GLI ETRUSCHI DI CHIUSI IN MOSTRA A TBILISI IN GEORGIA
“Si inaugura oggi a Tbilisi, al Museo S. Janashia della Georgia, la mostra dedicata agli Etruschi “Etruscan world. Treasures from the museums of Chiusi, Chianciano and Florence/Il mondo etrusco. Tesori dai Musei di Chiusi, Chianciano e Firenze. L’esposizione, realizzata in Georgia dall’Ambasciata d’Italia in collaborazione con il Museo di Chiusi e con il Museo Archeologico di Firenze, Direzione regionale Musei della Toscana e Direzione Generale Musei del MiC, con il supporto organizzativo della Società Glocal Project Consulting e del Museo Nazionale Georgiano, è costituita principalmente da reperti conservati nel museo Nazionale Etrusco di Chiusi che è il principale prestatore con più di 100 reperti. Un’importante occasione di collaborazione internazionale e visibilità per il nostro museo e per tutto il territorio per il quale siamo grati all’Ambasciata d’Italia in Georgia, al Museo Nazionale Georgiano e a tutti gli organizzatori”.
Così si legge in un comunicato del Museo di Chiusi.
La notizia è rilevante. E’ vero che reperti etruschi e non solo etruschi provenienti da Chiusi sono esposti nei maggiori musei del mondo, ma non capita tutti i giorni di vedere una mostra specifica sugli etruschi in una città importante, grande, ma decentrata, periferica come Tbilisi, ex capitale della Repubblica Sovietica di Georgia ora della Georgia non più sovietica. Città del Caucaso, lungo quella che era la via della seta. Asia Minore.
Qualcuno ha sostenuto che gli etruschi provenissero proprio da quelle parti. Ma gli studiosi più autorevoli ormai hanno praticamente certificato che fossero invece “autoctoni” dell’Italia centrale, anche se con influssi greci da un lato e di alcune popolazioni alpine dall’altro.
Tbilisi è stata per secoli un crogiuolo di etnie e culture, oltre che luogo di transito, di commerci, di guerre e invasioni: armeni, turchi, persiani, russi. Popoli ed eserciti che non sempre sonoriusciti a convivere, come alla fine riuscirono a fare Etruschi e Romani, vedasi a tal proposito l’eccezionale scoperta del “santuario bilingue” di San Casciano Bagni, luogo di culto e di salute (bagno termale e curativo) al confine sud dell’Agro chiusino, a metà strada tra Chiusi e Orvieto, due delle città stato della famosa Dodecapoli.
La mostra di Tblisi è importante anche perché le repubbliche caucasiche ex sovietiche e ora indipendenti, sono Paesi in crescita dal punto di vista economico e rappresentano un mercato turistico interessante. Che si parli di Chiusi anche lungo la via della seta non è fatto scondario. Fa bene alla salute dela città.
La Via della Seta è stata misconosciuta dall’attuale Governo che con disposizione ha rinunciato e chiuso questo capitolo.L’aveva annunciato ma come molti aspetti dei programmi annunciati ritenevo che non fossero perorate tutte quelle istanze che hanno fatto si che l’italia rinunciasse a questa opportunità perchè ancora evidentemente crediamo che ” l’italianità dei prodotti” e le relazioni della cultura che ne deriva vadano difesi in tal modo,chiudendosi che è l’esatto contrario dell’aprirsi al confronto ed alla collaborazione sfruttando le opportunità di conoscenza che ne possano derivare.Non sò adesso cosa accadrà ma sinceramente mi sembrava che il ”dumping” fosse superato negli anni del secondo millennio ma evidentemente mi sbagliavo perchè nelle regole del protezionismo evidentemente esiste anche il motto che
”la prima difesa sia l’attacco” ed invece tutto questo esiste e lotta insieme a noi e ritorna fuori ad ogni occasione.Non posso nascondere un pensiero che mi salta in mente ma mi sembra di leggere una delle parole d’ordine mussoliniane che stavano scritte sul muro di un casello ferroviario accanto alla Firenze-Roma nei dintorni di Castiglione del Lago,probabilmente scritto nel 1938 quando Hitler si recò in visita a Mussolini nella capitale romana e quando la tessa linea ferroviaria fu adornata di bandiere, scritte e svastiche : ”Rimanendo rurali sarete più vicini al mio cuore”. E allora negli anni del secondo millennio chi godrà saranno i produttori di Mozzarella dei Monti Lattari di Agerola o di Caserta….e allora giù, da aspettarsi un ciclo di programmi televisivi sulle pizzerie di New York o di Shanghai che esaltano i nostri prodotti tipici. Con questa storia nel mondo globalizzato, autarchie,vini e formaggi sembrano strumenti con i quali si realizzi il top del progresso di un paese,nascono nuove opportunità di conduzione, ristoranti e locali e pare che gli italiani siano tutti sul Navigli a farsi l’apericena…. mentre nulla si dice dei 6 milioni di poveri costretti a farsi ulteriori buchi alla cintura e le disposizioni che dovrebbero tutelare la dignità di chi lavora sono ignorate senza alcuna vergogna mentre inevitabilmente il pensiero và al fatto di quanto sia attuale Giuseppe Tommasi di Lampedusa.
