STAZIONE IN LINEA, PERUGIA-CHIUSI, LINEA CHIUSI-SIENA: IL SILENZIO ASSORDANTE DI SINDACATI E ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
CHIUSI – La “fermata ad personam” del Frecciarossa, inauguarata dal ministro Lollobrigida ha acceso i riflettori di tutta la nazione sulla questione delle mobilità ferroviaria e potrebbe essere l’uovo di Colombo per il Comitato Opzione Zero che da mesi si batte per ripristinare la fermata Av a Chiusi e contro la stazione in linea, ovunque si faccia.
Qualche tempo fa avevamo proposto al Comitato di invitare il ministro Salvini a Chiusi, adesso, alla luce dei fatti, forse è meglio se invita Lollobrigida. Lui sa bene come si fa a ottenere una fermata dove non è prevista. A Chiusi per la verità la fermata c’era, c’è stata per 4 anni, poi è stata cancellata. E quando fu istituita al governo c’era sempre Salvini…
Al di là delle battute e delle improvvide “pensate” dei membri del governo, il problema è serio. E la soluzione, per questo territorio, non è certo la stazione in linea a Rigutino, a Creti-Farneta o a Salcheto-Tre Berte.
La dinostrazione di ciò sta anche nel fatto che il famoso tavolo tecnico istituito presso il Ministero continua a riunirsi, ma anche a non decidere alcunché. Ultima riunione il 16 novembre scorso. Qualcuno sui social l’aveva data per definitiva e decisiva. Invece niente. Ancora un nulla di fatto. Si vede che non sono d’accordo o non sono convinti. O hanno paura di decidere una cosa impopolare alla vigilia delle elezioni amministrative (tanto più in presenza di un movimento di opinione contrario piuttosto ampio).
Il Comitato Opzione Zero, dopo il flash mob di sabato 11 novembre davanti alla stazione di Chiusi fa bene a insistere e d allargare il orprio raggio d’azione andando a coinvolgere anche realtà come quella di Arezzo, che nella migliore delle ipotesi si vedrebbe portare l’aggancio all’alta velocità a 12 km a sud, quando adesso ce l’ha nel cuore della città (con il flusso viaggiatori che al 90% va verso nord).
Il cahier de doleances del Comitato non si easurisce nella richiesta di ripristino della fermata a del Frecciarossa a Chiusi e nel NO alla stazione in linea. Prevede anche l’utilizzo e potenzimento delle stazioni esistenti di Chiusi e Arezzo con aumento dei treni e delle fermate degli Intercity e dei regionali,; l’adeguamento della Linea Chiusi-Siena; il rilancio del progetto del Centro Intermodale Merci per lo scambio gomma-rotaia, avviato a costruzioone e lasciato incompiuto a Chiusi (e se l’area in questione non è più ideonea se ne trovi un’altra nella vicina zona industriale); il collegamento stradale veloce Perugia-Chiusi tramite sfondamento della Pievaiola nel tratto Piegaro-Moiano-Po’ Bandino. Noi non escluderemmo anche il rilancio del progetto di bretella ferroviaria tra Borghetto di Tuoro e Castiglione del Lago, per collegare Perugia a Chiusi anche via ferrovia senza dover arrivare a Terontola (ovviamente per i treni che viaggiano in direzione Roma-Napoli- sud) e sosterremmo la proposta del treno ibrido diesel ed elettrico Siena-Roma con fermate a Sinalunga, Chiusi, Orvieto e Orte.
Data l’ampiezza delle richieste-rivendicazioni-proposte che il Comitato ha messo sul piatto stupisce il silenzio assoluto, a livello locale, di soggetti economici, politici e sindacali che invece avrebbero titolo e interessi sulle questioni poste. Per esempio i sindacati Cgil, Cisl e Uil e i sindacati di base che posizione hanno sulla stazione in linea e sulle altre richieste? Fino ad ora in Valdichiana e nelle zone limitrofe non abbiamo sentito una parola.
A proporre il Centro Intermodale Merci fu nel 1985 la Cna di Chiusi e della Valdichiana. Possibile che oggi, su quell’opera rimasta scandalosamente incompiuta, la Cna non abbia nulla da dire? Così come sul potenziamento della Chiusi-Siena o sulla strada Perugia-Chiusi o la bretella di Borghetto? sono (sarebbero) tutte opere che come la stazione in linea vorrebbero dire cantieri, lavoro, appalti…
A Chiusi e nei paesi del comprensorio molti commercianti, artigiani, operatori turistici, professionisti hanno firmato la petizione del Comitato (più di 4.000 persone), lo stesso hanno fatto molti ferrovieri ed ex ferrovieri, tassisti, autisti dei pullman. Ma le loro organizzazioni, cioè i sindacati, la Cna, la Confesercenti, la Confcommercio, la Confindustria in loco non hanno proferito parola. Neanche quando qualcuno ha rilanciato proposte che avevano fatto loro, vedi il Centro Intermodale Merci o la Chiusi-Perugia…
Quando alcuni anni fa (era il 2015) su queste colonne rilanciammo l’idea del “treno per Nottola” ovvero l’utilizzo della Chiusi-Siena come metropolitana di superficie (almeno nel tratto Sinalunga-Montepulciano-Chiusi) a servizio dell’ospedale di zona, ma anche del turismo, soprattutto quello lento e low cost in connessione con le piste ciclabili, le strade del Vino e dell’Olio, dalla Cgil per esempio vennero segnali di apprezzamento. Ma poi niente si è mosso e nemmeno adesso che sul tema c’è mobilitazione e dibattito pubblico i cosiddetti “corpi intermedi” sono mai usciti dal cono d’ombra e di silenzio. Eppure esistono, riscuotono le tessere degli associati, ogni tanto chiedono ascolto per questioni che riguardano le loro categorie…
Senza con questo voler dettare la linea al Comitato-Associazione Opzione Zero, crediamo che i suddetti “corpi intermedi” li dovrebbe incontrare e dovrebbe farsi dire come la pensano: sulla stazione in linea e su tutte le altre questioni. Secondo noi, su una questione come questa delle stazioni, del trasporto ferroviario, della viabilità, ci sta che associazioni come l’Auser o l’Ada rimangano in silenzio. Che rimangano in silenzio Cgil, Cna, Confcommercio, Confesercenti e Confindustria no. Non ci sta. Per niente.
m.l.
