ULTIMI 7 KM PER L’ACQUA DI MONTEDOGLIO. LAVORI INIZIATI. PER CHIUSI E ALTRI COMUNI UNA RIVOLUZIONE
CHIUSI – Con la posa delle prime pietre, Chiusi ha una storia recente che potrebbe far concorrenza ai film di Fantozzi. Due furono le “pose”, una con tanto di banda cittadina e carabinieri in alta uniforme, per lo stadio poi rimasto incompiuto (ci venne anche il Gabibbo a fare un servizietto) prima che diventasse Palasport; il sindaco Scaramelli posò la prima pietra del Centro Intermodale Merci, solo che quello che inaugurò non era il centro intermodale merci progettato e finanziato dal Patto Territoriale, ma un capannone con piazzale privato, l’Interporto Etrusco della ditta De Luca; lo stesso Scaramelli inaugurò il Depuratore delle Torri costato una ventina di miliardi di vecchie lire, del quale si era del tutto domenticato: ci volle una giornalata di Primapagina con tanto di foto dell’impianto nuovo di pacca, ma invaso e coperto da rovi e sterpaglie per indurre l’amministrazione a rimetterci le mani. E potremmo anche continuare…
Questo per dire che quando si posano le prime pietre di qualcosa è sempre bene andarci cauti con gli applausi di rito. Anche con il Frecciarossa si è visto come è andata a finire…
Però – e stavolta lo diciamo noi che non siamo mai stati teneri con le amministrazioni locali, – quella che è si è svolta stamattina al Lago di Chiusi è stata una sorta di posa della prima pietra o per meglio dire della posa del primo metro di tubo, che segna l’inizio di un’era nuova per Chiusi e per altri paesi dei dintorni, per ciò che concerne la distribuzione di una risorsa primaria: l’acqua, per uso potabile e per uso irriguo. Non è stata però solo la posa del primo metro di tubo.
Gli operai della ditta Calzoni già saldavano tratti del tubo che poi sarà interrato e che consentirà di collegare il laghetto 44 nei pressi di Porto di Castiglione del Lago (Loc. Madonna del Popolino) con la cabina di presa nei pressi del Lago e poi con il Potabilizzatore di Pian dei Ponti che eroga l’acqua del pubblico acquedotto chiusino, facendovi affluire l’acqua della diga di Montedoglio. Acqua del Tevere, in arrivo per caduta da Anghiari. Per Chiusi una rivoluzione. Attesa da 15 anni.
E’ infatti dal 2009 che l’opera è nei programmi, ma se ne parla anche da prima. Siamo davvero all’ultimo miglio. Per la precisione agli ultimi 7 km e mezzo di conduttura che sarà pronta e funzionale – hano spiegato i tecnici alla Conferenza stampa su posto – già dalla prosima estate: luglio, massimo agosto.
Dopo di che Chiusi avrà dai rubinetti acqua migliore come qualità e a sufficienza, senza dover più attingere dal lago, con grande beneficio del Chiaro… Non solo: la conduttura avrà, lungo il percorso alcuni “nodi” o stazioni di presa, da cui si potrà attingere per uso irriguo. E anche questo alleggerirà non poco i prelievi dal Lago, perché aziende importanti come i vivai Margheriti o la stalla San Giobbe, per fare degli esempi, potranno allacciarsi direttamente al “tubone”.
E potranno farlo anche altri comuni sia umbri che toscani. Da Castiglione del Lago, a Chianciano, il cui acquedotto è collegato già adesso con il potabilizzatore di Chiusi e qundi non dovrà fare niente, solo aprire il rubinetto. O anche Montepulciano che è collegata all’impianto di Chianciano (diga sull’Astrone) e quindi potrà usufruire in egual maniera della risorsa in arrivo da Montedoglio. Tramite il sistema di prese e allacci lungo il percorso sarà possibile collegarsi alla conduttura anche per i comuni vicini a Chiusi i cui acquedotti sono gestiti non da Nuove Acque Spa, ma da Acquedotto del Fiora. Come Sarteano o Cetona, se ne avranno bisogno.
Nella conferenza di stamattina l’Ad di Nuove Acque Francesca Menabuoni ha fatto presente un problema serissimo: gran parte della Provincia di Siena ha gli acquedotti collegati alle sorgenti del Vivo, sull’Amiata. Ma quella falda negli ultini 10 anni si è ridotta del 50% rispetto al decennio precedente, il che significa che quella è una risorsa non infinita, a tempo… L’arrivo dell’acqua dall’invaso di Montedoglio darà una grossa mano.
Il tubo che dalla “Madonna del popolino” di Porto, porterà l’acqua al potabilizzatore di Chiusi non si vedrà, perché correrà sotto terra, ma, dal punto di vista strategico rappresenta una soluzione che somiglia agli acquedotti monumentali dei romani. E’ un’opera che è gestita dall’Ente Acque Umbro Toscano, ente bilaterale che suggella, proprio con quest’opera, una sinergia importante e fondamentale tra due regioni e che dimostra che, seppur con qualche ritardo, le cose si possono fare e si possono fare bene.
spesa complessiva sarà di 3 milioni e 800 mila euro, con un aumento considerevole dei costi rispetto al progetto iniziale (2 milioni e mezzo). Il ritardo, dal 2009 ad oggi, è dovuto – hanno spiegato tenici e amministratori – alla mancanza di fondi, reperiti adesso grazie al Pnrr.
Ha fatto bene il sindaco di Chiusi Sonnini a sottolineare che il progetto dell’adduzione dell’acqua di Montedoglio ha visto impegnate almeno 4 amministrazioni chiusine. Da quella Ceccobao, poi portata avanti da Fausto Bardini a quelle successive passando per Scaramelli, Bettollini e adesso Sonnini. Stamattina alla conferenza stampa c’erano Fausto Bardini, Andrea Micheletti (assessore ai lavori pubblici con Bettollini) e c’era anche Marco Ciarini che era sindaco quando si cominciò a parlare della questione… Non c’era nessuno delle opposizioni, né delle forze che facevano parte della maggioranza uscita dalle elezioni 2021. Non c’era neanche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che ha dato buca a Sonnini & C. Ha perso un’occasione anche lui. C’era, in sua vece, la consigliera regionale Pd Elena Rosignoli.
Peccato per le assenze, perché l’opera non è di poco conto. E quel tubo non è solo propaganda. E’ opera strategica come poche altre. Per noi, che negli anni (più di 20) ne abbiamo fatto un tormentone è il coronamento di una battaglia giusta. L’acqua che scorrerà dentro quel tubo migliorerà la qualità della vita e darà una mano alla tutela dell’ambiente e del lago di Chiusi in particolare. Non è poco.
m.l.