Ovviamente il mio precedente intervento era relativo soltanto alla nominata ”Via della seta”-un altra chicca aggiunta dal decisionismo pragmatico del nostro Governo alla situazione italiana alla quale sembra premere di smontare il lavoro e gli accordi del precedente governo Conte e senza remore lo hanno platealmente dichiarato.Il mio intervento non riguardava infatti la mostra dei reperti etruschi fatta a Tiblisi in Georgia per la quale c’ è solo da essere fieri che il nostro passato e la nostra cultura venga richiesta ed esposta in altri paesi lontani. Proprio quelle zone del mondo dalla seconda metà dell’800 agli inizi del secolo scorso sono state oggetto di esplorazioni e di ricerche archeologiche che hanno aggiunto alla cultura mondiale livelli di conoscenza di civiltà mai fino al secolo scorso indagate ed assunte dalla nostra conoscenza occidentale.E proprio la via della seta lambiva quelle aree e serviva da collegamento fra Oriente ed Occidente e legava i deserti dell’Asia a quelli del medio oriente come Iran ed Irak dove quando le merci e le spezie ed i manufatti inondavano le corti e gli stati europei.Esploratori del calibro di Sir Aurel Stein e Sven Hedin ma anche gli stessi addetti ufficiali militari Inglesi di stanza in India ed Afghanistan e della Russia Zarista come Przhevalsky si inoltrarono indomiti nelle grandi latitudini asiatiche forniti solo della loro conoscenza e ritornando nelle loro nazioni spesso additati giustamente come eroi nazionali recarono con loro reperti che oggi fanno mostra nei musei di tutto il mondo. Anche noi in maniera cospiqua possiamo fornire reperti ed epitaffi della nostra civiltà e questa volontà di conoscenza è una di quelle chiavi che permette di aprire porte e steccati che molti ancor oggi vorrebbero tenere separati e risultanti da mura che negano la comunicazione fatti al preciso scopo di mantenere quel timore che è sempre servito nella storia dei popoli a realizzare il dominio dell’uno sull’altro con la forza e magari spesso inventando di sanapianta ragioni insulse e compromettenti con la consapevolezza di realizzare scontri etnici e guerre, dove chi ci pesca dentro è sempre chi le fomenta e chi se ne avvantaggia a scapito dei più deboli. Credo che proprio per questo dobbiamo essere fieri delle nostre origini e della cultura che abbiamo espresso in passato e sicuramente questa sarà di certo uno di quei mezzi e di quelle componenti a cui alludeva Dostoevskij quando disse che ” la bellezza salverà il mondo”. E noi di bellezza rappresentata dal passato della nostra civiltà possiamo fare bella mostra ma resta il fatto che i nostri governanti dal dopoguerra ad oggi non hanno mai investito come meriti nella cultura ed a differenza di altre nazioni dove intorno ad un anfora ci costruiscono un museo noi ormai assuefatti da questo sonnolento e pernicioso andazzo ci permettiamo di sprecare ciò che per noi costituirebbe una risorsa assoluta nonostante vi sia chi contesta la battuta che ”con la cultura non si mangi…..”
La “via della seta” disdetta dall’attuale governo Meloni è un accordo con la Cina. C’entra poco la storica via verso l’Oriente tracciata nei secoli a partire da Marco Polo e Giovanni da Pian del Carpine (Magione) che passava anche da Tbilisi, come giustamente ricordi anche te nel secondo commento. Anche gli antichi, molto prima di Marco Polo navigavano, viaggiavano e commerciavano con popoli lontani. I vasi etruschi prodotti e trovati a Chiusi o ad Orvieto hanno tangibilmente richiami alla cultura e alle tecniche greche e i greci avevano influenze persiane, quindi orientali… Tutto questo compresi gli etruschi di Chiusi a Tbilisi, ci dice che il mondo è sempre stato più piccolo di quanto sembri…