La bretella del Borghetto: non serve è controproducente e già bocciata da fs per valutazione costi/ benefici. Senza la stazione di Terontola, il treno si prende a Perugia o Chiusi. La stazione garantisce il servizio ed incrementa la capacità della linea.
Se ci fa sapere quando e con quali documenti le Fs hanno bocciato l’idea Bretella di Borghetto, gliene saremmo grati. Così abbiamo elementi precisi di valutazione. Quando fu proposta, ormai diversi anni fa, sindaci e tecnici parlavano di costi contenuti e opera non elefantiaca…
E allora tutto questo che hai detto non rimanda forse ad un discorso che quando questi parlano di autonomia dalla politica, questo loro è un discorso per incantare gli allocchi e che andrebbe smentito sul nascere per far capire a tutti che l’impudicizia spesso non ha limiti ? Non sono forse questi i controllori che dovrebbero salvaguardare gli interessi economici dei territori e che poi attendono di salire sul cavallo che passa ? Ma salvo il fatto del rispetto delle idee di ognuno vorrei capire anche certi sindacati che rifiutano di scendere in piazza e che portano a loro giustificazione sempre le stesse solfe che quelli degli scioperi generali non sono maii momenti propizi mentre erano invece momenti propizi quelli che molti anni fà tolsero la contingenza ai lavoratori così come tanti altri….E allora su diversi sindacati ci dovrebbe essere un chiarimento di natura politica su chi sia che tiri la volata alla logica dei più forti perchè se l’unità sindacale è importante,sia importante anche la coerenza e quando si tergiversa quest’ultima finisce per danneggiare tutti mentre messaggi mediatici sublimali vengono spediti agli indirizzi produttivi e categoriali dei più forti dei quali da sempre in Italia si continua imperterriti a fare l’interesse strizzando l’occhio. Poi è cosa chiara che la gente si ripieghi su se stessa sentendosi abbandonata e lasci aperta la porta al passaggio della destra che non cerca altro che questo.La stessa storia di come sono nati i sindacati in Italia nel dopoguerra stà lì a dimostrare di quale natura siano ancor oggi gli interessi che gli stessi sostengono e quelli che gli si oppongono dietro ai discorsi teorici della positività dell’unità sindacale,che a seconda dei momenti e degli scopi che si vogliano raggiungere viene riesumata e subito dopo negata.In Italia siamo al punto che si possa dire e fare di tutto e subito dopo negarlo con la massima indifferenza, tanto sempre meno gente chiederà il conto.E QUESTO COIVOLGE OGNI ASPETTO DELLA VITA COMUNE,ANCHE QURELLO DI CUI OGGI CI SI LAMENTA E DEL QUALE LA GENTE RIMANE INORRIDITA PERCHE L’EDUCAZIONE DEI GIOVANI NON ESISTE PIU’ DA PARTE DI FAMIGLIE INEBETITE CHE NON TROVANO PIU’ IL TEMPO PER EDUCARE I FIGLI SOPRATTUTTO PERCHE’ PER CAMPARE OGGI C’E’ SEMPRE PIU’ BISOGNO DI DUE STIPENDI E QUINDI SONO LE CONDIZIONI CHE IMPONE IL SISTEMA CHE CONTRASTANO CON L’INTERESSE SIA ECONOMICO CHE’ ETICO DELLE PERSONE.Allora una riflessione sul sistema e sulla democrazia sarebbe auspicabile da parte di tutti dato che il comparto mediatico ci parla sempre di diritti e di doveri e di democrazia da salvaguadare….
Il discorso è molto più semplice: la Cna che propose il Centro Merci cosa ha da dire oggi su quel progetto rimasto incompiuto? La Confecercenti, con molti associati che firman la petizione del Comitato, non ha niente da dire? la Cgil che apprezzò a suo tempo l’idea della Chiusi-Siena come metropolitana di superficie, oggi cosa dice in proposito?
Silenzio …. non disturbate il manovratore.
Quelli che tu richiami Marco non sono più comparti pensanti della società ma si limitano ad eseguire i tenicismi delle funzioni loro assegnate dal sistema e sono restii tutti a dire come la pensino ed anzi a questo punto: se pensino,poichè è stato creato intorno a loro un intrico di paletti dal quale non si liberano e se qualcuno faccia vedere e mostri che la possa pensare diversamente dall’andazzo pagherebbero dei prezzi in termini di isolamento quasi fossero delle pecore nere.E’ questo il sistema al quale si sono votati i loro dirigenti e giù giù anche tutti gli altri. Una volta era diverso e da quei comparti nasceva la volontà di essere vicini alla gente,e la gente questo lo avvertiva.
Concordo con la proposta del direttore Lorenzoni, era da tempo ma ora non più rinviabile, il coinvolgimento delle tante espressioni sociali e di categoria presenti sul territorio. Devono assumersi le loro responsabilità, dinnanzi a un problema come quello delle infrastrutture, e dei collegamenti tra città e territori regionali e interregionali, così che sia chiaro a tutti.