GIOVEDI’ 11, AL “CAPORALI” DI CASTIGLIONE DEL LAGO PERFECT DAYS DI WIM WENDERS, CON IL REGISTA IN COLLEGAMENTO STREAMING

martedì 09th, gennaio 2024 / 19:20
GIOVEDI’ 11, AL “CAPORALI” DI CASTIGLIONE DEL LAGO PERFECT DAYS DI WIM WENDERS, CON IL REGISTA IN COLLEGAMENTO STREAMING
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CASTIGLIONE DEL LAGO – Dopo “The old Oack” di Ken Loach e “Foglie al vento” del finlandese Aki Kaurimasaki, due film diciamo così sul proletariato del terzo millennio, il primo in una grigia cittadina britannica in disarmo dopo la chiusura di una miniera e il secondo ambientato ad Helsinki, più precisamente in una periferia, tra vecchie officine rimaste agli ani ’50 e cantieri edili, locali dove gli operai vanno a bere la sera, il Nuovo Cinema Caporali di Castiglione del Lago propone questa settimana (fino a lunedì prossimo) un’altra pellicola più o meno dello stesso tenore, premiata a Cannes nel 2023 e presente anche all’Oscar. Si tratta di “Perfect days” di Wim Wenders. Regista e produzione tedesca, ambientazione, stavolta in estremo oriente: Tokio, Giappone. Giovedì 11 gennaio, alle ore 21, prima della proiezione del film nella sala castiglionese Wim Wenders sarà collegato in diretta video per parlare con il pubblico. Un’occasione ghiotta. Rara, anzi rarissima. Sarà interessante sentire (oltre che vedere nel film) il punto di vista dell’autore che è un regista importante.

Gli attori di Perfect Days sono tutti giapponesi. Kôji Yakusho, in protagonista, è stato preniato come migliorattore a Cannes. Nel film è Hirayama, un sessantenne che pulisce i bagni pubblici della città con attenzione meticolosa ai dettagli e dedizione certosina al suo lavoro. Come dicevamo siamo a Tokio ai giorni nostri.

Ogni giorno Hirayama segue la stessa routine: un’attenta pulizia personale prima e dopo quella dei bagni altrui, un’innaffiata alle piante che ha salvato dalla disattenzione cittadina, un panino al parco all’ora di pranzo. Lungo il suo percorso talvolta si ferma a osservare le piante che lo sovrastano scattando foto alle chiome, o fa uno spuntino presso qualche tavola calda. E ogni tanto fa qualche incontro: con Takashi, il ragazzo che rileva il turno pomeridiano di pulizia dei bagni, con una ragazza al parco, con un senzatetto scollato dalla realtà, con la proprietaria di un ristorante che gli riserva piccoli trattamenti di favore. E quando sale a bordo del suo furgone ascolta Lou Reed (con e senza i Velvet Underground) e Patti Smith, The Animals e Van Morrison, Otis Redding a Nina Simone, così come quando è a casa legge William Faulkner e Patricia Highsmith, ma anche la “sottovalutata” Aya Koda. Un uomo normale nato negli anni ’60, che ama la musica di quel periodo e del decennio successivo, quella di quando aveva ven’anni, anche meno.

Perfect Days racconta le “giornate perfette” di Hirayama come una quieta affermazione di dignità quotidiana. L’uomo svolge il suo lavoro con gesti precisi ed essenziali, accogliendo l’occasionale contatto umano (anche nella forma anonima di una partita a tris proposta su un foglietto) con generosità e rispetto. Tutto in lui è rimasto analogico, come le musicassette che ascolta o la macchina fotografica i cui rullini vanno fatti sviluppare, e le fotografie vengono collezionate in scatole numerate che archiviano la nostalgia del tempo che passa. In questo è rimasto un uomo degli anni ’60-70 del ‘900.

Wim Wenders, in veste di regista e sceneggiatore (con Takuma Takasaki), mette a frutto la sua grande familiarità con il documentario per creare un film di finzione che segue le giornate del suo protagonista come una camera nascosta, e poi però racconta i sogni di Hirayama come un’elaborazione artistica del giorno appena vissuto. La concezione architettonica di Wenders incastona la figura umana in spazi ben squadrati e confinanti, a cominciare dal formato 4:3 che ad un certo punto diventa quello ancora più ristretto dell’inquadratura da cellulare, e in una Tokyo in cui il sole sorge (non a caso siamo nel Paese del “Sol Levante”) accompagnato dalla canzone perfetta (The House of the Rising Sun). La fotografia nitida e precisa accompagna il ritratto della serena e composta solitudine di un uomo che sa di appartenere ad un’altra epoca e che ha fatto pace con i suoi errori del passato. Koji Yakusho è lo straordinario interprete di questo film quasi muto che si snoda in purezza attraverso uno sguardo contemplativo ma mai artefatto. In questo,come i citati film di Ken Loach e di Aki Kaurimasaki, anche Perfect Days è un film minimalista, nel senso che racconta una storia minima, che non è neanche una storia. E’ una vita. Una vita normale, ripetitiva. Sempre uguale a se stessa. Immersa in un presente che non è più il passato e non è però nemmeno ancora il futuro. Come nei due film di cui sopra, anche nella pellicola di Wenders c’è della poesia, che non è solo nel tocco del grande regista. E’ anche in quella storia minima. Nella quotidianità di una persona che di mestiere pulisce i bagni pubblici in una metropoli.

Perfect Days è in programmazione al Nuovo Cinema Caporali anche lo stesso giovedì alle 18:30, venerdì 12 alle 21:15, sabato 13 alle 18:15, domenica 14 alle 18:15 e alle 21:15 e lunedì 15 alle 18:15 e alle 21:15. I biglietti sono acquistabili direttamente al botteghino oppure in prevendita online su www.liveticket.it/nuovocinemacaporali o sulla home page del sito www.nuovocinemacaporali.it

(FOTO, da La Repubblica: Wenders con il protagonista. Fonte: Akropolis )

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