MONTEPULCIANO, ANGIOLINI COME BETTOLLINI. IL PD SCARICA IL SINDACO: “QUALCOSA SI E’ ROTTO”

lunedì 04th, dicembre 2023 / 10:16
MONTEPULCIANO, ANGIOLINI COME BETTOLLINI. IL PD SCARICA IL SINDACO: “QUALCOSA SI E’ ROTTO”
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MONTEPULCIANO – Allora è vero. E a certificarlo è il segretario comunale del Pd Alberto Millacci: “In questa fase purtroppo si è rotto qualcosa”, la frase è riferita ai rapporti Pd-Amministrazione comunale e con il sindaco Angiolini ed è contenuta in una lunga intervista pubblicata ieri dal Corriere di Siena a firma Fabrizio Camastra. Millacci dunque ammette che il rapporto con il sindaco attuale e che dovrebbe partecipare alle primarie di coalizione con altri candidati (sono stati fatti i nomi di Lorenzo Bui e Riccardo Pizzinelli) si è incrinato. Per cui, se due più due fa quattro (e fa quattro) il Pd offre a Michele Angiolini la possibilità di correre per fare il bis, ma non sarà lui il candidato del partito. Questo sembra essere il quadro. Lo stesso Millacci lo definisce simile a quello che si delineò in vista delle elezioni comunali del 2009, quando l’outsider Andrea Rossi sconfisse l’allora sindaco uscente Massimo Della Giovampaola.

Per Angiolini una defenestrazione in pectore.  E la vicenda dell’attuale sindaco di Montepulciano ricorda abbastanza da vicino non solo il precedente poliziano del 2009, ma anche il più recente caso Bettollini a Chiusi, che un anno prima delle elezioni comunali fu clamorosamente “scaricato” dal suo partito, prima da quello locale con la segretaria Cardaioli che alla festa de l’Unità 2020 fece intendere che il Pd guardava oltre e dopo anche dai vertici provinciali con il segretario senese Valenti in prima linea. Poi Bettollini ci mise del suo annunciando il non rinnovo della tessera del partito, fatto che lo pose in una condizione ancora più scomoda e in rotta di collisione con tutto l’entourage del Pd. A Chiusi non si fecero le primarie, ma una serie infinita di consultazioni interne, alla fine il Pd si alleò con quelle che erano le oppozizioni di Bettollini (M5S e Podemos) e candidò Gianluca Sonnini che poi vinse le elezioni, con una coalizione inedita. Coalizione che però si è sfaldata, in meno di un anno: prima il Psi, poi i Podemos, infine il M5s hanno tutti lasciato la coalizione del 2021. Adesso Sonnini ha una maggioranza in consiglio risicatissima (7 a 6) e ancor più debole nella città.

Michele Angiolini non è personaggio sanguigno e “divisivo”come Bettollini (così fu definito l’allora sindaco di Chiusi), Montepulciano ha certamente dei problemi (la crescita turistica tumultuosa, i rischi di tenuta, reale, fisica, delle mura e di parti delicate del colle poliziano…), ma certamente ne ha meno di Chiusi negli ultim anni sembra aver accelerato il declino. Può darsi dunque che anche le diatribe politiche interne al partito e alla coalizione di maggioranza si risolvano in maniera più indolore. Ma l’impressione è che il Pd ormai privo – non solo a Montepulciano, ma ovuque – di una identità politica precisa e riconoscibile – stia facendo di tutto per perdere le elezioni e quindi la guida del Comune, come del resto è successo da 10 ann a questa parte a Pienza, a Chianciano, a Città della Pieve, dirimpettaia e per molti versi realtà simile a Montepulciano.

Come abbiamo già scritto in un articolo precedente, le Primarie possono sì rappresentare un  momento di partecipazione democratica, ma possono diventare anche un “bagno di sangue”, un massaro, politicamente parlando, perché – lo dicono le cronache di questi decenni – lo scontro interno lascia sempre sul terreno morti e feriti, lacerazioni profonde, gli sconfitti il più delle volte non rientrano fedelmente nei ranghi rimettendosi all’esito del voto, ma se ne vanno sbattendo la porta o si mettono contro.

La vicenda Angiolini contrasta fortemente con il clima da “città che vola” che circonda Montepulciano e anche con il profilo certamente poco politico, ma tranquillo, pacato, elegante del sindaco. Cosa si sia effettivamente rotto, il segretario Millacci non lo dice. Ma così come a Chiusi, uno dei pretesti per defenestrare Bettollini fu la sua gestione della vicenda Acea, sul colle poliziano potrebbe essere quella legata alla realizzazione di alcune opere piuttosto contestate come certi posteggi messa in relazione alla fragilità del contesto urbano rinascimentale, delle mura (vedasi il crollo di Collazzi e quello di Porta delle Farine)… E forse anche la gestione un po’ troppo “disneyana” del successo turistico, con l’esplosione di iniziative un po’ trash come i Mercatini Natalizi in piazza Grande…

Vedremo come andrà a finire, intanto è indubbio che centro destra e l’annunciata lista civica Futuro Poliziano guardino con un certo stupore il regalo inusitato che il Pd  ha messo loro sotto l’albero e siano lì a fregarsi le mani vedendo la possiblità di dare una spallata  più concreta di qualche mese fa. Il dubbio che sulle fratture interne al Pd e sui giochi in vista delle primarie ci sia l’ombra del potentissimo ex sindaco Andrea Rossi (esternato senza troppi peli sulla lingua dal fratello di Angiolini, Alessandro, ex assessore con Della Giovampaola, insieme a Rossi) a Montepulciano ce lo hanno in molti. Ma questo succede sempre, quando c’è una figura che nel contesto, per motivi diversi, pesa più di altre. Non è insomma una cosa inedita.

M.L.

Nella foto (Il cittadino on line) Michele Angiolini. Sullo sfondo Piazza Grande a Montepulciano.

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