia (SS 715). Una superstrada nel cui tratto umbro si registra peraltro la più alta densità di incidenti stradali della rete viaria regionale. La nuova opera finirebbe quindi con l’incentivare altra mobilità su gomma e la costruzione di nuovi parcheggi vicino alla stazione, aumentando il già notevole consumo di suolo rurale (obiezione questa sollevata anche dal presidente della Regione oscana Giani, ndr).

Legambiente fornisce anche alcuni numeri: “La realizzazione della stazione Alta Velocità a Creti comporterebbe un costo di circa 100 mln di euro, 15 anni di lavori e un consumo di suolo di oltre 20 ettari, che corrispondono a 28 campi da calcio, per costruire una stazione che è a un’ora circa di superstrada dai vicini capoluoghi di Arezzo, Siena e Perugia. Il macro bacino di utenza sarebbe limitato a meno di 900mila abitanti, cioè meno di un terzo di quello sotteso dalla stazione Medio Padana di Reggio Emilia”. Insomma un progetto che non sta in piedi sotto nessun punto di vista.

L’alternativa più credibile ed efficace alla stazione AV a Creti-Farneta  secondo Legambiente è “il potenziamento del trasporto regionale nelle province di Arezzo, Siena e Perugia e la riqualificazione del sedime ferroviario di Chiusi e Arezzo”. Da questo punto di vista – dice l’associazione ecologista – “è evidente un disaccoppiamento tra domanda e offerta. Dalle popolazioni dell’Umbria e della Toscana Sudorientale perviene un’incessante richiesta di potenziamento del trasporto ferroviario regionale, mentre invece, il piano industriale 2023-2028 di RFI va in tutt’altra direzione: solo il 10% degli investimenti è destinato al trasporto regionale mentre il 90% va all’alta velocità”

Dal punto di vista locale, cioè dei territori potenzialmente interessati, le vere esigenze della popolazione sono altre e diverse: anzitutto, investire nel miglioramento delle linee ferroviarie su scala locale e regionale, che versano spesso in un degrado imbarazzante e necessitano ammodernamenti rilevanti (vedi la Chiusi-Siena, per fare un esempio, ndr). Secondariamente, mantenere il sostegno economico alla gestione delle stazioni esistenti (peraltro ammodernate e adeguate nel 2017 con ua spesa di circa 7 milioni di euro ciascuna), stazioni che vedrebbero portare via ingenti risorse da una nuova cattedrale nel deserto, costosissima nella realizzazione e ancora più nel mantenimento gestionale futuro; nuova stazione che, inevitabilmente, per sostenersi nel tempo, eroderebbe le già scarne risorse riservate all’esistente”.

 “L’alta velocità c’è già nel nostro territorio – dicono i rappresentanti dei coircoli territoriali del Cigno Verde- :  a Chiusi, ad Arezzo, a Terontola, i treni ad alta velocità possono già fermare; queste stazioni hanno avuto investimenti per renderle compatibili con le esigenze tecniche richieste. Il modello da preferire, è sicuramente quello di una distribuzione equa sul territorio degli scali ad alta velocità. Non aggiungere nuovi sprechi, ma prendersi cura dell’esistente: un principio generale, che vale anche per questo caso particolare”.

Sempre secondo Legambiente “il potenziamento delle linee regionali costerebbe un terzo di quanto previsto per la nuova stazione dell’Alta Velocità a Creti e sarebbe un’opzione con zero impatto ambientale e consumo di suolo”. Legambiente propone di migliorare subito i trasporti regionali con più corse e migliori infrastrutture sulle linee di Perugia- Terontola, Siena-Chiusi C.T, Sinalunga-Arezzo e sul passante di Sinalunga con otto nuove coppie di treni per ciascuna linea, promuovendo così anche la mobilità dolce, con biciclette e piccoli veicoli elettrici.

Legambiente però, fa anche un ragionamento più ampio, fatto peraltro più volte anche su queste colonne e in varie iniziative pubbliche. Quello dell’incongruenza dell’iupotesi stazione in linea in mezzo al nulla, rispetto alle indicazioni europee.

“La nostra – scrive Legambiente – non è un’opposizione pregiudiziale contro l’utilizzo della dorsale AV nel nostro Paese. Comprendiamo, infatti, molto bene il valore strategico della connessione delle province di Arezzo, Siena e Perugia al Corridoio Scandinavo-Mediterraneo della rete ferroviaria europea TEN-T, ma il luogo ipotizzato per la stazione in linea è incoerente con questo obiettivo: Creti non consentirebbe il necessario interscambio ferro su ferro, richiesto anche dal regolamento UE 1315/2013, oltre a servire un bacino d’utenza potenziale assai ridotto e legato all’uso di mezzi privati e inquinanti. L’accesso dei territori alla dorsale Alta Velocità può essere realizzato più efficacemente – e con notevole riduzione dei tempi e dei costi – attraverso il potenziamento delle stazioni esistenti, Arezzo e Chiusi, che sono già state adeguate allo scopo e che, con la nuova opera, rischiano di veder scomparire le poche corse AV oggi disponibili. Questo consentirebbe anche d’investire di più sulle linee ferroviarie regionali (che ne hanno un gran bisogno a tutti i livelli) e di evitare un consumo di suolo di oltre 20 ettari, in un’area peraltro a medio/alta pericolosità idraulica”. 

In sostanza Legambiente, Comitato Opzione Zero, Primapagina e altre associazioni che in questi mesi si sono battute contro la stazione Media Etruria, dicono esattamente le stesse cose. Legambiente è un “alleato” che pesa e adesso anche sindaci, assessori regionali, presidenti di Regione hanno una ulteriore “pezza d’appoggio” per dire di NO alla stazione in linea nel deserto della Chiana e per spingere invece per l’utilizzo e il potenziamento delle stazioni attuali di Arezzo e Chiusi, come peraltro previsto nella “opzione zero” del Protocollo d’Intesa Umbro-Toscano del 2015.

Benvenuta Legambiente. Il cigno è un animale stupendo. Bello trovarselo a fianco.

m.l.

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